Denise

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Il sole si stava ancora alzando quando Denise era sgusciata fuori dal letto. Alle sei la sveglia era suonata e lei si era alzata senza protestare, come ogni mattina del resto. Con fare rassegnato camminò verso il bagno, sospirò e chiuse la porta alle sue spalle per non svegliare le compagne che ancora dormivano beate. Anche a lei sarebbe piaciuta un'oretta di sonno in più, specialmente in quel periodo di freddo pungente, ma lei non poteva permetterselo e lo sapeva benissimo. Guardò la sua figura riflessa allo specchio, leggermente amareggiata. Anzi aveva fatto passi da gigante, in quell'ultimo periodo. Adesso riusciva a guardarsi almeno con i vestiti addosso, ed aveva smesso di vomitare. Sì, decisamente andava meglio, e con trucco, capelli, e abbigliamento curato, adesso riusciva ad apprezzarsi un po'. Il vero problema arrivava nel momento di togliersi i vestiti . Non poteva perdere altro tempo, così con movimento veloce si sfilò la camicia da notte; non appena vide il suo corpo fece una smorfia di disgusto. Non riusciva nemmeno a guardarsi. Quel corpo lo aveva sempre odiato, sempre; quel corpo che adesso era magro, ma deturpato da orribili cicatrici..

Due anni prima Denise era diversa, molto diversa. Aveva i capelli mori e ondulati che le arrivavano fin sotto la schiena, ed era più pienotta di quanto avrebbe dovuto essere. Sin da piccolina era stata in sovrappeso, e questo l'aveva resa vittima di pesanti prese in giro da parte dei compagni. Quella situazione la faceva soffrire, ma non riusciva a tenere tra le mani le redini e decidere di cambiare vita; sia perché era troppo piccola, e sia perché non aveva la forza necessaria. Nessuno le aveva mai prestato attenzione, e così arrivò nel periodo dell'adolescenza in maniera molto insicura e instabile. Un giorno, però, con suo grande stupore, si era messa con Joseph, un ragazzo di tre anni più grande di lei che aveva conosciuto ad una festa. Lui l'aveva subito apprezzata nonostante i chili in più, e la riempiva di attenzioni che mai nessuno le aveva dato. Lui la trattava benissimo, non faceva altro che ripeterle quanto fosse bella, quanto amasse quei capelli lunghi e morbidi, e di come non gli importasse che la sua ragazza fosse grassottella.
Tutte quelle parole erano linfa vitale per Denise, che se ne nutriva avidamente e che era finita per annullarsi totalmente a lui. Joseph la faceva sentire bene, la faceva sentire donna, e Denise lo amava più di quanto avesse mai potuto amare se stessa. La sua vita ruotava attorno a quel ragazzo, e questo liberava la sua mente da insicurezze e pensieri negativi. Con il passare del tempo però Joseph divenne sempre più freddo e distaccato, e quella situazione si era ripercorsa su lei, che aveva scaricato tutte le sue frustrazioni sul cibo. Il peso sulla bilancia saliva, insieme alla tristezza, al rammarico.
<< Non capisco, ultimamente Joseph mi sembra così distante>> si era lamentata un giorno, con una sua amica.
<<Magari è solo un periodo>> aveva risposto questa, poi vedendo che Denise non ne era convinta le prese le mani << Joseph ha cambiato scuola da poco, e questo lo ha scombussolato. Lasciagli un po' di tempo>>
Denise scosse la testa, con gli occhi lucidi << No, sento che qualcosa è cambiato tra di noi>>
<< Se ne sei così sicura, dovresti parlarne con lui>>
Annuì <<Sì, hai proprio ragione. Lo chiamo ora stesso>> così prese il telefono e compose il suo numero.
Joseph rispose dopo qualche squillo
<< Ehy?>>
<<Pronto Joseph>> rispose lei con il cuore in gola.
<<Dimmi>>
<< Avrei bisogno di parlarti>> rispose lei, ansiosa.
<< Oh, va bene>> rispose il ragazzo << Quando?>>
<< Oggi all'uscita da scuola va bene?>>
<< Okay, ti passo a prendere io>>
<< Va bene, a dopo>>
E staccò il telefono. Denise tirò un sospiro rammaricato.
<< Andrà tutto bene, vedrai >> le disse l'amica con affetto.
<< Speriamo >> rispose l'altra. E poi andarono in classe. Quella sera Denise sentì l'inopprimibile bisogno di farsi bella, così si truccò con cura, si sistemò i capelli e si gettò addosso mezza boccetta di profumo. Mai si era sentita così insicura di se, per questo si era conciata in modo da piacergli per forza. Quando uscì dal cancello lo trovò poggiato ad un palo, che le faceva cenno con la mano. Sembrava tranquillo. Lei lo raggiunse in fretta, si salutarono con un veloce bacio a stampo e cominciarono a camminare.
<< Che dovevi dirmi?>> chiese Joseph
Lei era preoccupata, si sedettero su una panchina << Ho paura Joseph>>
<< Di cosa?>>
<< Ho paura che tu te ne vada. In questo periodo ti sento così lontano, così distante. Ti stai stancando di me?>> lei aveva le lacrime agli occhi.
<< Assolutamente no, tesoro!>>
<< Eppure in questi giorni ti fai sentire pochissimo>> replicò lei << Rinvii i nostri appuntamenti, sei freddo, non mi dici mai " ti amo">> una lacrima scivolò silenziosa << E questo mi fa sentire così... triste>>
Lui l'abbracciò, baciandole la fronte
<< Non pensare certe cose. Io ti amo, e lo sai bene. È solo che ho avuto così tanti pensieri per la testa, non pensavo che questo ti facesse stare così male scusa>> disse, e la baciò. Lei lo strinse fra le sue braccia, mentre sentiva che un peso le veniva tolto dal petto. Lui le tolse gli occhiali per poterla stringere di più.
<< Da oggi in poi sarò più presente, tesoro>> continuò Joseph, e tornò a baciarla, questa volta più profondamente.
Denise sentì il suo cuore battere più forte, riscaldarsi; poi improvvisamente lui si staccò.
<< Ho un impegno adesso, devo andare>> si alzò <<Mi dispiace, ma non posso accompagnarti a casa >>
Denise lo guardò perplessa, poi sorrise << Tranquillo, andrò da sola. Del resto ti ho chiesto di venire qui con poco preavviso.>> si alzò in piedi.
Si guardarono a lungo, poi lei, dopo un ultimo bacio se ne andò.
Camminò per la strada buia con un sorriso stampato in faccia, un sorriso che non accennava ad andare via. Sì, del resto era questo l'effetto che le faceva Joseph. Poi si rese conto di non avere gli occhiali << Ecco perché vedevo male!>> esclamò << Deve averli Joseph>> così tornò sui suoi passi. Proprio in quel momento una leggera pioggia cominciò a scendere dal cielo, e lei trasformò la sua camminata in una corsetta.
Poi arrivata alla panchina si fermò di colpo. Sgranò gli occhi che immediatamente si riempirono di lacrime, le gambe cominciarono a tremare, il respiro le si bloccò in gola.
Tutto questo a causa dello spettacolo che aveva davanti: Joseph stava baciando un'altra. Stavano abbracciati, avvinghiati l'uno a l'altra, si baciavano avidamente, tutto sotto gli occhi di Denise.
<< Ma non ti dispiace per la tua fidanzata?>> chiese la ragazza con un sorrisetto malvagio che increspava le sue labbra. Joseph fece un verso di scherno << Quella grassona? La lascerò al più presto>>
Denise corse via, aveva sentito abbastanza, troppo. Arrivò a casa fradicia, disperata, piangente. Si barricò in bagno ignorando le domande di sua madre e tirò un urlo disperato. Si rannicchiò sul pavimento, quasi agonizzante, scossa da singhiozzi. Davanti agli occhi aveva Joseph che baciava quella ragazza. Chissà da quanto tempo andava avanti quella storia, lei non se ne era nemmeno accorta.
Si sentiva così stupida, così ingenua.
Come poteva pretendere di piacere a qualcuno con quel dannato grasso che le copriva il corpo?
Si alzò lentamente e si guardò allo specchio. Ciò che vedeva era solo un mostro. Le parole di Joseph risuonavano alle sue orecchie << Quanto mi piacciono i tuoi capelli lunghi...>> Denise prese le forbici, e con mano tremante tagliò nettamente i suo capelli, che caddero a terra, lenti e inesorabili; il rumore delle forbici le riempiva le orecchie e le evitava di pensare. Dopo qualche minuto il pavimento si riempì di capelli mori, lei spazzò tutto e scese in cucina. Aprì il frigo e spazzò via tutto quello che poteva, tutto quello che gli capitava davanti. Trangugiava cibo disperata, senza neanche sentirne il sapore, senza sentire la sazietà.
Tanto sapeva che quello sarebbe stato il suo ultimo pasto.
Quella notte tutto il corpo le fece terribilmente male, il suo stomaco per il troppo cibo, il suo cuore per essere stato tradito, la sua anima perché era stata ferita.
Da quel momento in poi, Denise non mangiò, e nel giro di tre mesi perse 19 chili. Ogni tanto di notte si alzava e, non resistendo ai dolorosi morsi della fame, mangiava la qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano; poi correva in bagno e divorata dai rimorsi di coscienza vomitava tutto. In ogni caso il suo corpo non resistette al repentino cambio di peso, così si riempì di smagliature profonde che le attraversavano pancia, cosce, fianchi e glutei. Anche adesso, dopo essere dimagrita, si era trovata ad odiare il suo corpo. Capitò che un giorno, mentre si guardava allo specchio, restò tanto disgustata dalla sua immagine che vomitò, e questo cominciò a capitare sempre più frequentemente. Dopo qualche mese passato in quel modo, grazie ai suoi amici, ai suoi genitori, e ai medici, era riuscita a guarire. Aveva ripreso a mangiare nel giusto modo, aveva smesso di vomitare, ma aveva ancora forti carenze di autostima. Nonostante il suo corpo fosse in parte guarito, le ferite del suo cuore erano ancora aperte, profonde e vivide; e sapeva che l'unico modo per riuscire a tornare di nuovo felice era guarire prima quelle.

Ora a distanza di due anni, Denise poteva dire di essere migliorata. Teneva ormai i capelli corti, non si abbuffava e né digiunava, e pure aveva cominciato a credere un po' in se stessa. Ancora però non riusciva ad uscire senza trucco e con i capelli disordinati, e il suo corpo, quel povero corpo, restava deturpato.

Stella MaledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora