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-Siamo qui per ricordare le vittime di un atto crudele e disumano, siamo qui per salutarle un'ultima volta prima di lasciar andare le loro anime...-

L'addetto al funerale continuava a parlare, ma Harry non prestava attenzione a quello che diceva.

No, la sua mente era persa in ben altri pensieri.

Perché lei, perché? Cosa aveva fatto di male? Cosa ho fatto io, di male? Perché tutte le persone a me vicine muoiono?

Poi, in lontananza, vide qualcuno che lo distrasse anche sa quei pensieri.

Se ne stava lì in un angolo, imperterrito e solitario, nel suo completo nero dall'aria costosa.

Quei capelli biondi erano quasi inconfondibili.

Malfoy. Draco Malfoy.

Cosa ci faceva qui, al suo funerale?
Perché assisteva alla cerimonia delle vittime di un'associazione criminale come quella alla quale lui era appartenuto da giovane?

Perché davvero c'erano ben poche differenze tra quell'ISIT o comesichiamava e i Mangiamorte.

E d'un tratto venne assalito da una rabbia pazzesca, tanto che quasi non si rese conto di stare camminando con una calma inquietante verso quella figura a lui tanto sgradita.

Una volta dietro di lui, mentre tutti erano rivolti verso le bare lucenti, lo afferrò per la spalla, facendolo voltare.

Un attimo dopo, il suo pugno andò a scontrarsi con il suo naso, con un sinistro crack che gli ricordava molto il rumore che faceva un elfo domestico quando si Smaterializzava.

Forse fu il pensare a Dobby, l'ex elfo domestico dei Malfoy maltrattato da questi ultimi e morto per salvare colui che l'ha liberato dai suoi aguzzini, che lo spinse a colpire nuovamente la figura di fronte a lui, questa volta su uno zigomo.

-Ma sei impazzito, Sfregiato?!?- strillò allora quello, e a quelle grida anche le poche persone che ancora non stavano osservando la scena si girarono a guardare, incuriosite.

Ma non si limitò solo ad urlare, perché poi gli assestò anche una serie di colpi in faccia con la destra, mentre con la mano sinistra si copriva il naso ora sanguinante.

Iniziarono a colpirsi a vicenda, e quando uno dei presenti provò a separarli, si beccò un pugno anche lui, solo che nella confusione non si riuscì a capire chi dei due fosse stato.

Continuarono quella che ormai sembrava una vera e propria lotta libera fin quando Harry non sentì una vocina acuta che strillava per richiamare l'attenzione dei due contendenti.

-Papà, smettila! Così mi fai fare brutta figura con i miei amici!-

Solo a queste parole Harry smise di tirare colpi al biondo rivale per girarsi verso la fonte del rimprovero.

Lily stava lì, nel suo bel vestitino nero, fissandolo con uno sguardo carico di disprezzo che non faceva alcuno sforzo per nascondere.

Harry non riuscì a guardarla negli occhi, resosi conto solo ora del terribile spettacolo che aveva appena dato.

In lontananza, il rumore di una macchina fotografica.

-Cosa pensi che ne direbbe la mamma, eh? Si vergognerebbe di te!-

Ancora, Harry non rispose, ma diede un'occhiata di sottecchi alla bambina che, con i suoi capelli rossi e le mani sui fianchi, assomigliava così tanto a sua madre.

-Ora fate pace- intimò lei.

-Lils, vedi, non è così semplice...- tentò Harry, poco convinto.

-Perché lo hai attaccato?- riprese lei.

-Già, Potter, perché mi hai attaccato?- chiese a sua volta Malfoy.

Harry lo fissò carico d'odio, e sorrise soddisfatto nel vedere i suoi capelli scompigliati, il volto e le mani che sanguinavano in più punti, il bel completo ora sgualcito e strappato.

Per non parlare della sua espressione sconvolta, quella era impagabile.

-Perché questo schifoso Mangiamorte qui ha osato presentarsi ai funerali di mia moglie- sputò poi.

-Schifoso Mangiamorte a chi, eh?- disse Malfoy con tutto l'astio possibile, e dovettero trattenerlo in due per evitare che lo attaccasse nuovamente.

-Papà, ti prego, non dare spettacolo, ora- implorò Albus, comparso all'improvviso dalla folla di spettatori.
Al suo fianco, la fotocopia di Malfoy in versione mini.

-Ah, vedo che hai portato anche la tua altrettanto schifosa progenie, a quanto pare- disse ancora, ansioso di provocare l'avversario.

Ma prima che quest'ultimo potesse reagire, fu Albus a rispondere.

-Papà, lui è mio amico! Lascialo fuori dalle vostre rivalità infantili, ti prego!-

Il ragazzino in questione se ne stava seminascosto dietro Albus, osservando ora il padre ora Harry con espressione terrorizzata.

Vedendo quei tre paia di occhi ancora bambini che lo fissavano, Harry iniziò quasi a vergognarsi del suo gesto così impulsivo, ma ormai era fatta.

Poi Malfoy parlò.
-Ovviamente sei sempre lo stesso, sempre a pensare che tu sia l'unico a soffrire. Ovviamente in questi giorni sei stato così impegnato a crogiolarti nel tuo dolore da non accorgerti di quello degli altri. Nemmeno- aggiunse, indicando con un cenno del capo James, l'unico rimasto seduto tra le panchine ormai deserte e con lo sguardo rivolto verso il vuoto -quello dei tuoi stessi figli.

Lo sguardo di Harry si fermò sul primogenito.

Era vero, alla fine si era completamente dimenticato di andare a parlare con lui, usando la scusa "diamogli un po' di tempo per riprendersi", senza notare che questa strategia non stava servendo a niente.

-Vedo che finalmente te ne sei accorto, eh? Egoista come al solito. Scommetto che non hai nemmeno letto la lista completa delle vittime- continuò il biondo, soddisfatto della reazione della controparte.

In effetti, pensò Harry, avrebbe potuto dargli almeno uno sguardo...

Malfoy emise un suono strano, a metà tra un sospiro e una risata triste.

-C'era anche mia moglie, tra quelli-.

Una Fine È Pur Sempre Un Inizio ~ DrarryWhere stories live. Discover now