Ti voglio bene

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La mattina dopo Rose riuscì a convincere l'infermiera a riprendere subito le lezioni. Prima si sarebbe presentata, prima le chiacchiere sarebbero affiorate e sarebbero finite. La McGranitt era venuta a dirgli che quei tre avrebbero avuto un udienza i tribunale tra un mese e che gli erano state date punizioni e inoltre erano stati espulsi dal quidditch. I suoi cugini però non gli erano parsi ancora soddisfatti.
"se provano anche solo a guardarti giuro che non rimarrà molto di loro" disse James seduto a colazione accanto a Rose. Tutti gli si erano seduti vicini, come se volessero fare uno scudo tra lei e quelli che chiacchieravano dell'accaduto. Tutti quelli che avrebbero voluto domandare venivano trafitti da sguardi di avvertimento e facevano velocemente retromarcia. Rose era davvero commossa che gli volessero così bene.
"Rose secondo te com'è andato il compito di difesa contro le arti oscure? Chissà se oggi ci darà i risultati!" Albus parve preoccupato dall'idea.
Rose gli sorrise.
"non preoccuparti. Sarà di certo andato bene" lo rincuorò.
Rose si guardò intorno e trovò con lo sguardo una delle poche persone che non guardava lei ma Albus. Era Amber. Senza farsi notare dagli altri si avvicinò a Albus.
"Penso sia il momento migliore per lei" gli bisbigliò e gli indicò con un cenno Amber. Albus seguì il suo sguardo e poi annuì.
"va bene" si stava per alzare ma la campana della fine della colazione e dell'inizio delle lezioni suonò.
Rose gli prese la mano quando tutti uscivano.
"vai ora. Dirò io alla prof che ti sei sentito momentaneamente male. E prenditi tutto il tempo che serve. Lei ha bisogno di te ora" quasi glielo ordinò e lui la strinse in un abbraccio.
"grazie Rosie" e se ne andò lei lo guardò andarsene orgogliosa di lui.
Rose si guardò intorno. La prima lezione era con i serpeverde. Finalmente avrebbe parlato con Scorpius.

E invece lui non c'era. Non venne a lezione. Lei si preoccupò, magari stava male, poi invece lo vide entrare nell'aula di incantesimi, la seconda lezione dei serpeverde, mentre lei invece andava a trasfigurazione.
Forse era arrivato troppo in ritardo, si era svegliato tardi, si ritrovò a pensare. L'ultima ora erano a pozioni di nuovo con i serpeverde quindi magari allora l'avrebbe visto...

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Albus guardò Amber.
"Hai visto? Li hanno espulsi, saranno sotto processo e sconteranno la loro pena. Così devono andare certe cose. Si risolve solo se tu chiedi aiuto. Non riesco a capire perché tu non puoi fare lo stesso!"disse.
Amber si strinse le braccia.
"Albus lui è mio padre. Io non posso mandarlo in prigione. Come posso fare una cosa del genere. Mi butterei in mezzo a una strada da sola... e poi lui....lui mi ha dato la vita... non posso fare una cosa del genere..." scuoteva il capo e tremava. Non sopportava di parlarne. Non voleva continuare..........
"è assurdo! Tuo padre è un pazzo! È un violento! È un maniaco! Non puoi abbassare la testa e ringraziarlo di darti una casa e di averti dato la vita!" Albus era fuori di se. Era una cosa assurda. Come poteva dire cose del genere guardandosi allo specchio, vedendo cosa quell'uomo gli aveva fatto e che ancora dopo tre settimane non erano scomparsi i segni.
"chi altri ho se non lui. Nessuno. Mia madre è morta, mia sorella è scappata e non si è fatta più viva, ci ha abbandonato. Non c'è nessuno..." ormai era in lacrime. Si lasciò cadere contro il muro, seduta e si strinse le gambe al petto.
La rabbia lo fece vacillare. Si inginocchiò accanto a lei e la costrinse ad alzare il volto.
"ci sono io Amber. Ci sono sempre stato e ci sarò per sempre. Io ti voglio bene. E non perché ti ho dato la vita, non perché ti violento o perché mi pulisci la casa. Ti voglio bene per come sei. Ti voglio bene e basta!" lo disse quasi gridando. Perché non gli entrava nella testa?
Lei singhiozzò. Poi gli mise le braccia intorno al collo e lo abbracciò, piangendo. "anch'io ti voglio bene" la sentì dire tra i singhiozzi.

******

Albus tornò alla terza ora e gli disse che finalmente si era convinta. Avrebbero parlato con la preside quel pomeriggio. Rose sorrise contenta. Non solo per Amber ma anche per Albus, che si era da sempre tormentato nel tentativo di convincerla e di aiutarla.
Poi l'ora finì ed andarono a pozioni. E Scorpius non venne in classe.

"perché mi eviti?" chiese Rose. Scorpius non la guardò neanche in viso. "non ti stò evitando" affermò lui freddo. Quelle parole ferirono Rose quanto il fatto che non lo guardava. L'aveva visto molte volte mettersi davanti una barriera fredda tra lui e le persone per difendersi da tutto e tutti ma non l'aveva mai fatto con lei. Lei non gli voleva fare del male. Lei gli voleva bene. Pensava che lui lo sapesse.
"Scorpius cosa ho fatto di sbagliato? Ho detto qualcosa o.." ma lui la interruppe con rabbia.
"il problema con te è questo. Tu sei così! Qualsiasi cosa succeda è colpa tua. Finiscila di fare la vittima e prenditela con chi ha davvero torto. Perché non mi gridi addosso? Perché non mi picchi, o non mi lanci addosso tutte le maledizioni che sai? Diventa una persona normale per una volta! Reagisce da persona, non da automa! Non hai amici, non hai una vita e perché? Perché sei troppo complicata, ti complichi tu stessa la tua vita perché ti senti colpevole di tutto. E poi mi dicevi che sono io che vado in giro con una corazza! La tua allora cos'è?".
Queste cose gliele grido a pochi centimetri dal viso di Rose. Lei rimase senza parole.
Aveva ragione... era stata sempre una che analizzava tutto dall'esterno delle situazioni. E si faceva l'esperta con gli altri. Pensava di riuscirci almeno a essere una buona amica ma evidentemente non era così.
Lacrime calde scesero sulle sue guance.
Da quant'è che non piangeva?
Da anni non lo faceva più. Forse dalla prima volta che aveva fatto esplodere la casetta sull'albero, la prima volta che aveva capito cosa poteva fare quando era arrabbiata.
Anche il giorno prima aveva avuto paura ma le lacrime non erano scese. Ma adesso il cuore gli andava a pezzi e le lacrime scendevano.
Scorpius aveva ragione. Lei fino ad ora era stata un automa. Guardò Scorpius che gli voltò le spalle e se ne andò. Lei fece lo stesso mentre le lacrime continuavano a scendere.
******

Scusami Rose, scusami. Ti voglio bene ma ho dovuto farlo.....

Il DestinoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz