Capitolo 7

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Okay. Avanti. Fai un bel respiro, c'è la puoi fare, non accadrà niente. Sono con Kaitlyn davanti alla porta della mensa, dalla quale si sente un gran baccano.

Prendo un grande respiro prima di aprire le porte della mensa. Kaitlyn accanto a me ride. O andiamo questa è la terza? La quarta? Insomma non sono una tipa da mensa.

Le scocco un occhiataccia, questo la fa ridere con più enfasi. Però, ha una risata contagiosa. Ben presto mi ritrovo con l'ombra di un sorrido sulle labbra.

Scuoto la testa e avanzo di qualche passo, abbastanza perché entri nel campo visito di tutti, che naturalmente, come se fossi un angelo, si girano a guardarmi. Nella stanza cade un imbarazzante silenzio.

Poi cominciano i mormorii, non capisco subito il perché, ma poi la risposta alla mia domanda inespressa viene a galla da sola.
Nathan è seduto in mezzo alla stanza, alzato, che si dirige velocemente verso di me a.

Arriva di fronte a me, e poi con uno scatto, mi afferra il gomito tirandolo verso di lui. Dalla sua gola escono forti ringhi. Cane.

Aw a cuccia cane.

Mi fissa con aria di sfida e odio. Andiamo! Cosa mai ti avrò fatto?!

''Qui non vogliamo ibridi, vedi di sparire, sia dal Santa Monica, sia dal mondo, quelli come te, quelli delle tua specie, non dovrebbero nemmeno esistere, quindi fa un favore a tutti noi, e scompari, per sempre. "

Lo guardo con le sopracciglie alzate, ora lo ammazzo, -vi prego che qualcuno mi trattenga, o non esitero ad staccargli la testa!- con uno scatto libero il mio avambraccio, poi punto i miei occhi nei suoi. Sento, o meglio percepisco, l'energia che scorre nelle mie vene a velocità inaudita, la sento concentrarsi ed avvicinarsi ai miei occhi, poi credo che questi abbiano cambiato colore, perché molte persone trattengono il respiro, o lanciano un urlo strozzato.

Nathan indietreggiare di qualche passo, credo sia spaventato da una mia possibile reazione. Poi comincia ad urlarmi contro.

"Orribile essere dal sangue marcio, che tu sia maledetta, sei un mostro, un abominio, uno scherzo della natura, uno scemp-"

"Nathan adesso stai esagerando."

Tutti ci giriamo a guardare la ragazza che ha parlato, la ragazza ha i capelli biondo scuro e gli occhi di un marrone chiaro. Ha uno sguardo calmo. Quasi freddo e distaccato.

Nathan la guarda con aria di sfida.

"E saresti tu, sciocca cacciatrice a volermi fermare?"

Lei non lo guarda nemmeno. Sta giocando con un coltello nero, lungo circa trentacinque cm. Aw sembra una piccola serial killer.

"Non ti conviene sfidarmi Leerman, sai che potrei ucciderti in un nano secondo."

Lui le ringhia contro, lei alza lo sguardo e lo punta nel suo, poi con un rapido gesto del polso il coltello che prima teneva in mano, ora è conficcato nella spalla di Nathan.

Lui geme dal dolore e comincia ad imprecare.

"Sta attento Leerman, io non sbaglio mai mira."

Poi la ragazza si alza e lo supera non degnandolo di uno sguardo e mi si avvicina. Alle sue spalle alcuni ragazzi e delle ragazza si avvicinano a Nathan, che poi lascia la stanza seguito dai suoi amici.

Guardo la ragazza, che mi porge la mano.

"Piacere io sono Marie. Sono una cacciatrice, e tu, tu devi essere l'ibrido. Sai, non si vedono molte creature della tua specie".

Gli stringo la mano, sono fredda, non mostro nessuna emozione.

"Sono Angelica. Marie devo dire che non si vedono molte ragazze che lanciano coltelli come se salutassero un vecchio amico. Ammirabile."

Lei mi guarda e mi regala un inquietante sorriso.

"Sta lontano da Xavier, lui è mio. Capito?"

Sento Kaitlyn ridere alle mie spalle, sorriso a Marie.

"Tranquilla è solo tuo. Per me è solo un'amico."

Lei mi guarda e annuisce mormorando.

"Vedremo."

Poi ci volta le spalle e sparisce.

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Scusate se il capito è corto, ma è un capito di passaggio importante.

I Hate My Mate Where stories live. Discover now