01 | Un brutto presentimento

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Ai Natali perduti.









Mi chiamo Naruto Namikaze. Lavoro come venditore per la ditta Konoha Crown. Abito nel condominio Tsukuyomi, un vecchio palazzo di Los Angeles. Non è sempre stato un condominio un tempo era un hotel, dal prevedibile nome di Hotel Tsukuyomi. Credo che il nome si ispiri a quella grande mezza luna che sporge da un faro che c'è ancora sulla terrazza.
Primo abitavo a Manhattan ed ero un detective. Uno dei migliori, a quanto dicevano. Quattro anni fa lasciai la polizia e tornai qui a Los Angeles. Penso sia stato proprio quel faro sulla terrazza ad attirarmi in questo posto. Sono diventato un inquilino dell'appartamento 202 senza neanche aver dato un'occhiata alla stanza.
È un monolocale vecchissimo in un palazzo dall'aria un po' decadente. D'altra parte non ho mai avuto il pallino dell'appartamento all'ultimo grido. Inoltre, lo scorcio di città che posso vedere dalla finestra non è affatto male, per essere solo al secondo piano.
Ho lasciato che gli anni passassero a modo mio: tra i miei dischi, le mie quattro mura e il mio bourbon. E ora sono all'alba dei miei 34 anni, la stessa età che aveva mio padre quando fu assassinato 25 anni fa.
Mi ritrovo a Los Angeles a spaccarmi la schiena per la Konoha Crown. A pensarci bene, non so perché continui a fare questo lavoro, né perché mi trovi ancora qui. In realtà, non ho la minima idea di quale altro posto potrei chiamare casa.
Ufficialmente, la Konoha Crown si occupa della vendita a domicilio di prodotti per la casa. Ma a volte do una mano a Jiraiya, il direttore, nei suoi affari sottobanco: trovare degli oggetti scomparsi, roba che probabilmente sarebbe meglio lasciare dove si trova. Le vendite mi sfiancano, ma questo secondo lavoro mi calza a pennello. Forse è per questo che continuo a farlo.

***
18 dicembre 1980
Mi sono svegliato nella mia macchina dopo una pennichella. Ho raggiunto il cercapersone buttato sul sedile a fianco e l'ho acceso per la prima volta in due giorni.
Ha subito iniziato a trillare nervosamente, rimbombando all'interno dell'angusto spazio della mia auto, come offeso dalla scarsa attenzione che gli avevo prestato ultimamente.
"Ho capito, ho capito... è meglio che chiami Jiraiya!"
Sono uscito dall'auto e ho arrancato alla ricerca di una cabina telefonica. Nella testa affiorava il pensiero che in fondo non era poi così male la mia vita: lavorare un po', tornare a casa e passare il Capodanno esattamente come avevo fatto negli ultimi anni.
Girato il primo angolo, ho trovato gli ultimi spiccioli che mi trovavo in tasca e ho composto il numero della Konoha Crown. Mentre dall'altra parte del ricevitore sentivo il tipico suono della linea libera, mi preparavo con un sospiro all'inevitabile strigliata che avrei dovuto sorbirmi.
Non avevo idea di ciò che mi aspettava.
Non sapevo che era giunto il momento in cui Jiraiya si era definitivamente stancato del mio modo di fare e aveva deciso di licenziarmi, né che lo stabile in cui vivevo era destinato a essere raso al suolo.
Soprattutto, non avevo idea che tutto questo sarebbe stato soltanto l'inizio.

Soprattutto, non avevo idea che tutto questo sarebbe stato soltanto l'inizio

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  𝐋𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐌𝐄𝐒𝐒𝐀 𝐃𝐈 𝐌𝐄𝐙𝐙𝐀𝐍𝐎𝐓𝐓𝐄. narutoWhere stories live. Discover now