Capitolo 19

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"Skyne movete."

Mio fratello entrò in camera e spalancò le finestre facendo entrare i raggi del sole.

"Cazzo Edo. Non chiamarme così."

Sbuffai coprendomi la testa con il cuscino.

"Sono cinque giorni che non esci e devi anche andare a scuola. Il tuo primo giorno. Su che Land ti passa a prendere tra poco."

Era peggio di mia madre. Mi alzai lentamente ed andai nel mio bagno. Non volevo andare scuola. Non volevo uscire dalla mia stanza. Mi spogliai ed il mio sguardo cadde sui tagli profondi incisi sul mio braccio. Entrai in doccia rimanendoci per un bel po'. Rientrai in camera e presi la felpa nuova delle Vans con gli skinny strappati al ginocchio neri. Infilai le solite Vans nere e dopo aver legato la mia bandana nera al polso destro raccolsi il mio skate appoggiato dietro la porta con lo zaino e scesi le scale.

"Io aspetto fuori. Non ho fame. Ciao."

Lo salutai semplicemente e mi sedetti sui gradini fuori casa. Aprii come al solito whatsapp ed andai sul suo profilo. La sua foto era la stessa del giorno precedente. Baciava una ragazza bionda. Una bella ragazza. Presi un sasso lì vicino e lo lanciai colpendo un bidone. Mi aveva già dimenticata? Non ero importante già.

"CAPRAA COME STAI?"

"Ti odio Land."

Indicai la mia migliore amica ridendo. Entrambe salimmo sui nostri skate e ci dirigemmo a scuola.

Una volta lì c'erano i soliti gruppi che si trovano fuori alle scuola. I fighetti, le troie e i secchioni. Mi sedetti assieme a Land su un muretto lì vicino.

"Non dare confidenza a nessuno."

"Perchè?"

"Non te conviene."

La campanella segnò l'inizio di quelle odiose lezioni. Prima ora: matematica. Iniziamo bene insomma. Per tutta l'ora stetti in un angolino seduta vicino Land con le cuffiette mentre ricevevo occhiatacce dei ragazzi e dalle ragazze presenti lì dentro. Come il resto delle ore che furono infinitamente noiose. Le passai con la mia musica disegnando sul mio quadernino. Era il mio quaderno degli sfoghi.

"Skyne io ho un appuntamento con Edo ci vediamo dopo."

Land mi stampò un bacio sulla guancia ed andò via. Attivai come al solito la musica e con lo sguardo basso camminavo portando lo skate sotto braccio. Non sapevo dove ero diretta. Volevo solo scappare da quella merda. Quella merda chiamata "mondo". Quella merda che mi distruggeva ogni giorno di più. Quella merda che mi stava divorando l'anima per poi strapparla. Pian piano stavo andando via. Fisicamente ero lì, ma mentalmente ero già via. Via da tutto e tutti. Volevo andare a Milano. Volevo vedere lui. Cominciai a correre verso la stazione. Comprai un biglietto e salii sul primo treno per Milano con il mio solito zaino delle Vans sulle spalle. I miei occhi si chiusero ed a svegliarmi ci fu solo la voce metallica che io odiavo tanto. Scesi da quel treno ed uscita dalla stazione mi trovai davanti solo un'immensa città. Per scaricare la tensione, come sempre, estrassi una sigaretta dal mio pacchetto. Il fumo ormai era diventato la mia dipendenza più grande. Mi aiutava. Mi aiutava a morire piano piano. Perchè ormai non avevo più nulla per il quale vivere. Cercai nelle conversazioni vecchie con Salvatore il suo indirizzo e mi diressi verso il luogo previsto. Avevo deciso di abbattere il mio orgoglio e di tornare da lui. Che si fotta sto orgoglio. Dopo diverse ore e diversi attimi di panico arrivai ad un grosso palazzo. Il portone stranamente era aperto ed entrai. Salii qualche rampa di scale per poi sentire degli urli. Giuseppe. Cominciai a bussare alla porta dove vi era fuori una scritta. "Salvatore Cinquegrana." Gli urli si facevano sempre più forti ed incominciai a prendere a calci la porta urlando. Mi aprì Sascha. Aveva un occhio nero ed il labbro spaccato.

"Che ci fai qui?"

Disse quasi urlando. Lo spostai ed entrai in casa con la forza. Il mio sguardo si incastrò nei suoi occhi senza che potessi fare nulla.

"Sal.."

Sussurrai. I miei occhi caddero su una siringa poggiata sul tavolo di legno.

"Cazzo.."

Sussurrai ancora.

"Perchè sei qui tu?"

Salvatore mi si avvicinò minacciosamente.

"Lasciala stare!"

Giuseppe si intromise.

"Sky va via da qui."

Sascha mi guardò. Scostai Giuseppe e mi avvicinai a Sal. I suoi occhi erano diversi. Era fatto. Non so di cosa. Metamfetamine probabilmente.

"Mi manchi.."

"Va via Sky. Non voglio farti del male. Allontanati da me per sempre."

Sospirò. Fece un passo verso di me e mi portò le braccia intorno al mio esile corpo. Appoggiai la testa sul suo petto ricambiando l'abbraccio. Dopo poco ci staccammo ed io mi alzai in punta di piedi in modo che potessi arrivare alla sua altezza. Avvicinai le labbra alle sue che vennero presto morse e poi baciate da lui. Mi mancava. Eccome. Non volevo stare lontana da lui. No. Non volevo.
"Addio piccoletta."
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#myspace.
Ah bho. Piango co sto capitolo. Lo amo. Lo ho scritto al pc e penso che sia il più bello.
Bonee.♡

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