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Jungkook è quel genere di ragazzo che lascia dietro di sé un'amara è lunga scia di confusione. La metà del tempo la sua espressione resta così semplice e sincera da sembrare un inganno. Anche le parole più crudeli fuoriescono dalle sue labbra con la dolcezza di un bacio, Jeon Jungkook pronuncia frasi che potrebbero spezzarti il cuore mantenendo sempre uno sguardo ingenuo e usando il suo solito tono di voce zuccherino.
È andato via da Busan senza dire una parola, il suo appartamento si è improvvisamente svuotato e di lui non è rimasto niente se non delle stupide scritte fatte con delle chiavi sul muro della nostra vecchia scuola.
Da un giorno all'altro, Jungkook ha preso le sembianze di un ricordo.
Dirgli addio è stato difficile e proprio quando ero pronta a dimenticare ogni cosa di lui, eccolo che riappare. In carne e ossa. Bello più di prima e con addosso dei ridicoli vestiti costosi, il suo sorriso è sempre lo stesso: bugiardo. Lo noto da come mi guarda mentre sorseggia la sua bevanda, è sereno, come se non fosse mai successo niente, come se il nostro fosse stato soltanto uno stupido gioco da adolescenti.
Ma per me lui era più di questo, Jungkook per me era un punto fermo. Era la casa accogliente che ho sempre desiderato, la mia vera famiglia, un posto al sicuro e nascosto dove poter dormire senza avere più incubi.
Jungkook è sempre stato bravo a mantenere la sua espressione impenetrabile mentre io non ci sono mai riuscita, io sono sempre stata incapace a mascherare tutte le assurde emozioni che provavo per lui. Anche adesso sento il cuore volermi uscire dal petto e la forte rabbia annebbiarmi la vista.
—flashback—
Sento il rumore leggero di alcune pietre sbattere contro il vetro della mia finestra, sorrido perché so già chi ci si nasconde dietro quel rumore, così tolgo in fretta le cuffie e mi alzo tutta scattante dal letto.
«Jungkook!» dico dopo aver aperto con cautela la finestra così da non svegliare mia madre. «Che ci fai lì fuori? Sali!»
Mi accorgo solo adesso che Jungkook ha i capelli e i vestiti inzuppati di pioggia, non ha nessun ombrello ma solo il cappuccio della felpa in grado di potergli coprire solo metà volto. Lo osservo arrampicarsi con estrema facilità sull'albero centinaio posizionato di fronte la mia camera da letto, non è di certo la prima volta che si intrufola in casa mia quindi conosce già a memoria ogni ramo.
«Non dovresti uscire di casa quando fuori piove, sai che potresti prendere un raffredd-»
In un solo istante mi sento catapultata in un altro universo, sento la musica provenire dalle mie cuffie adagiate sul cuscino, il vento spostare dolcemente le foglie e il sapore della pioggia proprio sulle mie labbra. È un bacio rubato che si trasforma in un momento indimenticabile. Avevo già sognato il nostro bacio, milioni di volte, ed era proprio così.
È non è la pioggia a creare lo scenario perfetto, direi che è la spontaneità di questo bacio a rendere ogni cosa giusta. Ma nei miei sogni c'era sempre un'altra emozione, quella che sto percependo anche adesso.
Perché, oltre a sentire i capelli bagnati di Jungkook sulla guancia, sento anche della tristezza farsi spazio dentro la mia stanza e invadere ogni cosa. Perché?.
«Scusami» sussurra sulle mie labbra.
«Mh,per cosa ti stai scusando Jeon Jungkook?» gli chiedo sorridendo «per avermi baciata o per aver sporcato di terra il mio tappeto?»
Jungkook abbassa lo sguardo e ride ma c'è lo stesso qualcosa nel suo sorriso che mi lascia nuovamente addosso della malinconia.
«Mi farò perdonare, bambina!» si volta e io non riesco più a vedere il suo viso.
«Vaffanculo stronzo!» gli dico, sporgendomi dalla finestra«Sei più grande di me solo di 10 giorni!»
Si volta e mi sorride, anche se quello che ho appena visto non è un sorriso e non è nemmeno pioggia quella che ha sul viso.
—fine flashback—
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Jungkook durante questa revisione avrà più visibilità e la relazione tra lui e Eunji sarà descritta in modo molto più dettagliato.
