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Caro Malfoy...

-No, così non va bene- sbuffo Harry, rileggendo quanto aveva appena scritto.

Caro Draco,
Ti scrivo per...

Per quale motivo gli stava scrivendo, in effetti? Per scusarsi per averlo picchiato pubblicamente? Per chiedergli di comportarsi come se lui non lo avesse aggredito al funerale della moglie?

Aveva chiesto a Hermione un aiuto con la lettera, ma lei aveva insistito affinché la scrivesse lui, e che le scuse venissero "dal suo cuore".

Prese un profondo respiro.

Ti scrivo perché riconosco di essermi comportato male, al funerale. Anzi, dire 'male' sarebbe un eufemismo. Il mio comportamento è stato inaccettabile, scandaloso e...

E ora aveva finito i sinonimi.

So che le mie scuse non ti servono a niente, ma mi sento veramente in colpa per quello che è successo. Ero fuori di me dal dolore, e non mi sono curato di quello degli altri. Ti prego di perdonarmi.

Ecco, ora Malfoy avrebbe conservato questa lettera con la quale lo avrebbe ricattato pesantemente in futuro. Ma se lo sarebbe meritato.

Harry rilesse quanto scritto un paio di volte, per poi apporre la sua firma in basso. Era una lettera fin troppo laconica e banale, ma tant'è.

Chiamò Edvige II e affidò a lei il messaggio che avrebbe o rimediato o fatto un danno ancora maggiore.

Fatto questo, si impose di andare a controllare come stava James, il suo coraggioso James, che aveva completamente trascurato.

Bussò alla porta del ragazzo.

-Vattene-

Harry sospirò. Si prospettava un'impresa difficile.

-Alohomora- sussurrò, e la porta si aprì da sola. Entrò.

-Ti avevo detto di andartene- disse James con voce macabra, senza nemmeno alzare la testa dal cuscino in cui era sprofondata.

-Jamie...-

-Non mi chiamare così. La mamma lo faceva sempre-

Harry si maledisse mentalmente.
-James, posso dirti una cosa?-

-No- mugolò il ragazzo dalle profondità del suo cuscino.

-Ti prometto che sarò breve. Tempo cinque minuti e me ne sarò andato-

Stavolta James non rispose, e Harry lo prese come un'autorizzazione a continuare. Sperò di non sbagliarsi.
Si sedette sulla sedia stracolma di vestiti da piegare.

-Sono qui per chiederti scusa per come mi sono comportato. La morte della mamma è  stato uno shock, mi ha sconvolto al punto che non mi sono reso conto che come io ho perso una moglie voi avete perso una madre. Avrei dovuto prima di tutto pensare a voi, a te, e offrirti il mio sostegno-

Tacque un paio di secondi, come per riordinare i suoi pensieri, poi aggiunse: -Non voglio giustificarmi, perché quello che ho fatto è inaccettabile. Ma vedi, quando avevo poco più della tua età ho perso così tante persone che amavo per colpa della guerra. Così tante persone che erano morte per me, per proteggere me, le loro famiglie e le loro case. Morte giovani, che non hanno avuto la possibilità di vivere appieno la loro vita, perché gli è stata strappata troppo presto. E ora p-pensavo che fosse tutto finito ormai, e invece no. La morte della mamma mi ha riportato indietro nel tempo, facendomi piangere anche tutte quelle morti che non ho avuto abbastanza tempo per superare, né lo avrò mai. Ero schiacciato, accecato dalle immagini di centinaia di cadaveri dai volti a me fin troppo familiari. E non ho visto come soffrivi tu. Io... ho perso i genitori quando ero molto piccolo, e sono rimasto solo per tanto, troppo tempo. Ma tu non lo sarai, perché hai me. E io farò sempre il massimo per non farti sentire da solo-.

James sollevò la testa dal cuscino e lo guardò con quel suo sguardo fiero e deciso che aveva preso da Ginny, reso se possibile ancora più determinato dalle lacrime.

-Ho finito, ora me ne vado, tranquillo- disse Harry, alzandosi.

Ma venne bloccato dal ragazzino che gli venne incontro di corsa, abbracciandolo mentre le lacrime si facevano nuovamente strada sul volto di entrambi.

Harry accarezzò i capelli scombinatissimi del ragazzino, senza dire una parola. Non ce n'era bisogno.


Una Fine È Pur Sempre Un Inizio ~ DrarryUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum