Fuori controllo

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Capitolo 20

4 giorni prima

Riley

La Paige si era arresa al Braccio Destro, i Punitori e il team di ricerca della cura ora collaboravano con noi e i ragazzi ancora prigionieri della WICKED erano stati liberati.
Tutto era andato secondo i piani, tranne due cose: Braiden era morto e Thomas era gravemente ferito.
Era passato un giorno intero da quando gli avevano sparato e ancora non aveva aperto gli occhi. Teresa diceva che stava bene, che lo avrebbe curato e che si sarebbe svegliato presto, ma io avevo comunque paura di perderlo.

Sentii un rumore di passi, così mi guardai intorno per capire da dove venissero. Era notte fonda e io non sarei dovuta andare in giro tra una Sezione e l'altra come se niente fosse. Ma avevo bisogno di parlarle, di avere delle spiegazioni da lei.
Raggiunsi la stanza dalla porta in ferro in fondo a destra e, dopo averla aperta con la chiave magnetica, entrai senza esitare.
La Paige era seduta a terra in un angolo, le gambe tirate al petto e le braccia che le circondavano. Si dondolava avanti e indietro senza sosta come se il controllo dei movimenti non dipendesse più da lei.
L'Eruzione la stava divorando a poco a poco e io dovevo sapere tutta la verità prima che impazzisse del tutto.

«Bambina mia!» i suoi occhi azzurri come il ghiaccio si spalancarono dallo stupore quando mi vide.

Avanzai verso di lei, cauta, come per paura che potesse attaccarmi improvvisamente. «Sono qui per delle risposte.» chiarii senza lasciare spazio a interpretazione.

«Risposte.» ripeté come se il significato della parola, li per li, le sfuggisse. Gli occhi vacui e vitrei mi guardarono pieni di confusione.

«Si, risposte.» dissi di nuovo.

Ava Paige, mi invitò a sedermi affianco a se picchiettando con una mano il pavimento. Mi avvicinai, ma non mi sedetti affianco a lei bensì davanti.

Qualche minuto più tardi, senza alcun segno di cominciare a parlare da parte sua, dissi: «Voglio sapere tutta la storia, com'è andata con mio padre, con Thomas, con il Nirvana e tutti il resto.»

«Tu sai di Vince?» chiese sbalordita. E poi: «Vince è tuo padre.»

Deglutii. «Si, so di lui.» Cercai di parlare sottovoce così che nessuno oltre quelle mura avesse potuto sentirmi.

Il suo sguardo si spostò improvvisamente alle mie spalle, nel vuoto. «Ero incinta di voi quando ho rilasciato il virus, secondo ciò che avevo studiato, non avreste dovuto prenderlo...» si interruppe e io colsi l'occasione per avere un chiarimento.

«Aspetta... hai detto che eri incinta di noi?»

Scosse la testa in un si. «Tu e Thomas siete gemelli, nati lo stesso giorno, solo a qualche minuto di distanza.» spiegò, aveva ripreso a dondolare avanti e indietro. «A Vince non piacque ciò che feci, rimase solo per voi.» lo sguardo si addolcì e mi guardò negli occhi azzurri molto simili ai suoi.

«Poi che è successo?» chiesi con impazienza. La donna scrollò la testa come per mandare via quei brutti ricordi. «Dimmelo!» ordinai.

«Quando compiesti tre anni, scoprimmo che l'Eruzione ti ebbe contagiata. Io ero sconvolta,» una lacrima le rigò il viso e per un attimo provai compassione per lei. «così cominciai a pensare a un modo per curarti, per salvare la mia bambina e così ho creato questo posto. Un posto dove avrei potuto sviluppare la cura e salvarti, ma a tuo padre non andava giù l'idea di uccidere altri ragazzi per salvare la vita di sua figlia.» Una fiamma gelida bruciò nei suoi occhi. «Così lo cacciai.» Sospirò. Non potevo credere alle mie orecchie, quella donna era più pazza di quanto mi aspettassi, forse lo era già prima di beccarsi il virus.

The Maze Runner - Stato TerminaleWhere stories live. Discover now