10 | Il diamante

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- CAPITOLO 10 -IL DIAMANTELos Angeles26 dicembre 1980

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- CAPITOLO 10 -
IL DIAMANTE
Los Angeles
26 dicembre 1980

"Mmh... il cercapersone..."
Il trillo lo risveglia in una stanza immersa nel buio. Istintivamente allunga la mano per spegnerlo, ma... non riesce a muoversi!
Seguendo le linee dell'indolenzimento, scopre di essere riverso al suolo con mani e piedi legati.
Cerca di schiarirsi la mente per ricordare gli ultimi avvenimenti.
Sente la gola riarsa e il corpo estremamente pesante. Inoltre, una fitta di dolore gli trapassa le pupille, ogni volta che cerca di aprire gli occhi. Devono essere gli effetti dello spray soporifero.
Naruto apre con uno sforzo una fessura tra le palpebre per guardarsi intorno e nota una fievole luce proiettata sul pavimento. La torcia elettrica... deve essere caduta a terra quando è stato stordito.
Osservando la luce, gli occhi si abituano piano piano al buio e Naruto riesce a comprendere la conformazione della stanza.
Deve trovare il modo di liberarsi dalla corda.
Sebbene i movimenti siano limitati, Naruto riesce ad avvicinarsi alla parete.
Sopra il tavolo vicino al muro, c'è un vaso di ceramica. Naruto dà un colpo a una gamba, facendolo ondeggiare.
Con uno sforzo, si getta con tutto il peso contro il tavolo un paio di volte, riuscendo a far cadere a terra il vaso che si infrange con uno schianto.
Allunga le dita per afferrare un frammento affilato e tagliare la corda. Dopo più di un'ora di tentativi, riesce finalmente a liberarsi.
Naruto si alza massaggiandosi le giunture indolenzite. Mentre si domanda chi possa essere stato, spera che Kiba stia bene.
Raccoglie la torcia e cerca l'uscita della stanza 406.
Sembra che la porta sia sbarrata dall'esterno. A nulla valgono gli sforzi nel tirare la maniglia.
"Devo trovare un modo..."
All'interno non ci sono molti oggetti utili per distruggere la porta: una sedia di legno e un tubo del bagno.
Naruto solleva la sedia e la sbatte con forza contro la porta. Con un rumore violento, si apre un buco in mezzo. Tra i pezzi di legno a terra spicca una targhetta su cui è incisa la scritta "Direzione": questa era la stanza del direttore.

Ad ogni modo Naruto è riuscito ad aprirsi una via di fuga. Esce sul corridoio e si guarda intorno, ma non c'è traccia di anima viva. I polsi e le caviglie gli ricordano la ruvidezza delle corde.
Poco più avanti, vede Kiba riverso a terra. Naruto si avvicina e lo scuote preoccupato, ma dal battito concitato delle palpebre sembra che anche lui sia stato vittima dello spray soporifero.
"Naruto, chi è stato?"
"Qualcuno che non vuole che troviamo la Kitsune Star."
Ma non ha idea di chi possa essere stato.
"E la cassaforte?"
Naruto risponde a Kiba che non ha avuto modo di toccarla a causa dell'aggressione.
"Allora diamoci un'occhiata adesso."
Kiba raccoglie il piede di porco che aveva portato con sé e torna con Naruto verso la stanza 406, ma non appena vede il buco nella porta esclama:
"Ma che hai usato? Dinamite?"
Naruto scuote la testa e gli indica la sedia, ma Kiba risponde limitandosi a ridere.
I due giungono davanti alla cassaforte in un angolo della stanza e infilano il piede di porco in una fessura dell'apertura. A un segnale di Kiba, uniscono le forze e la porta della cassaforte cade a terra con un tonfo.
Si è aperta.
All'interno c'è una piccola scatola, ma è vuota.
"Dopo tutta questa fatica... che delusione!"
Kiba scuote la testa e fa un grosso sospiro.
L'attenzione di Naruto cade sul lato interno della porta, che a una più attenta osservazione rivela una fessura.
Indaga più da vicino e scopre un quaderno.
Ha tra le mani il diario di Hashirama Senju, il marito di Mito uccisa 13 anni fa, il direttore dell'Hotel Tsukuyomi, nonché l'unica persona a sapere dove sia la Kitsune Star.
Naruto legge la prima pagina divorato dalla curiosità:
" 17 dicembre 1967,
Sono appena tornato dal funerale di Mito. Oh Mito, non posso credere di averti persa... perché sei dovuta morire? Ogni volta che ripenso alla tua morte, il rimpianto e il dolore mi stringono il cuore. Mito, lo so. So che la tua morte è legata a quello che è successo 12 anni fa. Se solo non avessi sparato a quello scassinatore che si era introdotto in camera mia... se solo non avessi raccolto la Kitsune Star che gli cadde dalla mano, tutto questo non sarebbe mai successo. "
Naruto si lascia sfuggire in un sussurro:
"La Kitsune Star... allora tutto iniziò così..."
Continua a leggere rapito dalla curiosità:
" Dan mi ha avvertito, quando ho deciso di chiudere l'hotel e tagliare i ponti con l'Akatsuki. 'Se molli l'Akatsuki, molli anche me. E ricordati una cosa: gli amici chiudono un occhio, gli altri no.' Dan lo sapeva. Sapeva che avrei dovuto pagare la mia libertà con la Kitsune Star... mi ero rassegnato a perdere quel diamante, ma non immaginavo di perdere anche te, Mito. Mito... ho deciso cosa fare. Non darò mai la Kitsune Star a Dan. Non potrò mai perdonarlo per ciò che ha fatto. Mito, ti vendicherò. "
Il diario raccoglie il dolore di Hashirama e il suo bruciante desiderio di vendetta.
Naruto ricostruisce piano piano i fatti: 25 anni fa, il padre entrò di nascosto nella stanza e fu ucciso da Hashirama Senju.
La realtà ha un sapore amaro.
Naruto si scuote dai pensieri, quando sente la voce di Kiba che lo chiama. Devono andarsene in fretta. Suggerisce a Kiba di tornare nelle rispettive case per riprendersi dall'aggressione.
Quando Kiba rientra in casa, il cercapersone inizia a suonare. Hinata lo sta chiamando.
Naruto rimane un attimo fermo riconoscendo il suono che lo aveva risvegliato nella stanza avvolta dalle tenebre.
Rientra in casa e telefona subito a Hinata.
"Naruto, cos'è successo?"
La ragazza inizia a parlare concitatamente non appena sente la sua voce. Aveva chiamato sul cercapersone parecchie volte senza ottenere risposta e si era preoccupata.
"Me la sono vista brutta, ma adesso sto bene."
Hinata rimane con il fiato sospeso quando sente parlare di guai, ma si tranquillizza al tono rilassato di Naruto e gli passa Jiraiya.
All'altro capo del telefono si sente Hinata che lo informa della telefonata di Naruto.
Trascorre solo un istante, prima che la voce profonda di Jiraiya rimbombi nella cornetta.
Gli spiega che ha raccolto delle informazioni su Homura Mitokado. 25 anni fa stava indagando sull'Akatsuki, quando fu sollevato dall'incarico.
Naruto gli risponde che lo ha già saputo dallo stesso Homura e aggiunge ciò che gli ha detto.
Vuole farla pagare a Danzo Shimura, il superiore che infangò il suo nome, e l'unico modo per farlo è dimostrare i suoi rapporti con l'ANBU. L'Hotel Tsukuyomi era un luogo di scambio della refurtiva e Homura è sicuro che esistono ancora oggi delle prove che gli torneranno utili.
Prosegue rivelandogli che ha trovato il diario di Hashirama Senju che scrisse 13 anni fa e si sofferma sullo scassinatore ucciso 12 anni prima dell'inizio del diario.
"Cosa?!"
Persino un uomo provato dalla vita come Jiraiya non riesce a trattenere lo stupore.
Continua dicendogli che l'assassino di Mito Senju fu Dan, il marito della signorina Tsunade.
"Vedo che ti sei dato da fare."
Anche Naruto sente di essere sempre più vicino alla verità:
"Però mi sono fatto fregare come un pivello e mi hanno steso con uno spray soporifero."
"E hai idea di chi possa essere stato?"
"Sì... la signorina Tsunade."
Naruto è pressoché certo della sua supposizione. Innanzi tutto, un sistema del genere può essere usato da una donna. Poi ha avuto rapporti con l'ANBU ed è tenuta sotto sorveglianza ancora adesso. Ha numerosi segreti e odia che la gente chieda troppe cose sul passato del palazzo.
"Cosa intendi fare?"
"Voglio mettere alle strette chi mi ha fatto questo scherzo."
Dopo aver riagganciato, si dirige al primo piano per fare qualche domanda alla donna.

  𝐋𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐌𝐄𝐒𝐒𝐀 𝐃𝐈 𝐌𝐄𝐙𝐙𝐀𝐍𝐎𝐓𝐓𝐄. narutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora