CAPITOLO 11

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Eravamo appena atterrati all'aeroporto di Catania e per la prima volta il mio amore aveva preso

un aereo di linea....ovviamente prima classe.... Fuori faceva un caldo pazzesco tipico della mia Sicilia

e non vedevo l'ora di salire nella macchina che aveva noleggiato Mark per accendere l'aria

condizionata, guidava lui e per arrivare al mio paese ci volevano due ore... io ero il navigatore.

In macchina non parlammo molto, lui pensava sicuramente a quella pazza della sua ex ed io che fra

poco avrei rivisto la mia famiglia,mi avrebbero visto incinta e con un fidanzato...non erano persone

all'antica, avevano una mente aperta ma non sapevano nulla e soprattutto per mio padre sarebbe

stato uno shock, non li ho nemmeno avvisati che sarei arrivata....Mark ruppe il silenzio.

<Sei agitata?>

<Un pochino.... sai dopo un anno non e' facile, sono andata via senza dargli il tempo di abituarsi

all'idea e non ci siamo piu' sentiti.>

<Vedrai che andra' tutto bene e poi ci sono io con te..>

<Lo so' e ti amo anche per questo...>

Con una mano guidava e con l'altra teneva la mia, mi stava dando sostegno e il suo gesto era cosi'

bello. Quando posteggio' davanti casa il mio cuore batteva forte... tanti ricordi subentrarono in me,

era la casa dove ero cresciuta e dove avevo perso una delle persone piu' importanti della mia vita

mi presi di coraggio e con Mark accanto a me suonai. Mio padre rispose e quando senti' che ero io

venne direttamente lui ad aprire.

<Ciao papa'.>

<Martina> mi abbraccio' e si blocco' quando capi' il mio stato, mi guardo' e poi si volto' verso Mark.

<Papa' ti presento Mark Green, il ....>Mark m'interruppe e allungando una mano verso di lui si

presento'.

<Buongiorno signor Neve sono il fidanzato di sua figlia.>

Mio padre rispose.

<E a quando pare il padre del mio futuro nipote.> sorrise guardando me.

Entrammo e tutto era come l'avevo lasciato , ci sedemmo in cucina, da noi non si usa fare

accomodare gli amici in salotto... la cucina e' un posto di famiglia e li'' vanno le persone tali il salotto

lo lasciamo ai rappresentanti e dottori...

Papa' guardo' Mark e gli parlo'.

<Bene signor Green...>lo interruppe.

<La prego mi chiami Mark..> annui' e prosegui'.

<Che lavoro fai?>

Ecco il terzo grado a cui Mark sara' costretto a sottoporsi.Ma lui era sereno e indifferente.

<Sono un imprenditore, ho diverse aziende sparse in Europa e la sede centrale e' a New York.>

<In America?Porterai mia figlia li'?>

Subentrai io.

<Papa' sono gia' stata li' per sei mesi... e' complicato.>

Mark mi guardo' e prese parola lui.

RITORNERAI DA ME..... E SARA' PER SEMPRE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora