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12 Aprile 2016

Anche oggi il biondo è riuscito a concludere i noiosi corsi universitari che più di tutto odia. Ma per quale diavolo di motivo si deve andare a scuola da adulti? Scuote la testa, facendo arruffare i capelli che ha recentemente tinto di biondo, e raccoglie le sue cose, per poi uscire dall'edificio. Ha in mente una sola cosa: arrivare al bar. Ormai è un rito, quasi un'ossessione, per lui. Quel passaggio importante della giornata che non può assolutamente mancare, altrimenti l'equilibrio si manomette.
Si passa una mano fra i capelli, portandola poi in una delle tasche dei jeans che indossa.
Passa per l'atrio del palazzo della Konkuk, l'Università che frequenta, e alcuni ragazzi si fermano per salutarlo, ammiccando un sorriso amichevole. "Ehilà, Min vuoi che ti accompagnamo?"
Yoongi trattiene una mala risposta e si limita a scuotere la testa sorridendo. Non è mai stato socievole come i suoi coetanei, e non apprezza molto la compagnia di altre persone. Non è mai successo qualcosa che gli facesse rivalutare l'essere un animale sociale.
La gente intorno a lui lo disturba, non prova nessun piacere nell'intrattenere una conversazione. Sta bene da solo, in silenzio, a pensare o ascoltare musica. La musica, la sua migliore amica. A volte la compone lui stesso, per svago, viaggiando tra le parole che si imprimono sulla carta.
Si dirige all'uscita del campus, e poi alla stazione per prendere il treno che lo riporterà a casa. Alza un momento lo sguardo verso il cielo e subito si acciglia, corrugando i delicati tratti del suo viso pallido. Non è proprio quello che ci si aspetta da un mese estivo come luglio, certo che no.
La distesa azzurra si sta coprendo velocemente, un manto di nubi grigie e cupe, che gli fanno emettere uno sbuffo irritato dal naso.
Se non mi sbrigo mi prendo in pieno l'acquata. E non ho né ombrello né impermeabile. Pensa mentre comincia ad accelerare il passo.
Scivola velocemente tra i passanti che hanno iniziato a mormorare o a tirare fuori un orrendo ombrello dai colori troppo accesi, e riesce ad infilarsi tra le porte della stazione giusto in tempo, prima che il cielo inizi a crollare. Sospira. Appena in tempo.
Dopo aver timbrato di fretta il suo biglietto, rischiando nel mentre di perdere dallo zaino portafoglio e chiavi di casa, entra nel vagone del treno, per poi lasciarsi cadere su un sedile, sospirando per l'ennesima volta. Si mette comodo e tira fuori le cuffie. Il viaggio dura una quarantina di minuti, perciò Yoongi avrà tutto il tempo per disintossicarsi dall'ambiente sociale e ricaricare in pace le batterie.
Appoggia la testa al sedile e volta lo sguardo verso il finestrino, mentre un pezzo malinconico suona nelle cuffie, e si chiede se mai sarà in grado di non provare stanchezza dopo una giornata di interazioni sociali, come una persona normale. Arriccia il naso, irritato dai suoi stessi pensieri, poi abbraccia il suo zaino e si raggomitola verso il finestrino, cadendo in un sonno di ristoro.

Quando è uscito dal treno, Yoongi onestamente non ha pensato di fermarsi ad un qualsiasi negozio all'interno della stazione per comprare un ombrello, ed ha usato lo zaino come tale, riuscendo comunque a bagnarsi il meno possibile in quei sei minuti di corsa che lo separavano dal suo solito posticino tranquillo. Il Leesar Coffee. Il biondo scuote un po' lo zaino sulla soglia, cercando di asciugarlo al meglio delle sue capacità al momento, poi si sistema i vestiti ed apre la porta.
Purtroppo per lui, le sfighe di oggi ancora non sono terminate. Oggi, infatti, i tavoli sono quasi tutti occupati da persone che vista la pioggia, hanno dovuto chiaramente fare tappa inaspettata al primo posto al chiuso sulla strada di casa. I clienti si stanno asciugando, ma, soprattutto, stanno imprecando sottovoce contro il mal tempo. Yoongi li maledice mentalmente uno ad uno, poi si siede nell'unico posto libero che riesce ad adocchiare. E non gli va proprio a genio. È il posto davanti alla vetrata del bar, e da lì chiunque può vederlo. Questa cosa lo infastidisce tremendamente e, ancora una volta, maledice ogni persona presente nel locale.
La gente fuori, veloce, si ferma a guardare dentro e Yoongi si inacidisce ad ogni sguardo rivolto nella sua direzione. Molte ragazze più giovani si fermano a guardarlo, interromoendo la loro corsa, sorridenti, con gli ombrelli in mano. Yoongi ricambia con sguardo infastidito, cercando di godersi i minimi lati positivi di quella giornata. Quel vetro gli sembra troppo poco, per dividere due persone, non rispetta la privacy dei clienti.
Una cameriera dal viso dolce e solare si avvicina a lui e si appoggia delicatamente con i gomiti al tavolo. "Posso esserle utile?" chiede con voce squillante. Yoongi annuisce, ma in un primo momento non riesce a spiccicare parola. È dalle sei di mattina che non parla, ed è come se la voce si fosse rinchiusa nella sua gola. Il ragazzo prega mentalmente che non abbia disimparato a parlare.
Opta per un risparmio di energie. "Un caffè" due semplici ma coincise parole. La ragazza appunta l'ordine sul suo quaderno lindo e senza pieghe, e si allontana verso un altro tavolo. La gente continua ad entrare, sebbene non ci sia più spazio. Yoongi è incredulo. Ma porca miseria, già che c'è questo dannatissimo vetro usalo, no? Controlla da fuori se c'è posto, altrimenti lascia respirare chi già è riuscito ad entrare.
Sbraita mentalmente contro le persone che se ne rimangono in piedi dentro al bar solo per ripararsi dalla pioggia e occupare spazio. Tornate a casa, no?
Sbuffa, ed è felice quando la ragazza gli si presenta e gli appoggia davanti il caffè fumante e caldo. Lo girà un po' sul tavolo e rimane a fissarlo per un po', perdendosi nel colore denso e scuro della sua bevanda preferita. È profumata ed ha una buona consistenza, nulla è meglio del caffè. Sorride senza neanche accorgersene e prende la tazza fra le mani, avvicinandola alla bocca. Sta per buttare giù il primo sorso quando qualcosa al di là del vetro attira la sua attenzione.
Si volta senza neanche pensarci e quello che i suoi occhi mettono a fuoco lo lascia senza parole, forse più per lo stupore, che per altro.
Un ragazzo non esattamente alto sta fuori, proprio davanti a lui e lo guarda con un grosso sorriso sulle labbra. Ma guarda questo...
Si ricompone e si acciglia, tornando a guardare il ragazzo con la sua solita aria neutra. La cosa che lo lascia veramente perplesso è il fatto che quel ragazzo stia tranquillo sotto la pioggia senza il minimo riparo, anzi.
Avrà avuto un ictus? Pensa scettico il biondo. L'acqua gli scorre addosso e ormai lo ha inzuppato come una spugna, facendo aderire la maglietta leggera al suo petto, lasciando intravedere un fisico...niente male... Yoongi si ritrova a fissare il ragazzo, o meglio, i suoi addominali, in modo un po' poco virile. Non appena se ne accorge alza lo sguardo sugli occhi del ragazzo davanti a lui, che nonostante stia per affogare nei suoi stessi vestiti sta sorridendo come uno scemo, appunto. Avevo ragione, è stupido.
Sta in punta di piedi a cercare di scorgere l'interno del bar, mordendosi il labbro inferiore. Yoongi deve ammetterlo, è davvero un bel ragazzo.
Ma a parte quello continua a ritenerlo uno stupido. Lo guarda di nuovo negli occhi, quegli occhi che gli ricordano qualcosa che lui ama tanto. Il caffè. Ha gli occhi come il caffè. Pensa senza accorgersene. Ma la sua espressione non muta, rimane lo stesso ragazzo con quell'unico goccio di carisma che viene fuori mentre ha a che fare con la musica.
Il ragazzo fuori ad un trattò bussa al vetro, facendo sobbalzare quello seduto e pacioso sulla sedia.
Yoongi lo guarda male ed esibisceuna faccia interrogativa.
Il moro allora si fruga in tasca e tira fuori il cellulare. Vi digita qualcosa sopra, dopodiché lo appoggia senza tanti preamboli sul vetro, facendo leggere al biondo ciò che ha scritto a caratteri cubitali.

È libero il posto davanti a te?

A Yoongi spunta un sorriso beffardo, che cerca di nascondere al moro.

No.

Risponde con lo stesso metodo del ragazzo fuori dal bar. Tale ragazzo continua a sorridere come un matto, senza il minimo ritegno. E Yoongi trova la cosa parecchio fastidiosa...ma si ritrova ad osservare le sue labbra. Sono carnose e rosee, lisce e gonfie come quelle di un bambino. Yoongi, controllati. Si richiama scuotendo la testa.
Non è decisamente il momento, no.
Viene distratto dal rumore del telefono del moro che viene poggiato nuovamente sul vetro. Non appena il biondo lo guarda, i capelli si rizzano in testa e viene pervaso da un istinto omicida più che concreto.

Sei carino.

Ha scritto infatti il moro infradiciato.
Yoongi gli fa velocemente segno con una mano di abbassare il telefono, lanciandogli una delle sue occhiate più terrificanti. È preoccupato che qualcuno possa aver visto il messaggio del ragazzino, ma fortunatamente sembra non essere così.

Di la verità, quel posto è davvero occupato?

Chiede ancora il moro, picchiettando le dita sul vetro.
Yoongi sospira e le labbra si stendono se pur impercettibilmente in un sorriso, mentre risponde digitando sul cellulare.

No.

Il moro allarga il sorriso da un orecchio all'altro e i suoi occhi formano due piccoli archi scuri. Sembra proprio un bambino a cui è stata promessa una caramella.
Mentre l'altro corre ad accaparrarsi il posto, il biondo può finalmente assaggiare il suo caffè. Tsk, quell'idiota me lo ha fatto raffreddare. Ringhia mentalmente.
"Ehi" la voce di qualcuno lo costringe a sollevare lo sguardo verso l'alto.
Il ragazzo è riuscito ad entrare. La maglia è ancora bagnata e appiccicata al suo corpo, come pure i bermuda rossi.
"Grazie mille. Io sono Park Jimin" gli porge una mano che ha cercato di asciugare sulla maglietta, senza successo.
Il biondo lo guarda scettico. Poi sbuffando porge anche lui la mano.
"Yoongi, Min Yoongi."

Sto riguardando questa fanfiction perché indubbiamente ha un urgente busogno di essere rivisitata.
Comunque, hope yall enjoy it

𝐂𝐎𝐅𝐅𝐄𝐄 [y o o n m i n]   (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora