Capitolo 1

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In quell'afoso pomeriggio di estate inoltrato, decisi che era arrivato il giorno, un evento che non si dimenticherebbe mai nella propria vita. Accelerai la velocità di quel veicolo, una vecchia bicicletta mezza arrugginita sottratta alla mia dolce nonna. Un vento caldo si spalmò sul mio viso, come una unta crema solare, di quelle che lasciano una scia bianca sul tuo viso, seguendo i movimenti delle tue dita.
Ripresi a pedalare più lentamente, già con il fiatone, ma dentro mi ardeva un fuoco, un fuoco che mi diceva di muovere quelle chiappe fiacche che mi ritrovavo e di accelerare il passo.
Non capivo all'ora quelle emozioni che mi invasero il cuore, erano un pastone, in cui spiccavano la gioia, la pazzia di un momento... Ma anche una possibile delusione... E soprattutto l'amore...

Scorsi da lontano la Sua dimora. Il cuore perse un colpo, ma ben presto riprese il suo regolare battere, successivamente trasformato in uno scalpitio, come se dentro ad esso una mandria di cavalli galoppassero verso un prato più verde.
Sorrisi alla Sua visione sul portone della villa, forse non era solo la bocca a sorridere, era tutto il mio corpo felice.
Alzai la gamba destra e scavalcai la ruota posteriore della bicicletta, e in quel breve istante in cui appoggiai il piede a terra, mi sentii spiccare il volo. Il Suo sorriso, uno di quelli che solo lui riesce a dedicare a me. Delle ali bianche si formarono sulla del ragazzo, era forse un angelo? Nono... Era solo la mia immaginazione... Anche se qualcosa di vero c'è: Lui è un angelo... Anzi... Un Dio.
Appoggiai la bicicletta al muretto di cemento, e varcai il portone dell'entrata, con estrema tensione. Lo guardai con la coda dell'occhio mentre fingevo di osservare le rose bianche che la madre di Riccardo teneva con molta cura. "Forza Gabriel" sussurrai nella mia testa, mentre l'eco della voce dell'amico mi rimbombava.

Non realizzai neanche il pensiero di salutarlo e sentii un caldo abbraccio avvolgermi il corpo, mentre i suoi capelli castani mi inondarono la faccia. Sputai una ciocca dei capelli del ragazzo che mi erano finiti in bocca. Una mano calda mi accarezzò dolcemente la nuca, per poi sciogliermi i codini rosa. Gli baciai la guancia istintivamente, ma appena mi accorsi di quel gesto furtivo, mi staccai di scatto. Guardai terra e mi grattai la nuca imbarazzato.
-Richy, dovrei parlare con te...- mi guardai attorno in cerca di sguardi indiscreti, ma appena constatai che eravamo solo lui e io, riportai lo sguardo sugli occhi ramati del mio capitano.
Lui mi invitò a continuare con un dolce sorriso. Pure i suoi occhi sorridevano, e brillavano di luce propria, come le stelle, d'altronde lui è una stella, colui che risplende sotto il mio sguardo, in ogni momento. Ma io diffidente, lo presi per il suo polso ossuto e corsi nel retro della casa, seguito a ruota dal ragazzo.
Mi arrestai solo quando raggiunsi un ciliegio, ormai non più in fiore, ma comunque stupendo, che ci riparava anche dai vicini curiosi.
Lui mi rivolse uno sguardo interrogativo, ed aprì la bocca, ma io gli misi due dita sulle labbra, mentre gli dedicai un sorriso sincero.
Sentii le sue labbra darmi dei bacetti ai polpastrelli delle mie dita, avvampai e riportai la mano lungo i miei fianchi, mentre lui ricambiò il mio sorriso di prima.

Era arrivato IL momento...






ANGOLO DEI NOMI:

Sapete già tutti quanti chi sono... Elisabetta39

è uno yaoi... potrebbero esserci parti un po' sconce, ma non troppo...

BUONA LETTURA

Elisabetta39

Tra apparenza e realtàWhere stories live. Discover now