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Quando sentì il campanello della porta suonare, Harry sapeva già chi fosse stato e cosa volesse.

Sulla soglia si ritrovò due funzionari del Ministero in giacca e cravatta, impeccabili. Uno era un Auror che conosceva di vista, l'altro a giudicare dal portamento altezzoso e diffidente doveva essere per forza un Indicibile.

I due avevano un'espressione grave, e alla sola vista di quei volti studiatamente imperturbabili Harry si sentì morire.

Li fece accomodare in sala da pranzo, la piccola Lily era a scuola.

Poi l'Auror parlò.

-Siamo qui per comunicarle che alcuni cadaveri sono stati identificati. Erano messi molto male, ma sono riusciti a dar loro un nome. Ed è con profondo rammarico che la informiamo che uno di essi è risultato essere Ginevra Molly Potter, nata Weasley. A nome di tutto il Ministero, le nostre più sentite condoglianze-

Il fatto di saperlo già da prima non rese meno doloroso il colpo che Harry provò in quel momento.

I due continuavano a parlare, ma lui non li sentiva, i suoni gli giungevano ovattati, come se la conversazione si stesse svolgendo a quattro metri di distanza. Continuava ad annuire di tanto in tanto, incapace di concentrarsi sulle loro parole.

Colse distrattamente 'giorno libero', e la prese come un'autorizzazione a chiudersi in casa per non uscirne più.

Raccolse le sue ultime forze per resistere fino all'uscita dei due signori, poi cedette, buttandosi di peso sul divano e scoppiando in singhiozzi, la testa affondata in un cuscino, lieto quantomeno che i suoi figli fossero altrove.

Perse la cognizione del tempo, forse perfino si addormentò, fatto sta che fu pienamente consapevole di ciò che stesse accadendo nel mondo esterno solo quando il grande orologio sulla parete non indicò che era quasi ora di andare a prendere Lily a scuola.

E qui si prospettava un altro problema: rivelare ai bambini dell'avvenimento.

Si può crescere senza un genitore, lui per primo ne è la prova vivente. Ma Harry aveva solo un anno quando sua madre morì di fronte a lui, e nessuno aveva avuto bisogno di spiegarglielo.

E invece ora l'ingrato compito spettava a lui.

La cosa più semplice sarebbe stata radunarli tutti in modo da ripeterlo una volta sola, quindi scrisse una lettera alla McGrannit in cui, spiegandole la situazione, chiedeva se fosse possibile poter prelevare i due fratelli da scuola per un pomeriggio.

Per tutta risposta, dopo non molto dalle fiamme che ardevano nel camino spuntò il volto della preside.

-Le mie più sentite condoglianze, Harry-

-La ringrazio, professoressa-

-Ti porterò i ragazzi nel pomeriggio, per non farli uscire nel bel mezzo delle lezioni, se per te non è un problema-

-Assolutamente no-

Prima di scomparire del tutto, la professoressa rivolge lui un ultimo sorriso triste.

-Mi dispiace così tanto, Harry-

E quest'ultimo, rimasto solo come mai un vita sua, inizia a fare una lista mentale di tutte le persone a cui dovrà annunciare la scomparsa prima che lo leggano dai giornali.

Di certo Ron, Hermione e figli.

Tutti i Weasley, vecchia e nuova generazione. Un'altra morte.

Poi Teddy, e di conseguenza anche Andromeda, che in questi ultimi anni è diventata parte della famiglia.

Luna e Neville, che erano molto amici di Ginny ai tempi della scuola.

Decisamente troppa gente.

Potrebbe raccontarlo solo a Ron e lasciare a lui il compito di riferire.

Intanto, il problema più urgente, i bambini.

Quando Lily Luna tornò a casa da scuola, era tutta allegra e iniziò a raccontare tutti gli avvenimenti della giornata al padre, il quale ascoltava distrattamente emettendo un mugugno confuso ogni tanto.

A pranzo, Harry aveva lo stomaco chiuso, ma cercò lo stesso di mangiare per non far preoccupare la piccola.

E, all'improvviso, dal camino spuntarono James e Albus accompagnati dalla McGrannit, la quale teneva poggiata una mano su una spalla di ogni ragazzo, in un gesto che cercava di sembrare disinvolto ma che in realtà nascondeva una sorta di compassione riconoscibile solo da chi aveva già ricevuto uno sguardo simile in passato.

-Eccoli qui, Harry-.

Una Fine È Pur Sempre Un Inizio ~ DrarryWhere stories live. Discover now