Capitolo 17: Amici da sbronze

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"Allora Sean, sei pronto?"

"Si, dammi un secondo" Mi passai per la milionesima volta una mano tra i capelli e cercai di scacciare ancora i miei pensieri.

Dopo diciassette anni di vita avevo scoperto che avevo vissuto in una bugia, avevo odiato mio padre per niente, fatto vivere i primi anni di Ronny in segreto e costretto Lara e mio padre a nascondere il loro amore e tutto ciò solo con la mia nascita.
Mia madre aveva tutte le ragioni di odiarmi.

Cercai ancora una volta di non pensarci, ma davvero non sembrava possibile. La mia mente sembrava bloccata sui soliti pensieri, me li ripresentava davanti ogni volta che chiudevo gli occhi, pensavo a qualcos'altro o respiravo.
Dovevo davvero parlarne con qualcuno e in quel momento sentii ancora una volta la mancanza di Cole.

I primi due giorni ad Orlando erano stati pieni di impegni e per una cosa o per l'altra ero riuscito a distrarmi, ma in quel momento mentre ero solo tra le mie preoccupazioni mi rendevo conto che mi mancava davvero, nonostante mi stesse praticamente gettando da parte come non aveva mai fatto. Mi mancava e lui ancora non aveva nemmeno chiamato per chiedermi che fine avessi fatto, se stavo bene, perché me ne ero andato.

Probabilmente non si era nemmeno accorto della mia assenza, troppo preso da altro, come Lambert ad esempio.

Sentii la rabbia crescere al pensiero, alimentata dalla mia delusione, ma me ne pentii subito.
Non potevo avercela con lei, non aveva fatto niente, era solo Cole che si era allontanato da me, non era stata lei a portarlo via.
Lei aveva solo iniziato a provare qualcosa per lui, come Cole tanto sperava e poi era successo quel che era successo.

Sbuffai ed aggiunsi mentalmente anche questo risentimento verso Lambert nella lista di "cose per cui sentirsi in colpa".

"Sean, non vorrei metterti fretta perchè alla fine questa dev'essere stata una giornata pesante per te, ma Julie, Kyle e Seth ci aspettano da più di venti minuti" Mi ripresi e raggiunsi mio fratello- strano ancora a pensarlo -al piano di sotto.

"Era l'ora!"Si alzò dal divano e mi venne incontro osservandomi.
"Ci metti più di Julie e credimi, lei è davvero lenta a prepararsi" fece una risata.

"Scusami, mi sono perso nei miei pensieri per qualche minuto"risposi ancora in quello stato d'animo molto poco piacevole e il suo sorriso si spense.

Mi si avvicinò e mi diede un breve abbraccio "se hai bisogno di parlarne, puoi farlo con me, sono disposto ad ascoltarti quando vuoi, anche a tarda notte, capisco che per te ora deve essere un momentaccio" poi si girò ed iniziò ad andare verso la porta "ma ora cerca di non pensarci e divertiamoci, hai tante cose da vedere qui intorno" sorrise ed uscì di casa.

Non potevo parlarne con lui, avrei voluto, ma in quel momento avevo bisogno di Cole, che mi conosceva da una vita e mi era sempre stato accanto.Bhe, tranne che nell'ultimo periodo.

Mi sforzai di sorridere e di non pensare e raggiunsi Ronny fuori casa.




***




"Hey Ron, sei arrivato! non ci speravamo più" un ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri ci si avvicinò.

Doveva avere l'età di Ronny, ma era molto più alto, poco più di me e sembrava che i due si conoscessero bene da come erano a loro agio a parlarsi.

"Scusami Kyle, ma il ragazzo qui dietro ci ha messo una vita a prepararsi"
Il ragazzo, Kyle, alzò lo sguardo su di me e mi sorrise gentile per poi porgermi una mano "per oggi sei perdonato perchè é la tua prima volta da queste parti, ma la prossima volta ti verremo a prendere a casa. Piacere, mi chiamo Kyle e sono il vicino di banco di tuo fratello in tempi scolastici" Sembrava una persona abbastanza simpatica e adesso sapevo che era effettivamente dello stesso anno di Ronny.

Gli strinsi la mano "sono Sean, ma scommetto che Ronny ti ha già parlato di me" lui mi sorrise quando la stretta si sciolse "si, infatti" mi sorrise e fece un veloce occhiolino prima di invitarci ad entrare nel pub alle sue spalle.

"Kyle, ma Julie e Seth che fine hanno fatto?" Ronny si preoccupò di chiedere degli altri suoi compagni.

"Oh, tranquillo, sono dentro, Julie doveva sedersi e Seth ha pensato di farle compagnia ed hanno scaricato l'incarico di aspettarvi a me"

"Oh, capisco, hanno fatto bene" Riprendemmo a camminare.




***




Il tavolo a cui ci sedemmo era appoggiato contro una parete ricoperta di mensole su cui risiedevano alcuni boccali di birra di svariate forme e dimensioni.Appena arrivati Ronny si diresse tutto sorridente verso quella che doveva essere la sua ragazza e le lasciò un piccolo bacio.
Mi stavo perdendo nell'osservare i due nuovi componenti del gruppo quando notai qualcosa che mi sorprese parecchio:
La gracile ragazzina era incinta ed anche di un bel po' di mesi.Mi accorsi di aver fatto trasparire il mio stupore solo quando lei mi rivolse la parola tutta sorridente.

"Lo so, fa strano a tutti la prima volta, così giovane e già con un pancione del genere" un sorriso sincero spuntò sul suo volto mentre si accarezzava la pancia.
"Ci farai l'abitudine. Io sono Julie e tu devi essere il figlio del l'amante di Robert" il mio entusiasmo si dissolse al sentire quella frase, tanto che mi dimenticai di stringerle la mano.

"Come puoi vedere la nostra amica è totalmente sprovvista di tatto" Kyle mi arrivò alla schiena cingendomi le spalle con un braccio.
"Non preoccuparti, non voleva offenderti, non l'ha fatto di proposito" mi sussurò contro l'orecchio prima di staccarsi e avviarsi verso il bancone.

Allargò le braccia mentre camminava "Qualcuno vuole da bere? Te Sean, non conti. Meriti che qualcuno stasera ti offra una birra e quel qualcuno sarò io" concluse la frase ammiccando nella mia direzione e si voltò dopo aver visto la mano di quello che doveva essere Seth alzarsi.

L'allegria che quel ragazzo emanava iniziò a farmi sentire più rilassato.
"Scusami Sean, non volevo essere indelicata, non me ne sono resa conto" Julie sembrava sinceramente dispiaciuta e la perdonai subito, cercando poi di cambiare discorso.
"Non preoccuparti. Piuttosto, com'è che in questo pub danno alcolici ai minorenni?" Dopo la mia domanda ricevetti lo sguardo confuso di Ronny e la risata di Julie.

"Credo che pensi che Kyle sia minorenne" Julie continuò a ridacchiare mentre spiegava la situazione a Ronny, che prese a sua volta a ridere.
Proprio in quel momento due braccia posarono tre boccali di birra sul tavolo passando sopra la mia testa.
"Mi spiace ammetterlo, ma sono un pluribocciato. La scuola non fa per me, ma non sono uno che molla. Ho diciannove anni" Kyle si sedette sulla sedia libera alla mia destra e bevette un sorso da uno dei calici.

Strabuzzai gli occhi alla rivelazione "vuoi farmi credere che si più grande di me? Te li porti bene, sembri un quindicenne".
Kyle ridacchiò e le guance mi si tinsero di rosso quando mi resi conto di aver parlato senza pensare.

"Bhe, immagino che sia un complimento" il sorriso sembrava non voler abbandonare le sue labbra.
"Seth, secondo te sembro un quindicenne?" Il ragazzo dall'altra parte del tavolo, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, alzò lo sguardo dal suo cellulare per sibilare un semplice "no" e poi tornare a farsi gli affari propri, ma sorseggiando una birra.

Kyle fece una finta smorfia indignata, poi si rivolse a me giusto per dirmi un "sei l'unico che mi da delle soddisfazioni" prima di sorridermi divertito. Non potei fare a meno di arrossire di più e lui sembrò approfittarne perché subito dopo, allungandosi per prendere qualcosa nella giacca appesa alla mia sedia, mi sussurrò "il tuo imbarazzo non fa altro che renderti più attraente" e poi come se niente fosse, continuò a stuzzicare Seth tra le risate di Julie e Ronny.
Non ricordo molto di ciò che successe dopo, bevvi molto più di solo una birra quella sera.

Bittersweet PainWhere stories live. Discover now