complicazioni

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Quando Stiles si svegliò suo padre li era accanto, ‘strano’ pensò Stiles ancora poco cosciente «P-papá» lo chiamò per far in modo che l’uomo si accorgesse di lui «Stiles, o dio figliolo, come stai?» chiese suo padre allarmato «Beh, da schifo» rispose il ragazzo con la voce che tremava «Per la malattia, ma tranquillo torneremo a fare le visite» disse lo sceriffo rassicurandolo «No, non è per la malattia» disse Stiles «È che mi sento solo» «Non sai quello che dici ora, meglio che riposi...» «Ho dormito fino ad ora, non puoi continuare a trattarmi come se il problema fosse nella mia testa e basta» lo interruppe Stiles che iniziava a riprendere coscienza «Stiles, davvero dormi...» cercò di persuaderlo l’uomo avvicinandosi per spingere le spalle del ragazzo verso il letto «Basta! Ho detto di smetterla! Sai fare solo questo! Allontanarmi e scappare da quello che dico!» disse Stiles scostandosi dalla presa di suo padre «Stiles...» cercò di chiamarlo lui, senza alcun risultato però non si arrese e iniziò a parlare perché sapeva che lo ascoltava «Davvero mi dispiace, mi sono sempre cullato su questo fatto di tua madre, che non ho pensato nemmeno a te, eri cosí piccolo e ho sempre deviato le tue domande, ho sempre evitato di darti risposte, pensavo di far bene ma mi sbagliavo, è che non ce la facevo e tutt’ora non ce la faccio ad accettarlo e tu, tu sei l’unica gioia rimasta e non voglio perdere anche te, vorrei dimostrati quanto ti ho detto ma non ce la faccio » confessò lo sceriffo «Papá, so bene che è difficile, so bene quanto sia difficile per te crescere un ragazzino problematico, so che avreti voluto un figlio come Scott, ma io non sono Scott, e non credo che lo sarò mai, ma sappi che qualunque cosa deciderai di farmi beh...ti voglio bene papá» disse Stiles «Stiles, sappi che non ti lascerò ad Eichen House o in qualche manicomio per sbarazzarmi di te, e sappi che sei fantastico cosí, ti dico sempre che non fai altro che distruggermi la vita ma non è vero, la mia vita sarebbe finita se dovesse finire la tua, Stiles ti voglio un bene dell’anima, davvero» lo tranquillizzò lo sceriffo abbracciandolo «Perchè ti senti solo?» chiese poi sussurrando «Derek, mi manca terribilmente, ho detto che non ero innamorato di lui ma mi sbagliavo di grosso» confessò il ragazzo «Non sono esperto di ragazzi, ma ho come l'impressione che tornerà a breve da te» disse l’uomo in tutta sicurezza «Davvero?» chiese Stiles con in volto la speranza «Puoi starne certo» confermò suo padre stringendolo a se «Sai, non sapevo di poter soffrire tanto per amore, credevo che Lydia era giá il massimo di sofferenza, ma adesso è tutto diverso, mi manca il respiro solo se lo penso, faccio i salti di gioia quando sto con lui, per la prima volta sono stato felice veramente e credo che non mi è mai capitato di stare cosí male, neanche con un attacco di panico...è tutto diverso, forse dovrei smettere di confrontare tutto con il passato e pensare al presente» disse Stiles rassegnato «Sono pienamente d'accordo con te, che ne dici di fare un patto?» chiese suo padre «Da oggi, pensiamo solo al presente, niente fantasmi del passato, va bene?» «Dillo ai miei attacchi di panico» rispose Stiles che venne guardato male da suo padre «Scusa, va bene ci sto, ma vorrei che i fantasmi andassero via e per far si che accada, devo affrontarli» «Bravo ragazzo, così si fa» lo incoraggiò l’uomo «Ahah! Paparino caro, niente più whisky per te» disse Stiles togliendoli dalle mani una piccola bottiglia di latta che conteneva il liquido «Mi sto già pentendo» commentò l’uomo scherzoso «Ti voglio bene papà» rise Stiles «Anche io figliolo» rispose lo sceriffo sorridente «Che bel quadretto...quasi quasi mi dispiace rovinarlo» disse una voce scura e per niente familiare, ma la figura che era apparsa davanti agli occhi dei due Stilinski la diceva tutta «Sorpreso sceriffo?» chiese la voce avanzando «Non ti muovere da dove sei, posso dare l’allarme da un momento all’altro» lo avvertì lo sceriffo «Oppure lo posso dare io, adesso » parlò Stiles schiacciando il tasto che serviva per chiamare l’infermiera «Un’infermiera ragazzo? Davvero?» chiese l’uomo «No, dovresti sapere che sono più furbo di quello che sembro dal nostro ultimo incontro» rispose freddo Stiles sotto lo sguardo incredulo di suo padre «Il ragazzo che era con te è stato furbo, non tu» disse l’estraneo «Aveva sentito l’odore della benzina, io avevo sentito la bomba» affermò Stiles camminando piano verso l’uomo «Non ti muovere o sparo! » disse strillando l’uomo «Fallo pure» lo sfidò Stiles  «Stiles cosa...» cercò di intervenire lo sceriffo «Shh, ti prego, lasciami sistemare la faccenda» disse Stiles «Sono certo che non sparerai, la pistola è scarica» «Bene fortunatamente» commentò lo sceriffo «Ma...tu non ti risparmi, hai organizzato un colpo sicuro a casa mia, e sono certo che lo hai fatto anche qui» osservò il ragazzo che prese la pistola dalle mani dell’intruso, la caricò puntandola verso di se «Stiles cosa diavolo fai?» chiese suo padre cercando di fermarlo, ma il colpo era partito, si sentì qualcosa rompersi, qualcosa come di vetro «Cosa?» chiese confuso lo sceriffo guardando il figlio «Una pistola invertita, qui non ci sono le canne ma il caricatore, per questo sembrava scarica» rispose Stiles «Avrai pure fermato una pistola invertita» disse l’uomo «Ma non potrai mai fermare me» aggiunse prendendo il ragazzo per la gola «Stiles!» lo chiamò suo padre «No, niente Stiles, se entro cinque secondi non sparisci di qui, io pianterò il mio coltello nel suo stomaco» lo avvertì iniziando il conto alla rovescia «3...sei ancora qui…2 il coltello arriva Stiles, 1...» «fermo!» cercò di fermarlo lo sceriffo ma non ci riuscì e il coltello venne conficcato nello stomaco del ragazzo che cadde a terra e non vide più nulla «Maledetto! » esclamò suo padre colpendo l’assassino in mezzo agli occhi facendolo cadere «Stiles! Rimani sveglio Stiles!» urlò avvicinandosi a lui «Sceriffo! Suo figlio...» disse il vice sceriffo arrivando stanza seguito da altri quattro uomini «Maledetti! Prima! Dovevate arrivare prima! Andate a chiamare Melissa!» disse allarmato lo sceriffo «Agli ordini signore» disse uno degli agenti correndo via «E a lui chi ci pensa sceriffo?» disse il vice sceriffo «Pensateci voi, io resto con Stiles» disse lo sceriffo tornando a guardare gli occhi di Stiles che erano chiusi «Eccomi! O dio, cosa è successo?» chiese Melissa buttandosi sulla ginocchia per vedere quanto era grave la ferita «L’ha colpito allo stomaco con il coltello» disse lo sceriffo «È grave?» chiese «No, Stiles ha attutito il colpo con le dita deviando la traiettoria dell’utensile, lo stomaco non è stato perforato ma è comunque danneggiato, dobbiamo fare molto in fretta» spiegò Melissa fermando l’oggetto che aveva perforato Stiles con una benda per non farlo muovere, poi lo prese fra le braccia e lo mise nel suo letto per trasportarlo «Dobbiamo operarlo d’urgenza, ma non possiamo somministrare anestetici a causa della risonanza appena fatta, ora dorme, ma fra un po’ l’adrenalina inizierà a circolare e si sveglierà, sentirà tutto» disse Melissa ispirando ogni poco «Lo fará vivere?» chiese lo sceriffo «Si» rispose la donna «E allora fallo!» le ordinò l’uomo mentre la vedeva veloce prendere il letto e trascinarlo fuori dalla stanza.

Melissa spingeva il letto nervosamente, chiamò chi era di competenza e lo informò dell’accaduto, cosí la accompagnarono il sala operatoria e l’operazione iniziò, la donna aveva detto che non era grave ma non era vero, un minimo errore e Stiles era finito.

Scott si iniziava a preoccupare, la risonanza doveva essere giá finita, eppure di Stiles non aveva avuto notizie, ne da sua madre ne tanto meno dallo stesso Stiles e si era iniziato a preoccupare «McCall!» lo chiamò il coach «McCall!» lo richiamò «McCall! Ci sei?» chiese senza ottenere risposta «Che ti prende? McCall?» «Scott, ci sei?» chiese poi Isaac preoccupato «Oh, si, ci sono» rispose distrattamente Scott «No, non è vero, che ti prende?» chiese Isaac «Stiles» rispose Scott «Non vorrei fare il guastafeste, ma un semplice nome non vuol dire nulla» commentò Isaac «Non sta bene, è in ospedale per una risonanza» rispose Scott «E che c’è di tanto male in questo? » chiese Isaac «La sua possibile malattia, sai quella che aveva sua madre» rispose Scott «Ah, non lo sapevo» rispose Isaac un po’ deluso...si chiedeva perché Stiles non l’avesse informato, anche se non aveva un rapporto cosí profondo come quello di Scott, erano comunque  buoni amici «Nenache lui, si è svegliato in preda al panico...quasi che non li apriva piú gli occhi » spiegò Scott «Lahey! McCall!» li richiamò il coach «Quando vi decidete a seguire la lezione?» chiese «Scusi coach, non posso,devo andare» rispose Scott alzandosi dal suo banco imitato da Isaac che lo seguì «Lehey! McCall!» provò a richiamarli l’uomo esasperato ma come immaginava non ci riuscì;

«Cosa fai?» chiese Isaac «Chiamo Stiles, forse lui risponderà » disse Scott, ma la sua speranza si spense «Forse è ancora sotto la macchina, chiamo mia madre » bisbigliò chiamando la donna che non rispose «Perchè non rispondono?» si chiese «Scott, smettila, andiamo li e basta» disse Isaac «No, avevo promesso che non sarei andato» disse Scott «Ci sono! Posso chiamare Cora! Forse è tornato con Derek » bisbigliò cercando tra i contatti il numero di Cora «Hey Cora!» esclamò «Hey, ciao Scott» salutò lei «Derek? » chiese nervoso Scott «È qui ma parla al cellulare perchè?» chiese Cora «Passamelo» le ordinò con il cuore che andava a mille, rallentato un po’ quando però seppe che Derek stava parlando al cellulare forse parlava con Stiles «Scott?» chiese la voce del più grande quando prese il cellulare «Stai parlando con Stiles? » chiese Scott «No, ma perché è successo qualcosa?» chiese Derek «Accidenti! Grazie lo stesso» disse Scott chiudendo la chiamata «Cosa centra Stiles con Derek?» chiese Isaac curioso «Non posso dirtelo se non te lo dice lui, ma ora andiamo all’ospedale» disse Scott «Avevi detto di non voler andarci» esclamò Isaac «Beh, ora ci voglio andare» rispose Scott prendendo Isaac per un braccio, trascinandolo via dalla scuola per raggiungere il prima possibile l’ospedale

Il ragazzo della porta accanto ||Sterek Story||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora