1

737 45 3
                                    

Gazzetta del Profeta,
21 settembre 2017

TERRORE ALLA FINALE
by Rita Skeeter

In data odierna, come tutti saprete, era fissata la finale della Coppa del Quidditch, l'attesissima partita Galles-Romania, in una località non meglio identificata nel nord della Francia.

Purtroppo, però, un avvenimento davvero spiacevole ha rovinato anche questa celebrazione dello sport.

La maggior parte degli spettatori alloggiava in un albergo babbano non troppo distante dallo stadio.

Quest'ultimo, però, è stato fatto esplodere durante la notte. L'attacco è stato attribuito ad un gruppo di terroristi babbani non troppo dissimile da quello che era l'esercito di Colui-che-non-deve-essere-nominato.

Gli affiliati alla setta in questione provano piacere nel farsi saltare in aria in luoghi affollati per morire insieme a tanta altra gente.

Si contano almeno una cinquantina di vittime, non ancora identificate.

Harry posò il giornale sul tavolino di fronte al divano su cui era seduto, non riuscendo a proseguire oltre.

Ginny era in quell'albergo.

Lavorava per un giornale sportivo, e le era stato assegnato un articolo sulla finale. Lui sarebbe dovuto andare con lei, ma un caso particolarmente difficile glielo aveva impedito.

Di lei nessuno aveva notizie, e ora la notizia di una cinquantina di cadaveri sconosciuti non faceva che accrescere l'ipotesi che le fosse capitato qualcosa di brutto.

Harry si prese la testa tra le mani, cercando di rimuovere questa possibilità dalla sua mente.

-Papà? Che c'è, tutto apposto?-

Sulla soglia del salone la piccola Lily Luna lo guardava preoccupata, ancora in pigiama.

D'altronde, era l'alba.

Harry cercò di sorridere. Doveva essere forte, la bambina aveva solo nove anni, e lui era il suo eroe.

Ma guardando i suoi capelli rossi tutti scombinati non riusciva proprio a fare a meno di pensare che con quasi tutte le probabilità era appena rimasta orfana.

-Niente, tesoro, tutto okay. Torna pure a dormire, tranquilla-

La piccola però si sedette accanto al padre sul divano, la testa poggiata contro il suo petto.

-Ormai sono sveglia, tanto vale che ti faccia compagnia-

Harry le passò un braccio sulle spalle, cercando da farsi forza. La speranza è l'ultima a morire, dicono.

E Ginny era la sua speranza.

La voce assonnata di Lily lo distrae dai suoi pensieri, spezzettandogli il cuore in milioni di microscopici frammenti.

-Quando torna la mamma?-

Dirglielo, o non dirglielo?

Harry pensò a James Sirius, il suo primogenito, un Grifondoro tredicenne, arrogante, sempre con la battuta pronta.

La morte della madre lo avrebbe annientato, facendo sparire dal suo volto il sorriso contagioso che tutti amavano e con esso la sua proverbiale allegria perenne.

Pensò ad Albus Severus, che poche settimane prima era partito per il suo primo anno ad Hogwarts, stupendo tutti con il suo ingresso tra i Serpeverde. Timido, insicuro, con una saggezza innata che tirava fuori sempre nei momenti giusti.

La morte della madre lo avrebbe fatto crollare, sgretolando anche quel minimo di sicurezza che era riuscito molto faticosamente a mettere insieme nel corso degli anni.

Pensò infine a Lily Luna, piccola e testarda, ma con un cuore d'oro. Affettuosa con coloro che le stanno cari ed estremamente gentile con tutti, quando si arrabbiava era parecchio difficile da contrastare, perfino per un Auror come lui.

La morte della madre l'avrebbe devastata nel profondo, portandola a infrangere quella convinzione comune a tutti i bambini che fa loro vedere del buono in tutte le persone.

E a lui, che effetto avrebbe fatto?

Stava con Ginny da quando aveva sedici anni, e ora ne aveva trentasei.
Le loro vite erano sempre state legate, le loro strade si erano più volte incrociate, fino alla fine.

No, Ginny non poteva essere morta.

Troppe cose, troppe persone dipendevano dalla sua vita.

Non poteva abbandonarli così.

Harry aveva già perso molte delle persone che amava durante la guerra, e qualcosa in fondo al suo cuore gli diceva che se fosse capitato anche questa volta non sarebbe più riuscito a rialzarsi in piedi, a combattere.

-Presto, amore mio, presto-.

Una Fine È Pur Sempre Un Inizio ~ DrarryWhere stories live. Discover now