Capitolo 6

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Aprile 2012 – Sydney
Il rumore dei passi era sempre più vicino. Lei cercava di stare sotto quella scrivania, il suo unico nascondiglio, ma improvvisamente quello spazio sembrava essere diventato ancora più piccolo. Sembrava che le pareti di legno si restringessero sempre di più, quasi a schiacciarla e istintivamente uscì allo scoperto.
Boccheggiò, ma allo stesso tempo la porta della camera si aprì e la luce che arrivava dal corridoio illuminò la stanza. Vide la sagoma davanti alla porta, che stava per avvicinarsi, quando il suo sguardo si posò su quel luccichio. Una lama. La sagoma teneva una grossa lama in mano e si stava facendo ormai troppo vicina. Era troppo tardi.
"No!" urlò la bambina, invano, facendo un passo indietro e sbattendo contro la parete alle sue spalle.
"E' colpa tua".

Quelle parole risuonarono nella sua testa, facendola mettere a sedere sul letto, con gli occhi spalancati e il respiro accelerato. Sentiva l'urlo che le si era fermato in gola trasformarsi in qualcos'altro. Lacrime.
Gettò via le coperte e uscì in fretta dalla sua camera, dopo aver preso il suo scaldacollo e averlo sistemato al suo posto. Si ritrovò a percorrere l'intero corridoio, con i piedi nudi a contatto con la moquette fredda e scura.
Le luci del corridoio erano soffuse e questo le faceva accelerare il passo involontariamente.
Si fermò davanti alla camera con il numero 18 e stava quasi per bussare, quando si rese conto di quello che stava facendo. Non sapeva nemmeno che ore fossero, molto tardi probabilmente, e dietro quella porta in legno Louis e Harry stavano condividendo la camera e il letto. Non poteva svegliarli.
Abbassò il pugno a mezz'aria e fece dietrofront. Senza pensarci camminò fino alla porta con il numero 32.
Bussò di slancio. Una, due e poi, dato che la porta continuava a restare chiusa, anche una terza volta.
Un rumore lungo il corridoio la fece sobbalzare e voltare la testa di scatto, ma il corridoio sembrava deserto.
E poi la porta si aprì e lei si voltò di nuovo. "Laurie?" chiese Niall, decisamente assonnato, con i capelli biondi che andavano in tutte le direzioni e addosso soltanto i pantaloni del pigiama.
"Che cosa...?" Niall non fece in tempo a chiedere che la ragazza si fiondò su di lui.
E soltanto a quel punto, mentre lei tirava su con il naso e tremava a contatto con la sua pelle, lui si rese conto che stava piangendo.
"Ehi" disse dolcemente, stringendo le braccia intorno al corpo della ragazza. La preoccupazione e il senso di protezione lo avevano assalito immediatamente.
Lauren aveva affondato il viso nel petto di Niall, iniziando a piangere più forte, quando si sentì di nuovo il rumore di prima, come di una porta che si chiudeva da qualche parte e lei si lamentò ancora di più.
"Ssh. Va tutto bene" le sussurrò il biondo tra i capelli, allungando un braccio e chiudendo la porta della camera. Soltanto la luce che aveva acceso precedentemente per alzarsi dal letto, illuminava la stanza, lasciandoli nella penombra.
"P-posso dormire con te?" balbettò Lauren a quel punto, a voce bassa.
"Certo" disse Niall di rimando, baciandole la sommità del capo.
Condusse una Lauren tremante fino al suo letto e la sistemò sotto le coperte, prima di salire dalla parte opposta e distendersi accanto a lei.
Lauren subito si accoccolò al suo fianco e Niall la circondò con le braccia.
Non si era ancora calmata del tutto e il ragazzo iniziò ad accarezzarle i capelli.
"Mi dispiace" bisbigliò lei dopo qualche minuto di silenzio.
"Non farlo. Va bene" disse il biondo dolcemente. "Un incubo? Vuoi parlarmene?" chiese poi cautamente.
Lei tirò su con il naso. "E' sempre uguale. Fa male sempre allo stesso modo. Vorrà sempre farmi del male" borbottò e Niall si chiese se fosse consapevole di ciò che stava dicendo o se fosse soltanto il sonno a farla parlare.
"Chi vuole farti del male, piccola? E fino a quando sarai con me, nessuno te ne farà, te lo prometto. Non lo permetterò per nulla al mondo".
Lauren sospirò e poi Niall si sentì come una ragazzina di quindici anni, con le farfalle nello stomaco per la sua prima cotta. La ragazza, infatti, gli aveva appena stampato un bacio sul petto, per poi adagiare di nuovo la testa nello stesso punto. Punto che in quel momento stava andando a fuoco sul corpo di Niall.
"Grazie" disse Lauren e Niall non riuscì a dire nient'altro. Sperava soltanto che lei non si fosse accorta di quanto fosse accelerato il suo battito del cuore.
E i due si addormentarono così, con Niall che ascoltava il dolce respiro della ragazza, prima di seguirla nel mondo dei sogni.

La mattina seguente Lauren si svegliò nel letto di Niall. Il ragazzo aveva un braccio intorno alla sua vita e il petto a contatto con la sua schiena.
Cercò di voltarsi verso di lui, senza svegliarlo, ma quando riuscì nell'impresa, gli occhi troppo blu dell'irlandese si aprirono.
Lei sorrise e Niall sbadigliò, tirandosi indietro e allungandosi con il braccio per stiracchiarsi.
Lauren ridacchiò. "Buongiorno" disse, mettendosi a sedere contro la testata del letto.
"Ehi" disse lui, guardandola dal basso.
"Ni, scusa per averti svegliato ieri notte".
Lui scrollò le spalle. "Quando vuoi" disse, sorridendo.
Lei roteò gli occhi e tornò a distendersi. "Grazie" disse, guardandolo negli occhi dalla stessa altezza.
"Scuse, ringraziamenti... tutto in poche ore. Stai bene, Laurie?" chiese lui, divertito.
"Ah ah. Stupido. Si, sto bene" rispose la ragazza e prima che potessero dire altro, bussarono alla porta.
Niall sospirò e si alzò. Andò ad aprire e si trovò davanti un Harry in mutande, con un Louis in pigiama al seguito.
"Buongiorno, Nialler. Ci hanno incaricato di svegliarti. Tra poco dobbiamo..." iniziò Harry.
"Wohoo. Len? Che cosa fai nella camera di Niall?" disse Lou, interrompendo il ragazzo e scavalcandolo.
"...Andare a fare colazione" terminò Harry, ma adesso tutti, compreso il riccio, guardavano la ragazza sul letto.
"Giorno, Lou" disse lei, al ragazzo che si era appena gettato sul letto, al posto che prima occupava Niall.
"Avete dormito insieme?" chiese l'altro con gli occhi spalancati, gettandosi sulla ragazza.
"Ahi. Idiota" disse lei, dopo che il più grande le aveva dato un pizzicotto sulla pancia.
"No. Cioè sì. Ho avuto un'incursione durante la notte" spiegò Niall, mentre lui e Harry entravano in camera.
Louis spalancò gli occhi ancora di più e guardò prima Niall, poi Lauren. "Sogni agitati?" chiese preoccupato.
Lei annuì e si gettò sul ragazzo più grande. "Perché non sei venuta da me?" le chiese Louis, baciandole i capelli.
"E svegliare te e Harry? E poi farti venire in camera con me?" ridacchiò nervosamente. "Ho preferito svegliare Niall" spiegò.
"Che carina" disse Niall ironicamente.
"Ehi!" protestò la ragazza, staccandosi da Louis e alzandosi in piedi.
Harry immediatamente prese il suo posto sul letto, mentre la ragazza assaliva Niall.
Il biondo afferrò la ragazza, che gli era inspiegabilmente salita sulla schiena e cercò di non cascare tenendola dalle gambe.
I due ragazzi li guardavano con curiosità dal letto, mentre lei gli diceva: "Ma tu mi ami lo stesso, vero?".
Niall ridacchiò e poi la ragazza si sporse per dargli un bacio in guancia.
"Sì, sì. Adesso andiamo" disse il biondo, iniziando a camminare fuori dalla stanza, con la ragazza sulle spalle.
"Andiamo dove?" chiese lei, aggrappandosi al collo di Niall per non cadere giù.
"A fare colazione".
"Ma siamo ancora in pigiama e tu non hai la maglia" ribatté Lauren.
Niall sbuffò e tornò indietro. Harry e Louis si stavano baciando sul letto. Entrambi, Niall e Lauren fecero dei versi schifati.
"Non sul mio letto" si lamentò Niall, mentre Lauren gli tappava gli occhi con le mani.
"Non guardare, Ni. Non guardare!".
I due ragazzi sul letto si staccarono e risero, mentre altre due voci arrivavano dal corridoio.
Zayn e Liam che si fermarono accanto a Niall e Lauren.
"Ma che diavolo state combinando? Noi abbiamo fame" disse Liam, guardando storto prima i due innamorati, poi ancora di più i due amici.
Al che Niall rimise Lauren con i piedi per terra e sospirò.
"Ho capito. Usiamo il servizio in camera" disse andando verso il telefono. Zayn e Liam, anche loro in pigiama furono d'accordo e si sedettero sul divano al lato della stanza, mentre Lauren si gettava sul letto, tra i due ragazzi.
Cinse i loro colli con le braccia e li attirò a sé. "I miei due ragazzi" disse, affondando le mani nei loro capelli. Louis gemette frustrato, mentre Harry ridacchiò.
Zayn e Liam li guardarono incuriositi, mentre nessuno si accorse della smorfia che fece Niall istintivamente.
"Len, che stai facendo?" chiese Louis, staccandosi.
La ragazza ghignò malefica. "Vi separo. Così non dobbiamo assistere ad altre scene di quel tipo" disse e così tutta la stanza non poté fare a meno di ridere.

Aprile 2012 – Wellington
Louis si era svegliato quella mattina nella sua camera d'albergo, con il braccio intorno alla vita di Harry, che dormiva accanto a lui.
La sua testa martellava e sospirando poggiò la fronte sulla spalla nuda del ragazzo più giovane.
La sera prima era stata un disastro. Ricordava a malapena la corsa intorno al pub e le urla con le fan. E non ricordava affatto quanto avesse bevuto.
Non aveva la minima idea di come le loro guardie del corpo li avessero riportati all'hotel.
Adesso si sentiva una merda e l'unica cosa che sembrava farlo stare meglio era stare incollato al corpo di Harry. Quindi perché staccarsi?
Il problema fu proprio il suo riccio, che si era appena svegliato e che cercando di fare il più piano possibile si stava liberando dalla sua presa.
"Dove vai?" chiese il maggiore, stringendolo di più con il braccio.
"Oh, Lou. Devo fare pipì" gli rispose e lui lo lasciò andare, sospirando.
"Fa presto e torna qui" gli disse, mentre cercava di trovare una posizione comoda.
Sentì ogni mossa di Harry in bagno e poi il riccio ritornò nel loro nido.
"Mi sta esplodendo la testa" gli disse il più piccolo, mentre lui tornava a stringerlo.
"A chi lo dici, piccolo" rispose Louis, baciandogli la testa. La sera prima era stata deleteria per entrambi.
A quel punto entrambi stavano di nuovo per riaddormentarsi, ma un telefono squillò.
Louis lo lasciò perdere, ma chiunque stesse chiamando non stava rinunciando e la suoneria continuava a riempire la stanza.
"Louis, rispondi a quel telefono" gli disse Harry, allontanando da sé il braccio dell'altro e affondando la testa nel cuscino.
Louis sbuffò e si sporse verso il pavimento, tastando in mezzo ai vestiti sparsi per terra. Seguiva il suono e finalmente trovò il cellulare nella tasca dei pantaloni che indossava la notte prima. E proprio in quel momento il telefono si zittì. Al diavolo. Era tentato di gettare di nuovo i pantaloni da qualche parte, ma il buon senso gli disse di non farlo.
Tirò fuori il telefono e lo poggiò sul comò accanto al letto. Neanche il tempo di stendersi di nuovo, che quell'oggetto malefico riprese a squillare, come aveva previsto.
"Sì?" rispose subito, cercando di non distruggere ancora una volta il suo udito e quello dell'altro ragazzo.
"Quanto pensi di essere stupido da uno a dieci, bro?" chiese Zayn, senza neanche salutare.
"Che ho fatto sta volta?" chiese Louis, passandosi una mano sul viso.
"Che hai fatto? Ma dove diavolo siete tu ed Harry? E per la cronaca, io penso che la tua stupidità vada oltre il dieci".
"Siamo ancora a letto. Mi dici perché continui ad insultarmi gratuitamente?" chiese, sbuffando.
"Lou, lo sai che io ti appoggio sempre e che se fosse per me, tu ed Harry dovreste uscire allo scoperto, ma... insomma. In queste circostanze non mi sembra poi così intelligente urlare la parola fidanzato verso Harry, mentre siete in un pub" spiegò e il più grande spalancò gli occhi.
"Che cosa ho fatto?" disse con la voce più alta di un'ottava, tanto da far sobbalzare Harry.
"Proprio quello che ti ho detto. Continua a girare sui social - e praticamente ovunque - un video dell'accaduto. Per fortuna è talmente di cattiva qualità che non capisco nemmeno io se poi vi siate baciati o meno. Beh, io suppongo di sì, ma potrebbe anche essere la prospettiva. Senti, Lou. Io, Niall e Liam stiamo tornando a Londra. A voi conviene alzarvi da quel letto. Io mi aspetterai una chiamata da loro al più presto". Zayn aveva fatto un monologo lunghissimo e con il mal di testa che aveva Louis fece quasi fatica a stargli dietro, ma aveva capito bene che avesse fatto un bel danno e chi intendesse con quel loro.
Sospirò. "Grazie, Zee. Ci vediamo a Londra" e poi la loro conversazione si interruppe.
Entrò su Twitter e guardò qualche notifica. Quello era il posto giusto per scoprire tutte le voci che giravano su di loro. E non appena vide il video saltò praticamente in aria, mentre Harry borbottava con gli occhi ancora chiusi.
"Harry! Haz, devi guardare. Oh mio dio. Ci uccideranno. Harry, svegliati" quasi urlò e il più piccolo aprì gli occhi, anche se di malavoglia.
"Che cosa?" chiese e Louis gli mise il telefono davanti alla faccia.
La reazione di Harry fu praticamente la stessa del suo ragazzo.
"Oh merda!" esclamò.
"Proprio così. Oh merda". Erano spacciati.

Nemmeno un'ora dopo era arrivata la chiamata. La Modest! Non aveva esitato a fargli una lavata di capo gigante e adesso entrambi i ragazzi stavano cercando di dimenticarla. Era sempre la stessa storia e Louis iniziava a perdere la pazienza. Sì, ok. Il successo e tutto il resto, la perdita dei fan nel caso di un coming out e bla bla bla, tutto quella robaccia. E l'unico modo di sbollire, dopo che li avevano obbligati a separarsi, era proprio il suo Harry.
Il più piccolo, infatti, sarebbe dovuto tornare a Londra qualche ora dopo, mentre Lauren sarebbe stata messa su un aereo che faceva il percorso inverso a quello del riccio, per raggiungere il suo finto fidanzato e farsi vedere in giro per Wellington. L'unico rimedio trovato dai manager; come se servisse a qualcosa.
Comunque, subito dopo la chiamata e dopo aver ricevuto tutte le istruzioni, i ragazzi avevano avuto ancora del tempo insieme. Da soli. E non lo sprecarono affatto.
Subito dopo aver chiuso la chiamata, Louis aveva gettato il telefono da parte ed era finito sopra Harry.
"Pensi che dovrei farmi perdonare?" chiese il maggiore, a un soffio dalle labbra del riccio.
"Per cosa?" chiese Harry, mettendo le braccia intorno al collo di Louis, ma senza fare pressione, dato che l'altro si stava sorreggendo con i gomiti.
"Per aver fatto questo casino".
Il più piccolo sorrise, mostrando le sue fossette. "Sai una cosa, Lou?" disse per poi abbassare la voce, nonostante fossero solo loro due. "Il fatto che tu abbia urlato quella parola in pubblico mi eccita parecchio".
Louis ridacchiò. "Allora quale pretesto devo usare per fare l'amore con te?" chiese.
"Direi nessuno. Ma se proprio lo vuoi... beh, posso premiarti per quello che hai fatto ieri" rispose Harry.
"Mmh, mi piacciono i premi" disse Louis in modo accattivante.
"Bene" sussurrò il più piccolo portando una mano sul cavallo di Louis.
Il più grande gemette. "Bene" ripeté, prima di abbassarsi e finire completamente addosso ad Harry. E poi le loro labbra entrarono in contatto ed entrambi dimenticarono all'istante tutto il dramma – per come la pensava la la Modest!, ovviamente – che avevano creato.


"Potresti fare almeno un piccolo sorriso?" chiese Louis alla ragazza che teneva per mano.
"Sta zitto, Louis" rispose Lauren, mentre camminavano per il piccolo parco della città.
Il ragazzo sospirò. Poi la condusse verso una panchina e si sedette, facendola sistemare accanto a sé.
"Mi dispiace, ok? Non pensavo che ti avrebbero fatta venire fin qui in questo modo".
Lei scosse la testa. "Voi dovreste fare quello che vi pare. E io dovrei stare a casa quando voglio starci. E invece non posso" disse la ragazza e Louis fu incapace di rispondere. Il suo sguardo si incupì, pensando che lei avesse ragione. Era stato lui a chiederle di farlo. Era stato lui che le stava facendo fare cose anche se non voleva.
Lauren si accorse un attimo troppo tardi di quello che aveva detto.
"Lou, scusami" cercò di rimediare, sollevandogli il mento con le dita.
"No. Hai ragione" iniziò a dire lui, ma Lauren lo fermò con un dito sulle labbra.
"Sono stata io a decidere di farlo. Tu non mi hai costretta. E io non dovevo dire quello che ho detto. Scusami. È solo che..." sospirò. "Ho dormito male anche sta notte" terminò.
Sul viso di Louis apparve subito uno sguardo preoccupato. "Anche?".
Lei annuì. "Io... ultimamente è peggio, Boo. E non so nemmeno il perché" spiegò.
"Ti fa di nuovo male?" continuò a chiedere il ragazzo.
Lei annuì. "Il tempo sta cambiando, Lou. Potrei fare la perfetta meteorologa: tra poco le temperature si alzeranno, mentre l'estate si avvicina" disse ironicamente.
Louis fece un mezzo sorriso, mentre lei proseguiva. "Penso che sia questo il motivo delle notti agitate. Mi rendono una donna mestruata tutto l'anno" disse, ridacchiando.
Il ragazzo la attirò a sé e le baciò la testa. "Mi dispiace, Len" disse, mentre lei sospirava, ma accettava volentieri l'abbraccio caldo del suo migliore amico. Beh, nonostante il viaggio, quello non era poi così male.


Luglio 2012

Il sapore della vacanza era quello più dolce. Non che stare sul palco fosse male: anzi, era una sensazione unica. Ma adesso che il tour era finito tutti i ragazzi potevano finalmente andare in vacanza e rilassarsi. Era sempre piacevole tornare a casa, stare con la propria famiglia e avere del tempo per loro stessi.
Giugno era stato davvero un mese pienissimo, ma i ragazzi erano riusciti ad organizzare le proprie vacanze senza alcun problema. Non che ci volesse molto.
E poi c'era Lauren. Durante gli ultimi due mesi era rimasta a Londra a lavorare e aveva fatto soltanto due tappe in America con i ragazzi, tanto che Niall aveva cercato di far spegnere la sua cotta attraverso la distanza. Aveva conosciuto ragazze nuove, ma il risultato non era stato soddisfacente, dato che ad ogni messaggio che gli arrivava di Lauren un sorriso nasceva sul suo viso e le farfalle gli riempivano lo stomaco. E dannazione, lui continuava a maledirsi quando succedeva, ma non riusciva proprio a controllarlo.
Una volta, mentre erano a San Diego, mentre lui stava messaggiando con la ragazza in questione, Liam gli aveva chiesto che cosa avesse tanto da sorridere e ridacchiare.
"Niente" aveva risposto il biondo, sollevando le spalle.
"Niente? Che ci nascondi, Nialler? Con chi stai messaggiando?" chiese Liam, ancora più curioso.
Niall sollevò gli occhi al cielo. "Non sto nascondendo niente. E' solo Lauren" rispose e Liam si voltò a guardare Zayn, che li ascoltava da un divanetto poco distante.
"Che fate? Vi raccontate barzellette?" chiese Liam, tornando a guardare il biondo.
"Qualcosa del genere" rispose Niall e l'altro ragazzo scosse la testa. Niall non gli avrebbe detto proprio nulla.
E poi erano tornati a casa il secondo di luglio. E quando Niall aveva rivisto la ragazza non poteva sentirsi più felice. L'abbraccio che si erano scambiati era ciò che a Niall aveva fatto dimenticare i nomi delle ragazze che aveva conosciuto in America. Sapeva perfettamente che, nonostante gli avessero lasciato il loro numero, lui non le avrebbe richiamate affatto.

Il giorno dopo dal loro ritorno, Niall si era recato a casa della ragazza. Quando Lauren aveva aperto la porta, lo aveva invitato ad entrare, chiedendogli che cosa lo portasse da lei.
"Ti va di mangiare una pizza insieme stasera? Ho finito di fare la mia valigia e non ho altro da fare" disse.
Lei scrollò le spalle. "Perché no" rispose. "Gli altri che fanno?" chiese poi.
"Non lo so. Ma sono sicuro che si aggregheranno a noi. Ci vuole proprio un'uscita tutti insieme prima di andare in vacanza" rispose il biondo. "A proposito di vacanza" continuò a parlare, guardandosi intorno. "Dov'è la tua valigia?" terminò.
"Quale valigia?".
Niall la guardò stranito. "Non torni a casa?" le chiese.
Lei scosse la testa e fece un sorriso triste. "Questa è casa mia, Ni".
"Louis torna a Doncaster..." iniziò Niall.
E Lauren annuì. "Sì, passa del tempo con i suoi, per poi partire con Harry. Hanno organizzato un viaggetto in qualche zona appartata. Dopotutto sono dei romanticoni entrambi" spiegò, ridacchiando.
"Anche Zayn e Liam tornano a casa. E tu resterai a Londra, quindi?" chiese con disappunto.
Lei annuì e poi fu presa alla sprovvista. "Vieni in vacanza da me, in Irlanda" le propose.
Lauren spalancò gli occhi. "Cosa?".
Niall sorrise eccitato. "Sì. Vieni da me. Insomma, potrei farti vedere Mullingar e le bellezze degli irlandesi e ci divertiremo" disse velocemente.
Lei lo guardò per un istante, come se aspettasse che se lo rimangiasse o che improvvisamente dicesse che era solo uno scherzo, ma lui la guardava e basta, attendendo una risposta.
"Dici sul serio?" chiese alla fine.
Niall annuì. "Certo! Non voglio lasciarti qui da sola" le rispose.
Lei fece una smorfia. Non voleva essere compatita e stava per dire qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsene, ma fortunatamente le sorse un'altra domanda, facendola sviare.
"E se ci vedessero insieme? Io sono ancora la ragazza di Louis. Non sarebbe strano?" chiese.
Niall si rabbuiò. "Oh. Hai ragione" poi però disse: "Dai Lauren, che importa? Inventeremo qualcosa. Louis va in vacanza con Harry. Perché tu non puoi venire da me? Dopotutto sanno che siamo amici. E sanno anche che tu e Louis avete una relazione, quindi non penseranno niente di male. E poi tu e Louis non andrete in vacanza ad agosto?".
Lauren l'aveva guardato in silenzio e pensò che il suo ragionamento, dopotutto, non era così sbagliato.
"Hai ragione" disse.
Niall lo sorrise raggiante. "Quindi verrai da me?".
Lei ci pensò un attimo. "Va bene. Sì, verrò".
E Niall esultò. "Grande!" disse, pensando che il suo piano per spegnere la sua cotta stava andando a farsi benedire.


Quasi due settimane dopo la loro decisione, Lauren si era ritrovata all'aeroporto di Londra, con una valigia al seguito e uno zaino sulle spalle.
Niall era già tornato a casa e Lauren gli aveva lasciato trascorrere quei dieci giorni di tranquillità in famiglia senza alcun amico di Londra tra i piedi, proprio come era giusto che fosse.
E in quei giorni, la ragazza aveva preparato il tutto per la sua vacanza. Era davvero strano sentire quella parola dato che per lei raramente c'era stata una vacanza estiva. Doveva ritenersi fortunata se d'estate suo padre la lasciava andare cinque giorni in campeggio con Louis e la loro cerchia, ma mai niente di più.
E proprio per quel motivo, quando aveva riferito la notizia al suo migliore amico, lui si era esaltato quanto lei, tanto che dopo aver terminato la chiamata con Lauren, aveva subito mandato un messaggio a Niall per ringraziarlo.
Neanche Louis, proprio come il biondo, era stato entusiasta dal lasciare la ragazza a Londra e le aveva anche proposto di tornare a Doncaster con lui, ma Lauren aveva rifiutato con un categorico no. Non che non volesse rivedere la famiglia Tomlinson, ma tornando lì correva il rischio di imbattersi nell'ormai unico abitante della casa accanto. E solo il pensiero di rivedere quella casa la faceva stare male. Quindi era meglio così.
Durante la loro chiamata, quindi, le parole conclusive di Louis erano state: "Bene, Lauren. Non farti corrompere da quel folletto irlandese e divertiti. Ma siate prudenti".
"Sì, mamma" aveva risposto Lauren ironicamente, sorridendo per la – sempre pronta – preoccupazione dell'amico.

Il viaggio fino a Mullingar era stato breve, rispetto a quelli che aveva affrontato per raggiungere i ragazzi nelle varie tappe in giro per il mondo, e riuscì anche ad essere piacevole. Quell'ora era passata in fretta, tra le canzoni dei ragazzi che uscivano dalle cuffie, invadendole la testa e il suo diario con i testi delle canzoni che le erano venuti in mente nell'ultimo periodo.
E così era arrivata nella piccola città irlandese, dove Niall la stava aspettando.
"Laurie!" la chiamò, una volta uscita dalle porte automatiche. La ragazza si voltò verso di lui, che le stava facendo segno con la mano e lei si avvicinò. "Ciao" lo salutò, prima di ritrovarsi nell'abbraccio del biondo.
"Ciao" disse lui a sua volta, con un sorriso sulle labbra. Poi la lasciò andare e le prese la valigia. "Andiamo. Mio fratello ci aspetta al parcheggio" disse, conducendola all'esterno.
Pochi metri più in là, Lauren poté vedere un ragazzo più grande di Niall, biondo e con gli stessi tratti del più piccolo, poggiato ad una macchina scura. Lauren pensò subito che immancabilmente si trattasse di un Horan.
"Greg!" disse Niall, attirando l'attenzione.
Il ragazzo si voltò nella loro direzione e sorrise.
"Eccovi qui. Tu devi essere Lauren, la ragazza di Louis" fu la prima cosa che disse.
Lauren non si accorse nemmeno dell'occhiataccia che Niall aveva lanciato al fratello maggiore, ma lei si affrettò a dire: "Finta ragazza di Louis. O semplicemente amica di Niall. O... chiamami come preferisci" e abbassò lo sguardo imbarazzata.
Niall arrivò in soccorso, mettendole un braccio sulle spalle. "O semplicemente Lauren" disse al fratello, mentre la ragazza in questione aveva voltato la testa per guardarlo.
"Va bene. Lauren" ripeté il fratello sorridendo. "Se non si fosse capito io sono Greg, il fratello di questo idiota qui" disse indicando Niall.
"Concordo" disse Lauren, per poi ridere insieme a Greg, mentre Niall protestava con un "Ehi!".

Una volta arrivati a casa di Niall, Lauren aveva iniziato a sentire un po' d'ansia. Beh, avrebbe conosciuto finalmente il papà del ragazzo e quella sera stessa anche la madre. Non aveva mai avuto l'occasione prima, nonostante il trasferimento a Londra. E non sapeva nemmeno il motivo preciso, ma l'ansia era giunta a farle compagnia.
"Vieni, papà ci sta aspettando" disse Niall, scendendo dalla macchina.
Lauren seguì all'interno il suo amico biondo, che aveva rifiutato l'aiuto di Greg e che stava portando la sua valigia.
Non appena arrivarono sotto il portico dell'abitazione, la porta si aprì.
"Oh, siete arrivati. Sentivo del movimento" disse l'uomo, che Lauren identificò come il padre di Niall.
Niall annuì e posò il bagaglio per terra. "Papà, ti presento Lauren" disse, guardando prima l'uomo, poi l'amica.
"Salve, signor Horan. È un piacere conoscerla" disse la ragazza, sorridendo educatamente.
"Chiamami Bobby. Il piacere è mio, Lauren. Finalmente posso dare un volto alla ragazza di cui Niall ci ha parlato tanto".
E a quel punto le sopracciglia della ragazza si sollevarono e lo sguardo si puntò sul ragazzo biondo.
Niall dal canto suo, era arrossito in modo adorabile. "Papà! Io ti parlo di tutti i miei amici. E poi..." e qui si interruppe. "Lascia perdere" fece, mentre Bobby rideva guardando il figlio.
Lauren non fece alcun commento, ma pensò che il comportamento dell'amico fosse strano.
"Allora. Volete entrare o restiamo qui tutto il giorno?" chiese a quel punto Greg, che si era soffermato alla macchina cercando qualcosa e adesso si era di nuovo unito agli altri.
"Oh, sì. Scusatemi. Entrate pure" disse Bobby, facendoli passare.
L'uomo diede istruzioni al figlio più piccolo, che accompagnò l'amica fino alla camera degli ospiti e da quel momento, la loro vacanza insieme era appena iniziata.


Niall e Lauren stavano passando dei giorni insieme davvero piacevoli. La ragazza aveva conosciuto anche Maura, la mamma di Niall, che si era rivelata carina e dolce tanto quanto il resto della famiglia. Lauren non sapeva cosa il ragazzo avesse detto di lei, ma si accorse che nessuno le chiese della sua famiglia o della sua vita prima del trasferimento, mentre le avevano fatto molte domande sulla sua vita attuale, alle quali Niall l'aiutava spesso a rispondere.
Per il resto, avevano passato molto tempo in giro per la città, con l'irlandese che si divertiva a fare da guida turistica. Lauren non sapeva nemmeno se tutto quello che dicesse fosse reale, ma ne dubitava. A volte, infatti, quando non sapeva che dire lui iniziava a raccontare storie con folletti e leggende e Lauren si ritrovava a guardarlo con sospetto. "Mi stai prendendo in giro" gli disse una volta di quelle.
Niall si era interrotto e l'aveva guardata sorridendo in modo innocente. "No" le rispose soltanto.
"Mi stai prendendo in giro" ripeté lei.
"Ti dico di no". Ma il sorriso divertito sulla sua faccia non voleva andarsene.
"Niall! Fai schifo come guida turistica" gli disse, scuotendo la testa esasperata.
"Ma che dici? Le mie storie sono avvincenti. E poi buona parte delle cose che ho detto sono vere".
Lei spalancò gli occhi. "Allora mi stavi prendendo in giro per davvero!".
Niall scoppiò a ridere. "Ok, sì. Ma solo un pochino" disse, mentre lei gli dava un colpo sul braccio.
"Cretino" disse, mentre rideva insieme all'irlandese.
"Però ero convincente".
Lauren ridacchiò. "Per niente".
"Bugiarda" ribatté lui con un sorriso sulle labbra, prima che qualcuno li interrompesse.
"Niall?". Un gruppo di ragazzine si avvicinò a loro con gli occhi che brillavano.
"Ciao" disse il biondo, sorridendo alle ragazze.
"Puoi farci l'autografo?" chiesero, avvicinandosi ancora di più.
Niall annuì. "Certo". Prese la penna e la carta che gli porgevano e scrisse la sua firma per un paio di volte.
Nessuno si curò della ragazza, che ne fu grata e si era spostata un po' da loro, controllando il suo telefono.
Beh, non se ne curarono fino a quando non chiesero di fare una foto. E lei era la prescelta per scattarla.
"Oh. Ma tu sei la ragazza di Louis" affermò la biondina che le stava passando il cellulare per la foto.
Lauren sorrise soltanto e la ragazza continuò: "Dov'è Louis?".
"A Doncaster" rispose l'altra sinceramente.
"E cosa fai qui?". La ragazza sembrava veramente interessata.
Lauren si scambiò uno sguardo con Niall. "Sono venuta a trovare un amico" disse indicando il biondo con un cenno del capo.
"Oh. Ok" disse la ragazza e per fortuna non chiese nient'altro. Probabilmente anche lei si era convinta che fosse veramente in quel modo.
Poi la foto venne scattata e i due ragazzi salutarono il gruppetto, che continuava a ridacchiare e a ringraziare Niall da lontano.
"Scusa" le disse Niall con un piccolo sorriso, mentre camminavano, dirigendosi di nuovo verso casa.
"Figurati. Ci sono abituata. Anche il mio ragazzo è come te, sai?" disse ironicamente, roteando gli occhi.
Niall ridacchiò e distolse lo sguardo. Quella frase lo aveva fatto viaggiare con la mente. Sapeva che Lauren stava parlando di Louis, ma gli sarebbe piaciuto essere quel ragazzo un giorno. Sospirò, mentre continuava a camminare. Sapeva che quella non era una possibilità realizzabile. Doveva toglierselo dalla testa e accontentarsi dell'amica che aveva.


Quel pomeriggio, Niall e Lauren si erano ritrovati nel salotto di casa Horan, pronti per scegliere un film e gettarsi sul divano.
In realtà Niall, inizialmente, aveva proposto di andare nella piscina della città, dato che fuori faceva un caldo terribile. L'espressione di Lauren però, era passata dall'essere serena al essere piena di panico.
L'irlandese capì subito che qualcosa non andava con quell'idea. E tirando ad indovinare, avrebbe potuto dire che quel qualcosa riguardava le sciarpe di Lauren. O meglio, ciò che aveva sotto quelle sciarpe colorate.
"Non pensi che faccia troppo caldo per la piscina?" borbottò poi, senza guardare il ragazzo.
Niall fece una faccia stranita. Non si andava in piscina proprio perché faceva caldo? E poi avrebbe scommesso che quel tessuto, sebben leggero, che portava intorno al collo, in contrasto con la maglia a maniche corte, le stava portando più caldo di quanto non facesse già.
Ma Niall non aveva alcuna intenzione di forzarla a fare qualcosa che non voleva.
"Film e aria condizionata?" chiese quindi, con un sorriso sulle labbra.
Lauren aveva rialzato lo sguardo e gli aveva sorriso grata. Aveva annuito e avevano raggiunto il salotto.
La ragazza si era accomodata sul divano mentre Niall tirava fuori i cd dal cassetto sotto al televisore.
"Cosa vediamo?" le chiese.
Lei sollevò le spalle. "Quello che vuoi".
Niall roteò gli occhi. "Non sei molto d'aiuto, Lau. Film o cartone?" chiese poi, sorridendo.
La ragazza ci pensò un attimo. "Che cartoni hai?".
Niall era sicuro che gli avrebbe fatto quella domanda. Ridacchiò divertito e poi iniziò ad elencare: "Pinocchio, La carica dei 101, Hercules, Robin Hood..." iniziò a leggere, mentre lei scuoteva la testa.
"La spada nella roccia, Cenerentola..." poi si interruppe e alzò gli occhi improvvisamente. "Non chiedere" l'ammonì. "Non provare a chiederlo" disse, mentre cercava di trattenersi dal ridere. Lauren invece stava già ridendo. Si aspettava quel genere cartoni in una casa di uomini, davvero. Ma l'ultimo che aveva appena pronunciato... beh, quello non se lo aspettava.
"Ma che...?" iniziò a dire.
"Ho detto non chiedere" la interruppe lui, mentre ormai rideva con la ragazza.
"Va bene" si rassegnò. "Vai avanti" lo incitò dopo.
"Toy Story..."
Lei scosse la testa di nuovo. "Troppo Liam" commentò.
Niall roteò gli occhi. "Laurie, guarda che stanno finendo. Quindi muoviti e decidi".
"Ok, ok" disse la ragazza, invitandolo ad andare avanti.
"Aladin, Mulan, Il Re Leone...".
E la ragazza lo fermò. "Aaw. Il Re Leone!" disse con voce mielosa.
Niall ridacchiò. "Aggiudicato?".
"No, aspetta" disse lei e il ragazzo piagnucolò esasperato. Lauren ridacchiò. "Hai il secondo del Re Leone?" chiese, poi.
Niall annuì. "Sì. Ma perché non vedere il primo, scusa?" chiese. Quella ragazza era proprio strana.
Lei fece un gesto sbarazzino con la mano. "Non chiedere" disse, riusando le parole precedenti di Niall.
"O magari lo posso chiedere a Louis" disse Niall, diabolico.
"E io posso chiedere a tuo padre...". Il biondo la interruppe.
"Ok, ok. Hai vinto" disse, con sguardo spaventato.
Lauren ridacchiò. "Dopo potresti prendermi in giro. E io ho una reputazione da mantenere" aggiunse.
Niall scosse la testa, mentre metteva il cd nel lettore.
"Penso di non essere nella posizione giusta per farlo" disse, affondando sul divano accanto a lei.
"Ma non sarebbe un problema. Sai, anche io piangevo per la morte di Mufasa, quando ero bambino" terminò, guardandola in modo astuto e divertito.
Lauren aprì la bocca, sorpresa. Intuitivo. E poi gli diede uno schiaffo sul braccio.
"Ahi. E questo?" chiese lui, cercando di non ridere e massaggiandosi il punto colpito.
"Stupido" lo insultò. "E poi davvero, tu non vuoi vedermi in quel modo" terminò rabbrividendo.
"Va bene, va bene" si arrese Niall, sollevando entrambe le mani. Poi con un sorriso sulle labbra, si voltò verso il televisore.
Durante il film i due ragazzi non avevano fatto altro che commentare, chiacchierare e ridere, tanto che dal piano di sopra anche Greg riusciva a sentirli. Lauren aveva anche iniziato a canticchiare le canzoni del cartone e Niall, compiaciuto e felice di sentire la sua voce senza il bisogno di chiedere, si unì spesso a lei.
E mentre Greg scendeva al piano di sotto, per uscire di casa e raggiungere la sua fidanzata, passando per il salotto in cui i due erano distesi sul divano a pochi centimetri l'uno dall'altro, non poteva fare a meno di pensare che quella era una delle poche volte in cui aveva visto suo fratello minore interagire in quel modo con una ragazza. Aggiungendo anche il fatto che Niall, prima dell'arrivo di Lauren, non riusciva a smettere di parlare di lei, iniziava a pensare che suo fratello non la considerasse soltanto un'amica. Anzi, Greg ne era proprio convinto.

Il film era finito e casa Horan, a parte i due ragazzi, era rimasta deserta.
"Adesso voglio il mio the" disse Lauren mentre passavano i titoli di coda, con un piccolo broncio. Infatti, lo aveva già richiesto durante il film, ma Niall non aveva voglia di alzarsi.
"Ci stanno trenta gradi fuori e tu vuoi il the" disse Niall esasperato, voltandosi a guardarla.
"Sì. Io sono inglese, Niall".
"No. Tu sei come Louis. Mi fate paura entrambi".
La ragazza rise e poi si alzò in piedi. Prese il biondo per il braccio, trascinandolo con sé in cucina.
"Dimmi dove prendere l'occorrente che lo faccio io" propose la ragazza.
Niall però non era d'accordo. "Siediti, Laurie. Ci penso io. Non ti avvelenerò, promesso".
La ragazza sorrise e fece come le era stato detto.
Niall intanto diceva: "Almeno il the lo so fare".
Lei ridacchiò. "Dovrò insegnarti a cucinare come si deve, Ni".
"Mi piace la tua cucina. Chi ti ha insegnato a farlo?" le chiese, curioso , mentre lasciava il bollitore sul fuoco e si voltava a guardarla.
"Autodidatta provetta. Ore di allenamento e video su internet" disse lei, con un sorriso divertito.
"E magari anche programmi di cucina" continuò Niall, piegando la testa.
Lei rise. "Sì, anche" rispose. "Ho fatto parecchie prove. Anche se non ho mai avvelenato nessuno" continuò. "Purtroppo" terminò a voce bassa, quasi sovrappensiero.
Niall la guardò con stupore, ma nel momento in cui i loro occhi si incrociarono, lei aveva di nuovo il sorriso sulle labbra. Il ragazzo decise di non commentare e tornò al the.
In pochi minuti la bevanda era pronta e Niall gliela mise davanti. "A lei".
"Grazie" e mentre lei iniziava a bere, Niall cercava qualcosa da sgranocchiare nella dispensa. Trovò dei biscotti e si sedette davanti alla ragazza.
"Hai sentito i ragazzi?" chiese Lauren, tra una sorsata e l'altra.
"Sì, ci siamo scambiati qualche messaggio" rispose Niall. "E tu?".
"Ho parlato con Louis. Ieri lui ed Harry sono partiti per Honolulu" disse, utilizzando il nome di quella città per un'altra, di cui non gli veniva il nome.
Il biondo ridacchiò. "Si daranno alla pazza gioia".
Lei roteò gli occhi, divertita. "Già" commentò, prima che il ragazzo cambiasse discorso.
"Stasera c'è il golf. Stasera guardiamo il golf, giusto?" disse, tutto eccitato.
"Sì, stasera guardiamo il golf" confermò con un sorriso sulle labbra, per poi intraprendere una conversazione al riguardo e iniziare a scommettere su chi avrebbe vinto.
E poi, mentre lei continuava a sorseggiare, dilungando quel the più del dovuto a causa della loro conversazione, il cellulare nella tasca di Lauren squillò avvisando che era arrivato un messaggio. Era talmente concentrata sul ragazzo che quel suono, seguito dalla vibrazione la face sobbalzare spaventata. E la sua tazza, già piegata per bere, fece fuoriuscire del liquido ancora caldo, finendo sul tessuto leggero intorno al suo collo.
"Maledizione" bisbigliò la ragazza, poggiando la tazza sul tavolo.
"Aspetta" disse Niall, alzandosi in piedi. Diede le spalle alla ragazza, cercando dei tovaglioli per aiutare Lauren.
E poi tutto avvenne come al rallentatore: Niall si era voltato di nuovo con dei tovagliolini in mano, ma si era bloccato di colpo e il suo braccio rimase a mezz'aria.
Lauren stava togliendo la sciarpa che aveva intorno al collo. Niall non capì se lo stesse facendo consapevolmente, ma lui non riusciva a dire una parola. Il suo sguardo era incollato su di lei.
E poi, quando Lauren la sfilò del tutto, Niall riuscì a vedere il collo della ragazza, messo in risalto dalla coda di cavallo che aveva fatto precedentemente ai capelli. Per la prima volta riusciva a vedere quella parte del corpo della ragazza. E Niall raggelò. Per la prima volta vide che cosa si nascondeva sotto quelle sciarpe. Sulla parte destra del collo di Lauren c'era un segno lungo e stretto: una cicatrice.

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Angolo dell'autrice: Ecco qui. Riscappo. Yuuuhuu. Fatemi sapere che ne pensate ^^


The Truth Behind Us (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora