C A P I T O L O 3

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Capitolo 3

Sedurlo fu più difficile di quanto pensassi. Inizialmente pensai che fosse per la tensione della guerra. La Germania aveva invaso la Francia, e questo era ovviamente, inaccettabile.
Passarono settimane e lui era ancora dietro al bancone della biblioteca, o a leggere, o a baciare la sua ragazza sperando di non essere visto. Ma io li vedevo. Li vedevo sempre.
Comunque, ritornando alla seduzione, mi impegnavo anche! Mi scioglievo i capelli scuri dalla mia abituale treccia, e mi truccavo, anche se non ero esperta in materia. Alzavo le gonne fino in vita, per scoprire più le cosce, con sopra una camicetta aperta all'altezza dei seni. Parlavo con lui con toni lenti e bassi, sperando che il mio disperato bisogno di sedurlo, non gli risultasse ridicolo e impacciato. Facevo cadere libri davanti a lui, inchinandomi, e rimanendo in quella posizione, esitante, sperando che avessi qualche reazione da parte sua. Ma nulla. O era troppo ottuso per non accorgersene, cosa molto improbabile, o mi ignorava appositamente, cosa che mi rattristò molto sapendo che le mie curve femminili non erano affatto attraenti. Decisi di smetterla. Non avrebbe guardato una ragazzina. Urlavo "inesperta" in qualsiasi mio movimento, ed in realtà persi subito il mio desiderio di permettere a lui di prendere la mia verginità. Mi sarei scelta un ragazzo più disponibile. Ovviamente, questa scelta, durò molto poco . Anzi, durò esattamente una settimana, e questo non fece altro che sottolineare il desiderio che mi bruciava nel averlo. Potevo definirmi una bambina viziata, perché ottenevo tutto ciò che volevo. Allora, è capitato una domenica pomeriggio, di ritorno da una passeggiata in bici. La solitudine ovviamente, era l'unica mia compagna, oltre al libro "Orgoglio e pregiudizio" stretto al petto. Misi in garage la bici, ed entrai in casa trovando i miei genitori in compagnia degli Styles, seduti a discutere animatamente sulla guerra, mangiando biscotti fatti in casa e tenendo la radio aperta che riportava notizie macabre su l'ammontare delle vittime. Feci per proseguire direttamente in camera mia, non ne volendo sapere nulla, quando lo vidi, accanto alla finestra, seguirmi con gli occhi. Indossava come al solito una camicia infilata ai pantaloni, e il suo sguardo disinteressato. Lo ignorai e salì al piano superiore per poi entrare in camera mia. Cominciava a far freddo, e la mia camera fu inondata da una luce tendente all'azzurro, per ricordarmi ormai che l'inverno era alle porte, ed ormai le giornate duravano tanto quanto il mio interesse a scuola. Mi spogliai e mi preparai a concedermi un lungo bagno caldo, dove probabilmente mi sarei anche addormentata. Beh, questi erano i miei piani inizialmente, finché non lo vidi allo stipite della porta di camera mia. Osserva,senza dir nulla il mio viso, senza concedere nemmeno un occhiata al mio corpo. Si avvicinò e chiuse la porta alle sue spalle, provocandomi un brivido lungo la schiena nuda. Non provai nemmeno a coprirmi, stavo ottenendo ciò che volevo. Mi accarezzò il volto, e mi afferrò prepotentemente i polsi, avvicinandomi a lui.
"Sei vergine?"
Sussurrò ma io scossi la testa. Non seppi perché. Forse, avevo paura che non avesse più l'intenzione di prendermi se avessi confermato. Ma lui non mi credette ovviamente.
Strinse più forte i polsi, e mi diede un leggero scossone.
"Non mentirmi." La voce era dura e roca e potei notare con piacere del rigonfiamento al cavallo dei suoi pantaloni.
"Sei davvero stata una cattiva ragazza. Lo definisci sedurre quello?"
Il suo tono straripava arroganza, mentre mi spingeva sul letto. Mi voltai e lo guardai.
"Sei qui, ora. Quindi, si."
Risposi, ma non feci in tempo a sorridere, che mi rigirò, il viso contro le coperte. Mi diede una forte sculacciata facendomi stringere i denti.
"Non sarò dolce, verginella."
Disse quasi con disprezzo. Mi limitai a fare spallucce, fingendo indifferenza che non mi apparteneva. Ero nervosa, e speravo che non notasse la pelle d'oca che si era formata. Avevo anche paura, ma questo non l'avrei mai ammesso.
Mi separò le natiche e mi concesse un altra sculacciata.
"Chiamami papino, ogni volta che ti scoperò!"
"Chi ti dirà che mi farò scopare ancora da te?"
Domandai con un sorrisetto, ricevendo un occhiataccia da parte sua. Non perse altro tempo con i convenevoli , e mi voltò, per poi spalancarmi le gambe. Entrò in me rudemente, per almeno quattro volte contate. Non si fece sfuggire nemmeno un gemito, e sembrava che l'unico suo obbiettivo fosse farmi più male possibile. Mi voltò e fece la stessa cosa dietro. Il dolore era anche peggio. Uno... Due... Tre, gemito, a quanto pare non era riuscito a trattenersi, e finalmente quattro. Uscì da me e si rimise apposto i pantaloni, che abbassò per il minimo dispensabile, e uscì. Lasciandomi sola sul letto, con il viso sprofondato tra le coperte e il corpo pieno di umiliazione. Mi promisi che non mi sarei fatta più trattare così, e come ogni mia promessa, la mantenni fin da subito.

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⏰ Terakhir diperbarui: Dec 09, 2015 ⏰

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