Quando io Ron e Hermione arrivammo dove avevo visto Harry per l'ultima volta, la scena era completamente cambiata, Harry aveva gli occhi fissi nel vuoto e teneva ancora le bacchetta alzata.
Voldemort era scomparso.
L'unica cosa che rimaneva di lui era la sua veste nera, sporca e strappata, ammucchiata a terra inmezzo a quello che sembrava un mucchio di cenere.
Corremmo incontro a Harry e lo abbracciammo tutti insieme.
-Sei stato bravo.
Gli sussurrai all'orecchio.
-Anche tu.
Mi rispose lui.
Ci staccammo dall'abbraccio e ci guardanmo tutti e quattro negli occhi per qualche secondo...poi, senza un apparente motivo, scoppiammo tutti a ridere, anzi a ridere e piangere contemporaneamente.
Asciugandomi distrattamente le lacrime sul viso, notai in lontananza un ragazzo poggiato contro una colonna semi distrutta.
Mi incamminai verso di lui fino ad arrivargli a circa un metro di distanza.
Abeva il viso sporco di cenere e i capelli biondo platino arruffati.
Incontrai i suoi occhi di ghiaccio aspettandomi che mi dicesse qualcosa, qualsiasi cosa...
E invece lui rimase lì, a guardarmi anzi, a squadrarmi dalla testa ai piedi, senza dire nulla.
Abbassai lo sguardo delusa e mi voltai per andarmene, non sapevo nemmeno perchè ero andata da lui, a che scopo? Per fare la figura della stupida?
Mossi i primi due passi ma una voce roca e strozzata mi fermò.
-grazie.
Mi voltai a guardarlo di nuovo e lui mi afferró per un polso per avvicinarmi a lui, poi accostò le sue labbra al mio orecchio e, proprio come aveva fatto Harry la prima volta che mi vide, mi chiese
-Chi sei?
Io mi schiarii la voce e mormorai.
-Hellen, Hellen P-Potter.
Lui spalancò gli occhi sorpreso.
-POTTER?
-Sì...Potter, cosa c'è che non va?
-Sei...sei sua...sorella?
Annuii alzando un sopracciglio.
Che problema aveva con Harry?
-Quindi hai la...la...
-Cicatrice? Sì cel'ho.
-Tu-Sai-Chi aveva detto che tu eri morta quella notte.
-Voldemort?
-Non pronunciare il suo nome.
-E per quale motivo non dovrei pronunciarlo? Del Signore Oscuro non è rimasto altro che un mucchietto di cenere.
Annuì penserioso con lo sguardo rivolto a terra, poi fissò i suoi occhi su di me e se ne andò con passo svelto, senza fiatare.