Settimo Capitolo

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Sono passati cinque giorni dalla sera della notizia. Io e Dyl leghiamo sempre più.

E non so se sia un bene dato che la sua partenza si avvicina.

Siamo come fratelli, amici... o forse più.

Ci vediamo tutti i giorni e se capita che uno dei due lavori o io vado in officina o lui viene in ufficio.

Come questa mattina, io ho la mattinata libera mentre lui invece lavora così decido di andare da lui in officina.

Prendo la moto e in pochi minuti sono da lui.

Appena mi vede esce da sotto l'auto che sta aggiustando e tutto sporco di grasso con indosso una canotta bianca ormai diventata nera e un pantalone di tuta mi si avvicina.

«Non ti azzardare a toccarmi così come stai» gli dico indietreggiando

«Dai abbracciami amichetto mio» dice ridendo e inseguendomi

«Dyl ti avviso, ti ammazzo!»

«Sposino abbracciamiii» continua a inseguirmi e inciampo su un filo a terra e cado e lui su di me.

«Dylaaan, mi sono appena lavato. Alzati!» dico cercando di spostarlo

«Meglio, c'è più gusto a sporcarti» comincia a toccarmi in faccia, sulla maglia e sul pantalone sporcandomeli di grasso

«Ti giuro che ti ammazzo» dico e riesco a mettermi su di lui tenendogli le mani

«Non ti conviene, sai che so il tuo punto debole...» mi guarda fiero

«Così come stai non puoi proprio muoverti» gli sorrido soddisfatto

«Ma sai che sto cominciando a pensare che ti piaccia stare su di me?» mi dice

«E a te che ti piace stare sotto... di me»

Cominciamo a punzecchiarci di nuovo per poi scoppiare a ridere.

«Dai alzati così ti offro qualcosa da bere» mi dice

Così mi alzo e aiuto lui e mi dirigo verso il suo -ufficio- che altro non è che una scrivania nella stessa stanza dell'officina quando d'un tratto mi sale sulle spalle.

«Dylan scendi, mi finisci di sporcare» gli dico reggendolo mentre finge di essere su un cavallo.

«E che fa? Ormai sei sporco» ride «Dai lasciami cavalcarti» e accorgendosi del doppio senso scoppia a ridere e io con lui.

Scende e si dirige al mini frigo. Mi passa una Cola e ne apre una per lui.

«Niente alcool a lavoro?» chiedo sorseggiando

«Assolutamente no, la lascio per le nostre seratine» ride

«Ottima scelta» rido con lui

Resto ancora un po' lì poi torno a casa per lavarmi nuovamente.

Entrando in casa mi trovo subito puntato addosso lo sguardo interrogativo di Daisy.

«Che hai combinato?» chiede

«Piccolo inconveniente con Dyl»

«Cioè?»

«Niente di che»

«Non sapevo volessi fare anche tu il meccanico»

«Infatti stavamo giocando»

«Come due bimbi immaturi»

«Certo, certo»

La lascio lì in cucina e mi dirigo in bagno per la seconda doccia in meno di tre ore.

Romeo&RomeoWhere stories live. Discover now