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Attenti agli spoiler.
E ai feels.
With all love,
La sadica autrice.

-È tutto okay, Newt-

Thomas si concentrò sulla parete bianca davanti a lui.
Tirò sul con il naso, cercò di rilassare i nervi, vanamente.
Le mani gli sudavano, quella sinistra addirittura tremava violentemente.
Stava andando in contro all'incertezza, a un qualcosa pieno di dubbi, eppure non si sarebbe tirato indietro per nessun motivo al mondo. Non ora che poteva veramente riuscire ad avere ciò che per tre anni- tre lunghissimi, dannatissimi, odiosi anni- agognava.
Sollevò il braccio sinistro, prese un bel respiro, e punto la canna della pistola alla tempia, e un sorriso accennato e stanco gli si formò sul viso.
Andava tutto bene. Tutto a meraviglia. Ce la poteva fare.

"Tommy!" Sentì gridare una voce, ma non la calcolò minimamente. La sentiva spesso, non sapeva se era reale o meno, ma non l'avrebbe calcolata.

"Tommy, che caspio stai facendo!?" Urlò ancora, la voce, ma Thomas scosse la testa.

"Newt. Smettila." Disse piano, la mano scivolosa che tentava di afferrare saldamente l'arma. "Stavolta ce la farò. Ti prego, non fermarmi."
La voce per un istante tacque, e il moro pensò di avercela fatta. Poi però quella riprese a parlare.
Chissà se qualcun'altro poteva sentirla...

"Tommy, ti credevo più forte." Sussurrò solamente. Non sembrava arrabbiato o disperato. Solo... calmo. Se fosse stato lì, Thomas se lo sarebbe immaginato appiggiato al muro, lo sguardo serio, le braccia incrociate e i capelli scompigliati.
Forse i capelli non centravano molto, ma a Thomas erano sempre piaciuti scompigliati.

"Non me ne importa un cacchio, Newt. Non capisci!?" Sbraitò, non intenzionato ad dischiudere le palpebre.

"Non puoi farlo. Tommy, ragiona."

"Tanto non passo per un assassino. Lo sono stato già tre anni fa, Newt. Per te." Ringhiò, la mano pericolosamente stretta intorno al metallo. Forse fu questo a far spaventare la voce.

"Okay okay, ma pensa a Minho, a Brenda... cosa diranno?"

"Se ne faranno una ragione."

"Io non credo."

"Newt, smettila. Ti prego. Sto venendo da te. Abbi questa cacchio di decenza di essere più comprensivo, caspio." Sbottò. La voce, infine, tacque defintivamente. E Thomas fremette, sentendo una folata di aria più calda solleticargli la pelle.
Sembrava un si. O almeno, per lui lo era.
Sparò, dritto, velocemente, senza esitazione. In quella frazione di secondo si rese conto che non aveva provato dolore, e fu felice nel pensarlo che neanche Newt lo aveva provato, che lui non gli aveva fatto male, tre anni fa.
Era buio, tutto intorno a Thomas. Eppure se lui si portava le proprie mani davanti a lui le vedeva benissimo.

Ed era un nero infinito, avanti, dietro, a destra e a sinistra.
Questo nero fu interrotto da una figura, che avanzava velocemente verso di lui.
Era leggera, quasi luminosa, eppure bianchissima. E aveva i capelli scompigliati.

"T-Tommy? Che ci fai qui?" Sussurrò, una volta vicino a lui.
Thomas ignorò le sue gambe che tremavano, lo stomaco che si contorceva, e strinse il ragazzo, e sembrò essere in paradiso (e molto probabilmente lo era. Era con Newt...)

"Io ci ho provato a vivere senza di te, Newt" Sussurrò, il viso affondato nei biondi capelli del ragazzo. "Ma era molto difficile, cacchio" una risata nervosa lasciò la bocca del biondo, che stava stringendo l'altro come se lo volesse stritolare.
"Ma ora è okay" aggiunse. "È tutto okay, Newt. Adesso possiamo stare qui. Insieme. Per sempre."

Piccole cose chiamate NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora