Epilogo.

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Appoggiai la mia testa indietro e chiusi i miei occhi e per una volta non vidi Carmen…… o Megan. C’era luce e… pace. Mi piaceva. Sentii le mie labbra sorridere mentre adoravo la sensazione vera del nulla. Non c’era bisogno di pensare al momento. Nessuna preoccupazione, nessuna paura, nessuna tristezza o ansia. Niente. Mi stavo godendo il nulla e Megan era abbastanza dolce da lasciarmelo godere, forse guardando fuori dalla sua finestra… forse chiedendomi come sarebbe la sua vita nel Wyoming.

Sono per strada verso un posto pulito… un bel posto… dove mia figlia e i genitori di Tanya mi aspettano per riunire la famiglia… e far entrare Megan in essa. E ho il sesso in bagno in mente. Scacciai l’immagine dalla testa… di Megan seduta sul lavandino di metallo, le sue gambe aperte il più possibile, e io che entravo in lei, afferrando il suo sedere, amando i suoi gemiti mentre la mia bocca aperta catturava le sue labbra nelle mie. Ora che vedo quell’immagine… non è così disgustosa. È quasi sexy, a dire il vero. Ma no, non questa volta. Non è giusto.

Megan ha ragione. Avrò bisogno di un dottore, qualcuno a cui posso dire queste cose, senza paura che Megan senta una di queste cose malate che girano nel mio cervello. Forse sarà più facile dire queste cose a qualcuno che non ha un legame emozionale. Qualcuno di cui non devo temere uno sguardo diverso. Ho trattenuto molto con Megan, spaventato che lei mi vedesse per quello che sono. Non posso farlo più. Devo cambiare. E poi ho paura di cambiare. Megan si è innamorata di quello che sono adesso, del perché non ne ho idea, ma lo ha fatto. Se io cambio, forse lei non amerà quello in cui sarò cambiato.

Troppo per godersi il nulla e la pace. Non dura mai tanto, questo momento di tranquillità.

Amo guardare le cose da questa altezza, mentre gli aerei atterrano. Tutto sembra in miniatura, come un modello che qualcuno ha costruito. Piccole case, macchine, persone che guidano. Piccoli laghi, montagne, erba, campi. Non sembra New York, di sicuro. Mi piaceva così, anche da qui in alto.

"Sembra un bel posto." Dissi con un sospiro, per farlo sentire solo a Megan, "Possiamo avere una bella vita qui, insieme, tutti."

Sperai che lei concordasse con i miei pensieri… aspettai una sua risposta, o anche il modo in cui lei mi guarda in risposta.

Lei emise un respiro e si voltò, le lacrime brillavano nei suoi occhi. E poi mi sorrise. Io tremai dentro, sollevato ed eccitato. Significava che lei non aveva rimpianti su questo, o su di me. Che lei non si era pentita per aver lasciato New York, e creare lì la sua carriera. Significava che lei era con me, con noi. E poi lei mi parlò.

"Possiamo avere una bella vita ovunque, Stash, basta che noi siamo insieme." Lei sospirò. Teneva la mia mano e la strinse con dolcezza.

"Non ti preoccupare." Megan mi sorrise, "Staremo bene. Ci vorrà lavoro e tempo… ma staremo tutti bene. Non vado da nessuna parte."

"Ma tu ami New York." Iniziai, pronto a rovinare tutto da solo.

"Amo più te." Lei mi zittì, mettendo le sue dita sulle mie labbra e io amai il modo in cui lo fece. Avvolsi le mie labbra e baciai la pelle contro di esse con puro amore.

"Ti amo anche io, Megan." Dissi mentre le sue dita scomparivano dalle mie labbra verso le guance, "Ti amo così tanto. Ho paura di rovinare tutto."

"No, Stash." Scosse la sua testa, "Questo è un nuovo inizio, una seconda possibilità. Non iniziare così. Faremo le cose con calma. Creeremo le nostre regole mentre andiamo avanti. E se commetteremo degli errori, li aggiusteremo. Non dobbiamo essere perfetti, lo sai. Nessuno lo è. Sono i nostri errori che ci insegnano."

Sorrisi, "Come il tuo errore di comprare un giocattolo?"

Lei scosse la testa e poi mi sorrise.

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