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Non riesco a crederci. Phema è pazzo. Continuo a girarmi e a rigirarmi davanti allo specchio cercando di capire che razza di vestito sto indossando. È nero e bianco, la gonna è corta fino a sopra il ginocchio e molto voluminosa, è fatta da strati di tulle e velo, credo... Ci sono dei disegni bianchi che partono dal busto molto fitti per poi espandersi sulla gonna. La parte superiore del vestito è fatta di una stoffa morbida e molto aderente e in alto è di pizzo nero. Il vestito è senza maniche e mi lascia il collo scoperto mostrando i segni molto evidenti dei morsi sulla mia pelle candida. Indosso delle calze che arrivano fino a sopra il ginocchio che terminano in pizzo. Sembro una bambola vecchia di un bambino viziato e con gusti stravaganti. Ah no, lo sono... La cosa strana è che non provo nulla. Apatia totale, non posso nemmeno dire che mi da fastidio il fatto di non provare niente perché non provo nemmeno quello. Mi sento vuota, ma il vuoto è bello perché nel vuoto non c'è dolore alcuno. Mi sfioro i morsi sul collo con le mani tremanti e mi avvio verso il corridoio, chiudendomi dietro di me la porta. Dopo ciò che ho passato penso che una parte di me si sia rassegnata. Forse se mi arrendo farà meno male... Sospiro -Zippo... Mi manchi tanto- sussurro scendendo le scale -Che fai stupido essere? Parli da sola?- alzo lo sguardo di scatto un po' spaventata, ai piedi della scala c'è Dimitri, non mi guarda, ma continua a leggere il suo libro. -N...no- dico, poi ci ripenso ed effettivamente sto realmente parlando da sola perché Zippo non è qui con me -Si, parlo da sola- sussurro. Dimitri chiude il libro di scatto e mi guarda, i suoi occhi violacei mi attraversano -Che nome singolare che hai- dice avvicinandosi -Cerchiamo di renderti degna di esso-. Mi solleva da terra con una mano sola prendendomi per la vita. Rimango sorpresa in un primo momento per poi cercare di liberarmi -Mettimi giù! Non sono un oggetto da trasportare dove vuoi! Lasciami!- mi divincolo, ma lui non fa una piega, anzi sbuffa -Sai leggere?- chiede stizzito. Mi sento presa in giro, ovvio che so leggere, anche se non sono andata a scuola ho imparato da sola sia a leggere che a scrivere. A casa sono piena di libri bellissimi e alcuni hanno perfino dei disegni coloratissimi. -Si- rispondo con voce sorprendentemente piatta -Allora non sei del tutto stupida- dice lui sottovoce. Non mi ha ancora rimessa a terra e non so dove stiamo andando anche se credo che stiamo andando in una biblioteca. Dimitri continua a salire le scale fino all'ultimo piano della gigantesca villa fino a trovarsi di fronte una porta molto imponente -Vediamo di insegnarti un po' di buone maniere- dice spingendomi avanti. Sto per ribattere dicendo che io non sono affatto maleducata, ma rimango completamente affascinata dalla quantità di libri presenti in questa stanza. Scaffali altissimi e infinitamente lunghi pieni di milioni di libri tutti diversi. Quante storie che sono raccolte dentro quelle pagine, quanta vita in mezzo alle righe, incredibile cosa riesca a fare un po' d'inchiostro su un foglio bianco. Una mano mi si appoggia sulla schiena per poi spingermi avanti facendomi cadere su un piccolo divano rosso cremisi davanti ad un tavolino in legno nero. Non me l'aspettavo e per lo spavento mi scappa un grido. Dimitri mi lancia un libro -Cammina con quello sulla testa- mi dice sedendosi su una poltroncina dello stesso colore del divano. Credo di aver capito che ormai devo obbedire a ciò che mi viene detto se non voglio che per me vada a finire male. Inizio a camminare col libro appoggiato sulla testa, ma non riesco a farlo stare in equilibrio e ad ogni due passi mi scivola a terra -Come pensavo sei veramente incapace- dice Dimitri alzandosi e avvicinandosi. Ho paura della sua vicinanza, non voglio essere morsa nuovamente. Strizzo gli occhi aspettandomi il freddo dei suoi canini sulla mia carne, ma non arriva nulla, anzi le sue mani fredde si appoggiano sulle mie braccia aprendole -Cammina adesso- dice. Io ci provo, ma dopo sei passi mi cade il libro. Bhe dai è un miglioramento, almeno non mi è caduto subito. Mi giro e ci riprovo, non che ne abbia tutta questa voglia ma preferisco molto camminare con un libro sulla testa che avere due canini conficcati nel collo. Questa biblioteca è veramente gigantesca, ci sono libri ovunque, persino sul pavimento. Chissà chi li ha letti tutti, ci vorrebbero centinaia di vite per finirli. Gli scaffali sono bianchi con decorazioni d'oro e nere e alle estremità terminano con delle volute graziose e delicate. Sono dei mobili veramente bellissimi. Gli scaffali arrivano fino a sopra il soffitto, ma non vedo nessuna scala per raggiungerli. Ho la mente completamente assorta nel guardare i libri che non mi accorgo di stare per andare a sbattere contro una pila di libri affianco al divano così perdo l'equilibrio e cado in avanti sbattendo le ginocchia sul pavimento freddo. Fanno male, molto probabilmente mi verranno fuori due orrendi lividi violacei sulle ginocchia. -Sarà meglio per te che al mio ritorno tu abbia imparato come si sta composti- dice Dimitri alzandosi e uscendo dalla biblioteca. Guardo la sua schiena dritta allontanarsi e chiudersi la porta alle spalle con un giro di chiave. Sono chiusa dentro. Non sono preoccupata, anzi, tutto il contrario, sono sollevata perché finalmente so di essere sola. Mi distendo sul divano rosso e guardo il soffitto. Sento i muscoli del mio corpo pian piano sciogliersi e rilassarsi. Non avevo idea di essere così tanto tesa. Se questa casa non l'associassi alla morte e al sangue sarebbe bellissima; è dotata di tutto ciò che si potrebbe desiderare: stanze enormi e perfettamente arredate, una cucina in cui ci potrebbe entrare tutto se ce ne fosse bisogno, un atrio che farebbe invidia ad un castello e una biblioteca che ti fa rimanere senza fiato. Non ho parole per descriverla, è veramente splendida. Mi verrebbe voglia di curiosare per scoprire che tipo di libri contiene ogni scaffale, ma mi trattengo. Questa è la mia occasione per scappare, pensavo di essermi rassegnata, ma in fondo io voglio scappare più di ogni altra cosa al mondo. Mi alzo e mi avvicino a una delle gigantesche finestre che danno sul cortile. La parte di giardino che vedo è coltivata con moltissime rose color scarlatto che formano un tappeto rosso sangue sotto di me, sono molto belle, si addicono a tutto il resto. Più in là vedo tutti e 5 i vampiri salire in auto, il mio cuore accelera il suo battito finché seguo con lo sguardo l'auto allontanarsi fino a scomparire dietro il cancello della villa. È l'occasione che cercavo servitami su un piatto d'argento.

La ladra di sogniWhere stories live. Discover now