Presente: Dodici

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Le mie braccia non furono mai più tenute ferme, ma lui continuava a non incontrare i miei occhi. Non sapevo neanche se sarebbe più stato in grado di identificare la mia faccia tra la folla. Erano passati due anni dal giorno in cui mi aveva chiesto di dire il suo nome. Due anni dove il massimo che potevo ottenere da lui erano occhiate nella folla, vederlo nel cortile o cavalcare nei campi.

La sua attenzione, nelle notti precedenti, era stata sui miei seni. Le sue mani, i suoi occhi, la sua bocca tra di essi prima che si spingesse dentro di me. Mi chiedevo cosa fosse questo per lui: se fossi una distrazione dalla minaccia di guerra che vagava costantemente nella sua testa. Se fossi semplicemente un passatempo. Se avrebbe finto di essere puro per la donna che avrebbe sposato presto.

Le prime notti si masturbava, o fissava la mia pelle nuda e semplicemente si metteva sopra di me, ottenendo il suo piacere. Ma quella notte mi toccò per minuti, ore, una vita intera, sussultando per la soddisfazione. Succhiò come se si stesse allattando, le sue dita scavarono nella parte più sensibile dei miei seni, i suoi fianchi dondolarono mentre lo sentivo indurirsi contro la mia coscia.

La sensazione delle sue labbra sulla mia pelle portò ogni goccia del mio sangue sulla superficie. La sensazione era tempesta nelle mie orecchie e fuoco nelle mie vene.

"Sai di pioggia," disse contro la mia pelle. "Pioggia e caprifoglio."

L'universo si espanse e collassò dietro i miei occhi chiusi.

"Da dove vieni?" Rifletté a voce alta, succhiando il punto in cui le pulsazioni martellavano nella mia gola. "Sei veramente reale?"

Provai vergogna, una vergogna orribile e senza fondo quando allungò la mano verso la sua lunghezza e scivolò dentro di me con facilità.

"Oh," gemette, il suo respiro si spezzò. "Santo cielo."

Strinsi ancora di più gli occhi, a tal punto che la loro superficie iniziò a bruciare. Ero bagnata in mezzo alle gambe, abbastanza scivolosa da farlo entrare con solo una spinta lenta invece di una dozzina di pugnalate febbrili e irregolari.

Sapevo abbastanza sull'incontro di due corpi per capirlo; per tutta la mia vita avevo sentito gemiti silenziosi ed esclamazioni di persone che si muovevano insieme la notte, intorno a me, in angoli stretti.

Sei bagnata per me, fanciulla?

Guarda. Tutta scivolosa sulla mia mano. Allora mi stai pregando di farlo?

Ora, le parole crude avevano un significato diverso per me. Significavano appetito e bisogno. Il mio corpo voleva il suo. E ormai lui lo sapeva.

Mi avrebbe presa per puttana?

"Non mi aspettavo..." sussurrò, le sue parole assunsero un accento dialettale. "Non mi aspettavo che sarebbe stato così."

Aprii gli occhi quando pronunciò quella frase, guardando le sue spalle muoversi su di me nella luce della candela. Disse la stessa parola in continuazione. Potevo vedere la curva del muscolo che si muoveva lungo il suo collo, fino alla schiena. Potevo sentirlo muoversi sopra di me, secondo un ritmo. Gemette, con voce rauca e profonda e si mosse dentro di me per minuti, ore, una vita intera.

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No Fury [Italian translation]Where stories live. Discover now