Ottavo Capitolo

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Il mattino seguente mi sveglio per primo e mi ritrovo praticamente tra le sue braccia.

Non ricordo come sia successo perché ho dormito talmente bene che nemmeno le cannonate mi avrebbero svegliato.

Non mi sposto, non voglio svegliarlo perché tra qualche ora dovrà affrontare un lungo viaggio.

Mi fermo a guardarlo per bene, ha un filo di barba e quasi mi viene voglia di accarezzargliela per vedere se è morbida o meno ma mi trattengo, per non svegliarlo.

Comincio a vagare con il pensiero. È poco che abbiamo legato eppure non è un legame semplice, ma uno forte. Mi dispiace saperlo via...+

Chissà quando potremo di nuovo passare qualche ora insieme, per un aperitivo o per una delle nostre serate. Non so perché la sua partenza mi fa questo effetto eppure mi spiace troppo... è come se una parte di me stesse andando via...

Farei di tutto per farlo rimanere qui ma a un sogno che si realizza non si rinuncia mai...

Quasi senza accorgermene mi addormento di nuovo e quando mi risveglio sono solo nel letto, me ne accorgo allungando un braccio dall'altro lato e trovandolo vuoto...

Apro gli occhi per guardarmi intorno... Nella stanza non c'è ombra di Dyl.

Mi stiro un pò, strofino gli occhi, sbadiglio e mi metto a sedere.

Mi passo una mano tra i capelli, come mio solito, e decido di alzarmi e andare in cucina.

Faccio il giro del letto e, distratto, quasi cado inciampando nella valigia.

Impreco in una lingua che non conosco nemmeno io ed ecco Dylan che si affaccia dalla porta del bagno.

«Sei così rumoroso quando ti svegli?» dice ridendo e guardandomi

«La maggior parte delle volte no, non mi capita tutti i giorni di trovarmi delle valigie a terra» rido anch'io, ma appena.

«Bisogna guardare dove si mettono i piedi» mi dice con una faccia buffa

«Mi stai per caso rimproverando?» dico mettendomi le mani sui fianchi

«Chi io? Ma certo che no» scherza continuando a ridere

«Sei un idiota» mi lascio contagiare

«Io o tu che inciampi appena aperti gli occhi?» non cessa di ridere

Lo fulmino con lo sguardo cercando di restare serio almeno per qualche minuto ma poi scoppio a ridere anche io.

«Sai vero che devi prestarmi dei panni?» chiedo scontato

«Lì c'è l'armadio, prendi quello che ti serve» dice pettinandosi

«Lascio a te la scelta» dico togliendo i boxer ed entrando in doccia sotto gli occhi attoniti di Dyl.

«Di che ti scandalizzi? Mi hai già visto nudo» dico divertito mentre mi insapono.

Dyl scuote la testa e finitosi di preparare esce dal bagno.

Stranamente la doccia dura pochi minuti e munito di asciugamano intorno alla vita mi reco in camera da letto dove trovo sul letto sistemati un boxer pulito,un paio di calzini, un pantalone color blu e una camicia bianca. Sorrido involontariamente.

«Perché sorridi? Forse non ti piacciono questi? Ce ne sono altri se vuoi eh» mi dice quasi con aria preoccupata

«Nono vanno bene questi, tranquillo. Grazie» gli sorrido e lui ricambia

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