Capitolo Undici

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TRIS POV
La mattina successiva Tobias si offre di accompagnarmi a scuola in macchina, ma durante il tragitto non ci diciamo una parola. Cerco di sintonizzare la vecchia radio su una stazione decente, e anche se non si sente alla perfezione almeno è qualcosa con cui riempire il silenzio.
Quando arriviamo lui scende e viene subito ad aprirmi la portiera. Gli sorrido e lo prendo per mano. Dappertutto vedo ragazze lanciarmi occhiate d'invidia: Tobias è uno dei pochi ragazzi 'fighi' della scuola, e anche se a me non importa più di tanto della sua bellezza, adesso che lui è mio mi sa che tutte mi vorrebbero morta. Gli appoggio la testa sulla spalle e sbatto le ciglia più del solito - così, tanto per fare. A quanto pare ho un desiderio di morte.
Mi accompagna al mio armadietto e mi bacia sulla testa. "Ci vediamo dopo" sussurra.
"Ci vediamo" rispondo.
Prendo i libri che mi servono per le prime ore, e non faccio in tempo a girarmi che mi trovo davanti un ragazzo con un piercing nel sopracciglio e un sorriso malizioso stampato in faccia.
"Ciao bambolina. Io sono Eric" dice.
"Che cosa vuoi?" Ha detto solo cinque parole e già non lo sopporto.
"Non cosa, ma chi" risponde, squadrandomi avidamente.
Scoppio a ridere. Rido, rido, rido, continuo a ridere e lui mi sta guardando scioccato. Ridivento seria in un secondo e dico: "Seriamente, vai a fotterti una mucca."
Me ne vado senza aggiungere altro verso l'aula di inglese, e sento dietro di me le risate di quelli che hanno assistito alla scena.
Inglese passa senza intoppi. Ci è stato assegnato un libro da leggere, Colpa delle stelle di John Green. Sembra interessante, ho letto la quarta di copertina e ho scoperto che parla di una ragazza malata di cancro che incontra un ragazzo particolare. So già che lo finirò in due giorni.
L'ora successiva è chimica; anche se Tobias è con me la lezione è noiosa come al solito, e non riusciamo a dirci nulla. L'unico momento emozionante è stato quando Peter ha messo troppo di qualcosa dentro qualcos'altro e siamo quasi saltati in aria. Dico 'qualcosa' perché non ho idea di cosa stessimo facendo, il che dimostra quanto io sia brava in chimica. Però l'esplosione è stata fantastica, c'era fumo ovunque e si è anche rotta una provetta di vetro.
All'ora di pranzo mi siedo al solito tavolo, e mentre aspetto gli altri mi infilo gli auricolari e ascolto gli Imagine Dragons. Sono presissima da Radioactive quando Christina arriva e si mette a sedere accanto a me.
"Raccontami. Tutto."
Le dico di cosa succede con Burt, ma tralascio gli eventi della scorsa notte. Lei non dice 'mi dispiace' o 'non ti meriti tutto questo'. Mi abbraccia e basta, ma in quel momento mi fa sentire forte e coraggiosa, come se potessi davvero sopportare questa situazione.
Arrivano tutti, Tobias per ultimo. Appena arriva si siede in parte a me e mi mette protettivamente un braccio intorno alle spalle.
Sospiro. "Ora che siete tutti qui, e che praticamente sapete tutto, forse è il caso che vi spieghi cos'è successo ieri sera."
Racconto tutto, ma evito di descrivere le condizioni della mia schiena. Quando l'ho controllata stamattina era infiammata, gonfia e in alcuni punti viola, e sentivo che avrei vomitato.
Spiego di come Tobias mi abbia lasciato dormire da lui, e quando racconto questa cosa Christina mi lancia una di quelle occhiate che dicono 'Quando finiremo qui mi dirai TUTTO'. Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere quando la vedo fare facce strane.
"Ah, prima ho incontrato un tipo con un piercing, Emil o Edward o qualcosa del genere..."
Uriah sbuffa. "Eric. Quello è uno stronzo di prima categoria."
"Sì, ecco, ha provato a rimorchiarmi" dico tra un morso al mio panino e l'altro.
Sento Tobias irrigidirsi, e gli metto una mano sulla schiena per tranquillizzarlo.
"E l'ho mandato a 'fanculo" concludo.
Impallidiscono tutti, perfino Zeke. Christina spalanca gli occhi e mi chiede in tono preoccupato: "Esattamente cosa gli hai detto, Tris?"
"Gli ho detto di andare a fottere una mucca. Non mi sembra così grave" rispondo scuotendo la testa.
Marlene però mi dice: "No, Tris, guarda che se pensi che Peter sia uno schifo non hai idea di cosa potrebbe fare Eric."
Scrollo le spalle. "Pace."
Proprio in quel momento la campanella suona e io scappo verso la palestra, salutando i miei amici ancora un po' preoccupati.

***

Sono l'ultima rimasta negli spogliatoi. La scuola è finita da un pezzo, ma ho voluto farmi una doccia più lunga del solito per sciogliere la tensione.
Mi infilo le cuffie, prendo lo zaino e mi avvio verso l'uscita. Ho messaggiato a Tobias dicendogli di non aspettarmi, e anche se ho dovuto insistere un po' alla fine l'ho convinto ad andarsene.
Quando apro la porta inciampo in una sacca abbandonata lì davanti da qualcuno, e cado a terra. Una persona - no, due persone - mi afferrano per le braccia e per le caviglie.
Mi tengono ferma a terra e sono certa di non poter combattere contro tre persone, sento la terza che mi mette una benda sugli occhi. Grido, ma quello (o quella?) mi tappa la bocca. Non respiro e non sento niente perché gli auricolari sono ancora nelle mie orecchie.
Mi sollevano per portarmi chissà dove. Sono fregata. Cazzo.

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Broken- Divergent/Fourtris fanfictionWhere stories live. Discover now