Capitolo 12

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Will's pov

-Will, alzati, hai visite!

Vengo svegliato dalla voce di Austin, a cui rispondo con un borbottio indistinto. Impongo al mio corpo di alzarsi, anche se non sembra molto d'accordo.

Spalanco gli occhi e li punto sul figlio di Giove che si trova al centro della stanza.

Cosa ci fa qua Jason? È l'unico pensiero che il mio povero cervello appena sveglio riesce a formulare.

Mi alzo in piedi e mi dirigo verso il bagno, ignorando completamente il semidio romano, che cerca di fermarmi dicendo qualcosa che non capisco.

Non è che voglia essere maleducato, ma è che stamattina non riesco a svegliarmi completamente. Cosa strana per me, che di solito sono il primo ad alzarsi, ma in questo periodo sono più stanco del solito.

Prima di entrare in bagno afferro dei vestiti puliti dal mio armadio, che metto una volta finito di lavarmi.

Esco dalla stanza e noto che Jason si trova ancora qui.

Mi avvicino e lui si gira sorridente verso di me, anche se non è che io sia stato particolarmente gentile ignorandolo...

-Ciao Will, puoi venire con me un attimo?
-Ciao Jason. Certo, c'è qualche problema?
-No, no. È solo che ti devo parlare... In privato.

Si avvia verso la porta ed esce dalla cabina, mentre io lo seguo.

Il tono in cui mi ha detto che mi deve parlare "in privato" mi è sembrato strano, ma dopotutto è già strano il fatto che mi voglia parlare, visto che da quando è al campo ci siamo a malapena rivolti la parola.
Deve essere qualcosa di grave, forse si tratta di un ferito. Non ne ho idea, potrebbe essere così, come potrebbe essere qualsiasi altra cosa.

Assorto nei miei pensieri, non mi accorgo che siamo entrati nel bosco. Il figlio di Giove mi guida fino a una radura, dove si lascia cadere pesantemente sul terreno.

Mi siedo accanto a lui, aspettando che inizi a parlare.

-Allora Will, ho visto che ti stai avvicinando a Nico.

Dopo un silenzio che mi è sembrato durare un secolo, inizia a parlare. Mi tranquillizzo perché ho capito che non c'è stata nessuna emergenza catastrofica, ma mi agito quando mi rendo conto che l'argomento del nostro discorso sarà quello che più mi imbarazza, e del quale vorrei discutere con meno gente possibile.

Non posso fargli capire il mio nervosismo, perciò cerco di sembrare il più freddo e distaccato possibile.

-Sì. Nico è stato per un po' infermeria, aveva bisogno di riposo.
-Certo. E voi... Avete unito molto?

Oh miei dei, non può aver capito tutto. Non devo dargli nessuna conferma, devo essere freddo e distaccato.

Freddo e distaccato.

-Beh, come è normale che succeda tra un dottore e il suo paziente. Nico è simpatico, sto bene con lui. Spero che potremo diventare amici anche fuori dall'infermeria, ma non so se lui sarebbe d'accordo. Sai, è sempre così... Così freddo, e io non riesco a capire se gli piace la mia presenza, o se non mi può sopportare. Non so se lasciare perdere o continuare a sperare di poter fare amicizia con lui.

Complimenti Will, sei proprio bravo a tenere i tuoi problemi per te. Ora continuerà a parlare di Nico, ti sei fregato da solo.

-Tranquillo, è fatto così. Tiene tutti lontani, ma in realtà ha bisogno di avere qualcuno accanto. E secondo me non gli stai antipatico, anzi. Non ti arrendere, vedrai che, prima o poi, smetterà di fuggire da te. E, quando succederà, non lasciarlo andare. Non farlo soffrire, ha già provato abbastanza dolore.

Cioè, mi stai dicendo che secondo te il figlio di Ade mi trova simpatico? Non sono molto convinto, ma decido di fidarmi di Jason, dopotutto è quello che conosce meglio Nico e, se c'è qualcuno che può capirlo, questo è lui.

La cosa che mi lascia più perplesso è l'ultima frase che ha detto: "non farlo soffrire".
Come potrei farlo soffrire, quando l'unica cosa che voglio fare è renderlo felice, per poter vedere sempre il suo splendido sorriso? E comunque come si può far soffrire una persona a cui non importa niente di te? Non lo so, so solo che non gli farò provare dolore, ma solo felicità, che lui lo voglia o meno.

-Certo, tranquillo. So quanto ha sofferto, non sarò la causa di altro dolore.

Dopo che ho risposto Jason mi sorride, come se si fosse tolto un gran peso di dosso.Dopodiché guarda nell'orologio digitale che ha al posto e si alza improvvisamente in piedi.

-Dobbiamo andare è tardi, è ora di pranzo. Dobbiamo sbrigarci se non vogliamo che finiscano tutto il cibo!

Mi alzo anche io in piedi e ci dirigiamo insieme verso il padiglione della mensa.

Poco prima di arrivare Jason mi ferma.

-Oggi Nico inizia a sistemare la sua cabina. Io vado a dargli una mano, vuoi venire anche tu?
-Certo che vengo. Ci vediamo dopo!

Ci dividiamo e ognuno va verso il suo tavolo. Mi siedo vicino a Austin e inizio a mangiare circondato dal chiacchiericcio dei miei fratelli.

Ripenso a quello che mi ha detto Jason, e non posso fare a meno di sorridere al pensiero che oggi pomeriggio vedrò nuovamente il figlio di Ade, finalmente fuori dall'infermeria, non più solo come paziente e dottore.

IL MIO ANGOLO

Ciao a tutti voi che state leggendo.

Non posso credere di aver superato davvero le 700 visualizzazioni, mi sembra impossibile.
Siete fantastici, che stelliniate (?) o che leggiate semplicemente la storia, vi adoro!
Non so se martedì riuscirò a pubblicare un nuovo capitolo, sono mercoledì ho verifica di geografia (una delle materia che odio di più) e dovrò studiare. Che poi quale prof fa verifica l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale? Il mio prof di geografia, ovvio.
Va beh, riuscirò a sopravvivere lo stesso.

Ciao, ciao
Giorgia

E io rimango qui per te❤️ (solangelo)Where stories live. Discover now