Capitolo 21

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Capitolo 21  


Le parole ferivano. Quelle lettere messe una davanti all'altra per formulare una frase di senso compiuto potevano ucciderti un poco alla volta, rodendoti da dentro. Niente espedienti, niente aiuti. Solo un esclusivo dolore fatto per tramortire ed offuscore i pensieri.
"Alla giuda dell'abitacolo era situata sua madre. Jake, suo fratello, si trovava senza cintura di sicurezza nel sedile posteriore."
Le parole erano veleno iniettate nelle orecchie, scorrevano fluide come il sangue ma letali il doppio.
"Era ubriaca, aveva un tasso che superava lo 0,5, il limite consentito dalla legge. È in questo stato che non ha visto l'altra auto."
Le parole sconvolgevano, davano l'avvio a "se" e "ma". Davano avvio all'eterno senso di perdita.
"All'ultimo secondo ha sferzato finendo così contro l'albero. Sua madre è in coma. Jake Scarlet è morto sul colpo."
Le parole potevano essere spire che si impossessavano del cervello rendendolo inacessibile, ferivano ma non uccidevano.
Tuttavia le parole erano solo suoni riprodotti nella mia mente mentre il senso di colpa non aveva bisogno di parole per spiegarsi.
Era tutta colpa mia. Se non fossi stata tanto egoista da pensare solo a me stessa in quel momento non avrei dovuto trovarmi circondata da una realtà che con i suoi tentantacoli mi rendeva partecipe di una delle più temibili verità.
Ero sola.
Sola in mezzo allo tsunami di dolore e troppe lacrime non ancora versate. Se c'era una cosa ben peggiore delle parole quello era la solitudine. Nessun appiglio. Nessuna speranza. Nessun sorriso.
Sola, completamento sola.
"Mi dispiace moltissimo, io...non sono riuscita a fermarla, le aveva un coltello...e..." gocce salate stavano bagnando le mie spalle condensandosi con la pioggia che cadeva innocua. No, Ron non doveva addossarsi colpe che non aveva. Tutto sarebbe andato diversamente se avessi saputo mantere quel minimo di altruismo che non avevo. 
Niente di ciò che mi circondava sapeva attrarre la mia attenzione, era come guardare un film muto ed in bianco e nero.
Le voci attutite da ricordi non facevano altro che farmi sprofondare ancora di più nel mio abisso d'oscurità.
"Mi leggi Cappuccetto rosso?"
"Non si può variare? Che ne sò Biancaneve e i sette nani è molto più carina come favola."
"Melanie..."
"Ok, ho capito. C'era una volta..."

Un film muto in cui erano i ricordi a prendere in mano la situazione. Grigi, storpiati, incolori come un film che mi passava davanti senza che potessi intervenire in qualcun modo, ero soltanto una spettatrice. Le scene si susseguivano da quando avevo visto la prima volta i suoi occhi, quell'azzurro limpido che faceva l'anima, quel sorriso sdentato che conteneva più vita messa insieme fino a quando l'avevo abbracciato per l'ultima volta inconsapevole che, nel momento esatto in cui le sue esili braccia lasciavano andare le mie spalle, ci fossimo dati addio senza saperlo.
Se solo l'avessi saputo, se solo avessi lasciato trapassare per la mente la vaga idea che mia madre prima o poi sarebbe tornata.
Si era instaurata dentro di me la certezza che fosse troppo presa dall'alcool per pensare a qualcosa al di fuore di sè. Ma in fondo quello che aveva fatto non era pur sempre egoismo come il mio? Anche lei aveva paura di rimanere sola e se, pur di non rintrovarsi in quella situazione, avrebbe dovuto strapparmi l'unica ragione per cui non ero sprofondata nella depressione, sarebbe stato solo uno stupido prezzo da pagare.
Neppure lei avrebbe mai creduto che avrebbe posto fine alla vita della sua ancora di salvazza, che sarebbe stata tenuta in vita da delle macchine, che mi avrebbe lasciato senza nessuno appiglio a cui aggraparmi.Tutto ciò che mi circondava sembrava fatto per deprimere, dalla leggere pioggia che scendeva timida nell'aria primaverile alle parole di un prete che rivolgeva belle parole che non avrebbe mai più conosciuto.
Rabbrivii nel cappotto di un deprimente nero smunto quando mi toccarono la spalle, togliendo il velo di ricordi e frasi che si prendendo gioco di me ampliando le brutali sferzate di un pugnale invisibile.
"Vuoi dire qualcosa prima che lo seppelliscano?" sussurrò una Ronny con le lacrime che scorrevano languide e la voce incrinata da un dolore sconvolgente. Il dolore che mi stava facendo impazzire.
Scossi la testa guardando con gli occhi sbarrati la bara come risvegliandomi dal tepore in cui ero avvolta.
Non l'avrei più rivesto. Non l'avrei più sentito fare rumori strani con la bocca mentre correva per casa con il suo pupazzo. Non l'avrei più osservato dalle finestre della cucina mentre si prendeva cura delle sue piante. Non l'avrei più abbracciato facendo coincidere i cuori e i nostri battiti al sintono.
E tutto questo mi stava mozzando il respiro, così come le lacrime che cominciavano a correre. Avrebbero dovuto essere uno sfogo e non una condanna.
Mossi incerta alcuni passi verso quel terribile solco scavato nella terra, indirizzando lo sguardo verso la bara chiusa. Non avrei più accazzerato le sue guance.
Con il mio segno affermativo la bara cominciò lentamente ad essere calata nella .
Non avrei più passato le mie dita fra i suoi capelli lisci come fili di seta troppo delicata.
Come da tradizione la prima zappata di terra spettò a me, distrutta spicologicamente e fisicamente. La terra si mescolò con le lacrime di un dolore così gravoso, intricato che opprimeva tutto.
Non avrei più sentito la sua risata giocasa e spensierata come a burlarsi di ciò che lo circondava.
Mi diedero una rosa, lasciandomi da sola a contemplare la terra che copriva la cassaforte di legno che lo confinava per sempre il corpo di Jake.
Non l'avrei più sentito tuffarsi nel mio letto quando un incubo veniva a bussare nei suoi sogni.
Senza accorgermi strinsi la rosa così forte che le spine mi si conficcarono nella carne lasciando scorgare del sangue.
Una volta che delle benedizioni veleggiarono nell'aria mi trascinai tremante verso il fresco cumolo di terra e vi poggiai il fiore rosso sangue.
Mio fratello era morto ed io ero stata costretta a dirgli addio prematuramente. Jake Scarlet mi aveva abbandonata, inconsapevolmente, ad un mondo in cui io sarei rimasta irremediabilmente, inaspettamente, sfortunatamente sola.

Cappuccetto rosso sangueWhere stories live. Discover now