Mi Sbagliavo (22)

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La scena che stavo vivendo ci riportava a quando avevamo più o meno cinque anni.

Giocavamo nel parco, esattamente sotto l'albero dove ora si trova la sua lapide.

<<Ti prendo, ti prendo!>> Donald mi inseguiva con le mani imbrattate di fango, le sue guancette erano sporche di terra così come i miei vestiti, e alcune ciocche dei miei capelli.

Entrambi ridevamo di cuore, Donald era sempre allegro e di buon umore in mia compagnia, con gli altri era piuttosto taciturno.

Correndo intorno all'albero vidi il tempo scorrere veloce, arrivando a vedere me e Donald seduti sempre sotto di esso ma nei tempi della nostra adolescenza.

<<Perché non esci con Miriam? Ha sempre avuto una cotta per te>> dissi io al mio amico, ero intenta a disegnare il pratto sul mio blocco mentre lui era intento nel realizzare una treccia con i miei capelli.

<<Non mi piace Miriam>> disse sbuffando, ricordavo quando in ogni modo cercavo di trovare una ragazza per lui, ero preoccupata che la sua timidezza lo avrebbe portato a rimanere solo per sempre.

<<Non ti piace mai nessuno>> risposi ridendo, lui non perse tempo per poi rispondere <<almeno io non ho una strana ossessione per i tratti asiatici>>, le mie guance si tinsero di rosso nel sentire quelle parole, chiusi il blocco e mi voltai verso di lui offesa.

<<Non è così, non mi piacciono solo i tratti asiatici>> risposi furiosa, gli gettai il blocco dei disegni addosso e scappai verso casa.

Vedermi comportare in quel modo mi feriva, se solo avessi saputo che avrei perso Donald da lì a qualche anno, sarei stata più onesta con i miei sentimenti.

Donald osservò il blocco che gli avevo gettato contro, lo prese tra le mai ed iniziò a sfogliarlo. I primi disegni ritraevano paesaggi, fiori e animali vari, io stessa non avevo ricordo di quei disegni... per questo fui sorpresa nel vedere cosa vi era nel retro del blocco.

Due ritratti di Donald erano sulle ultime pagine, era lui ma in un posto familiare, un campo di grano ed il cielo violaceo. Il luogo dove lo incontravo nei miei sogni, ed il cielo di quel colore voleva dire che si trattava del mondo degli spiriti... ma io a quel tempo ancora non sapevo nulla a riguardo!

Donald sfiorò le pagine con la sua mano, sospirò e poi sorrise, ci mise un po' prima di passare alla pagina seguente.

Io ero pietrificata, forse da qualche parte dentro di me conservavo dei ricordi... Ma anche se così fosse stato, perché avevo disegnato qualcosa che sarebbe successo nel futuro?

<<Oh, guarda un po'... Ci sei anche tu>> furono le parole che disse Donald nel voltare pagina. Se prima pensavo di averle viste tutte, mi sbagliavo alla grande.

Dalle spalle di Donald provenne un tonfo, vidi Mamoru sul prato dopo essersi gettato dai rami dell'albero, le sue orecchie erano ancora da gatto così come la sua coda.

<<Non dovresti spiare>> disse prendendo tra le mani il blocco che stringeva Donald e osservandolo a sua volta.

<<E tu cosa stai facendo ora?>> chiese Donald ridacchiando.

La pagina rappresentava Mamoru con indosso un kimono, accanto al laghetto e circondato da petali di Ciliegio, mentre suonava un flauto. Lo avevo disegnato io! Ma quando? Disegnavo forse nel sonno?

<<Pensi che possa ricordare?>> chiese Donald, osservando Mamoru.

<<No, ogni volta è la stessa storia, dovresti saperlo. Probabilmente non ricorda nemmeno di averli disegnati>> rispose Mamoru, porgendo nuovamente il blocco a Donald.

Il mio migliore amico è un.. gatto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora