Capitolo 3

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Il giorno successivo, rimasi sul letto, con lo sguardo fisso nel vuoto più bianco del soffitto della mia stanza. Ormai avevo raggiunto l'obbiettivo che mi ero fissato, ormai ero IL fidanzato di Riccardo.
Mi voltai sul fianco, mentre il materasso assumeva la forma del mio corpo. Presi la fotografia che avevo sul comodino, raffigurava la coppia di amici più bella del mondo, stretti in un abbraccio. Ora quel l'abbraccio non lo posso immaginare, vedo solo le sue labbra al sapor di menta sulle mie. Strinsi la fotografia al petto e affondai il viso nel morbido cuscino.

Dopo una mezz'oretta buona, mi diressi verso il bagno.
Raggiunta la mia destinazione, aprii l'acqua calda della vasca e mi guardai allo specchio: i miei occhi avevano una strana luce, come se essi sorridessero. Allungai la mano verso la fredda lastra e accarezzai il mio viso. Rabbrividii al contatto e ritrassi istintivamente la mano. Sorrisi.
-in effetti... Non sono poi così male.Anzi si, sono proprio carino.... Ma non sono affatto confrontabile a Riccardo- riprodussi il sorriso di poco prima e con pochi gesti agili mi tolsi la maglietta e i pantaloni.
Guardai in mezzo alle mie gambe pensieroso. -Sono solo Suo- sorrisi e mi levai pure i boxer. Chiusi l'acqua che fino a poco prima scorreva, ed entrai nella vasca.
Chiusi gli occhi e serrai la bocca, per poi immergere anche la testa. Poco tempo dopo riemersi. Il mio naso fu invaso dal dolce odore di rosa proveniente dai sali profumati, che mi concessero un paio di minuti di riposo prima di addormentarmi.

(Sogno)
Camminai nel vuoto, senza una meta precisa. Io ho sempre avuto il terrore del buio, rabbrividisco al pensiero che uno spirito, un extraterrestre o qualsiasi altra specie animale feroce, mi segua. Ma per la paura di un possibile scontro con uno di essi, proseguii verso un luogo più luminoso, ma ancora ricoperto dal buio, il nero della notte illuminato dalla luna. Le stelle erano assenti, come se questo momento dovesse essere solo tra me e quella forma rotonda di formaggio.
Mi sedetti a terra osservando l'unica cosa visibile. Sentii un rumore sinistro e regolare.
-chi va là ?- urlai saltando in piedi allerta, come un soldato appena stato richiamato dal generale.
Tesi le gambe senza piegare le ginocchia, facendo in modo che la paura non prendesse il sopravvento su di me.
I passi continuarono ad avvicinarsi fino a quando non lo ritrovai alle mie spalle. Sentivo il suo fresco alito sul mio collo. Rabbrividii voltandomi di scatto ritrovandomi a un passo da quell'essere.
Ora sentivo il suo respiro sulla mia faccia, sempre più vicino.
Una voce roca e sensuale, a un baffo dalle mie labbra sussurrò -"ti amo"- 
No... Aspetta cosa? Chi era? Dove sono?
Non ebbi neanche il tempo di porgli queste domande che mi ritrovai con le mie labbra sulle sue. Quel contatto, non era lo stesso con Riccardo. Le sue labbra fresche accelerarono il mio battito fino a quando quell'immagine si fece meno nitida e il buio ci invase completamente.

Dopo quella visione mi alzai sobbalzando, riconoscendo che quello era solo un sogno.
Dormii molto, il mio corpo era diventato rugoso, simile ad una prugna secca. Mi svegliai completamente solo dopo che qualcuno alla porta busso prepotentemente.
Aprii gli occhi e urlai -NONNA VAI AD APRIRE TU-.
Tesi l'orecchio in attesa di una risposta. La porta continuava a brontolare, mentre della nonna nessuna traccia.
-evidentemente sarà andata a fare la spesa...- mi alzai sbuffando. Avvolsi un asciugamano intorno alla vita e con un altro feci un turbante ai capelli.
Con passo lento e pesante mi avvicinai alla porta. Girai la chiave e posai la mano sulla maniglia.

Tra apparenza e realtàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora