Tenebris: wherever you will go

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Non so dove mi trovo.
Mi guardo intorno disorientata. Perché sono qui?
Anzi, come sono finita qui?
Sono in una stanza di medie dimensioni, con un letto, un armadio, una scrivania e un comodino. Spoglia, priva di qualsiasi elemento identificativo e personale.
Al centro della stanza c'è un demone, che riconosco come tale grazie agli occhi rossi come il sangue colmi di rabbia.
Non l'ho mai visto prima e proprio non capisco perché ora ce l'abbia davanti. Come faccio ad essere qui? Come mai lui non si accorge della mia presenza nonostante io sia davanti a lui?
Ha i pugni serrati lungo i fianchi. È scosso dai tremiti e vedo la rabbia e il rancore trasparire dai suoi occhi. I canini sporgono dalle labbra e ha la mascella serrata.
I suoi capelli sono corti e bianchi, il fisico scolpito e atletico, la pelle abbronzata, le labbra carnose e gli zigomi alti e affilati.
È ferito. Ha gli abiti strappati e ricoperti di sangue. Ha dei piccoli graffi sul viso e dei profondi tagli sulle braccia, sul petto e sulle gambe. Senza volerlo mi chiedo come possa essersi ferito, come se mi importasse qualcosa... ma so che non può importarmi nulla di lui, in fondo non so nemmeno chi è.
Il suo però è un viso noto, ma non mi ricordo dove l'ho già visto.
All'improvviso, in uno scatto d'ira, si scaglia contro la sedia della scrivania, prendendola a calci e scaraventandola contro il muro, dove si rompe.
Dal suo sguardo folle capisco che ha superato ogni limite e che ora, finché non si sarà calmato, non la smetterà di scagliarsi contro tutto quello che gli si para davanti.
E così fa.
Non riesco a capire il perché, ma riesco a capire ogni sua espressione e tutto quello che prova e pensa. Ora sta male, sta soffrendo.
Si scaglia contro ogni oggetto presente in questa stanza anonima. Tira calci e pugni con violenza mentre qualche verso di rabbia abbandona le sue labbra carnose.
La porta si spalanca di colpo ed entra un altro demone, credo. Anche lui è ferito, ma i suoi vestiti sono lindi e intatti. A giudicare però dal suo viso, è ridotto nelle stesse condizioni del demone fuori controllo dai capelli chiari.
Forse sono entrambi appena usciti da qualche battaglia, sono visibilmente stanchi e distrutti.
Quello che è appena entrato ha i capelli rossi e gli occhi di un verde che ricordano due smeraldi, spenti e cupi. Indossa un cappello nero che contrasta con la sua carnagione pallida.
"Damien, smettila!" esclama il nuovo arrivato dirigendosi verso il demone dai capelli bianchi, che ho identificato come 'Damien'.
Il rosso lo afferra per le spalle, spingendolo ad indietreggiare fino ad andare a sbattere contro il muro.
Damien si dimena disperatamente, urlando e scalciando come un dannato.
"Lasciami, stronzo!" sputa le parole con rabbia e risentimento.
"Non avercela con me, se non ti avessi fatto perdere i sensi, tu saresti morto per cercare di salvarla! Sarebbe scoppiato un putiferio assurdo e saremmo morti, tutti! Non potevamo salvarla, ma ora si! Ora che siamo liberi, possiamo organizzarci per salvarla!" sbotta il rosso cercando di fare ragionare l'altro, che sembra non ascoltarlo nemmeno.
"Certo, mi pare ovvio che avrei dato la vita pur di tirarla fuori da lì! E ancora ora preferisco la morte piuttosto che la consapevolezza di averla abbandonata!" urla con rabbia Damien.
La sua voce è graffiante e mi fa venire i brividi facendomi chiudere lo stomaco con un nodo stretto e doloroso. Non mi sono mai sentita così, con nessuno. Mi sembra quasi di conoscerlo questo demone dai capelli bianchi e... mi pare anche di provare dolore per la sua sofferenza. Il che è strano dato che non dovrei provare compassione per nessuno, soprattutto per qualcuno che non conosco.
Aaron me lo avrà ripetuto un migliaio di volte. Non posso abbassare le mie difese, rischio solo di essere ingannata. Anche questo me lo ha insegnato mio cugino.
Una lacrima.
Ecco cosa mi fa riconcentrare sulla scena che sta avvenendo davanti a me e che mi fa perdere un battito e mi blocca il respiro.
Una lacrima.
Gli occhi di Damien si inumidiscono e da essi scende una lacrima che gli riga la guancia, fino a giungere al termine del suo percorso e schiantarsi al suolo.
Il rosso indietreggia sospirando affranto.
Damien cade sulle ginocchia e altre lacrime iniziano a rigargli le guance.
Piange in silenzio.
Si china a terra e picchia i pugni sul pavimento.
Il mio cuore salta alcuni battiti.
Mi fa male vederlo così.
Mi fa bloccare il respiro e inumidire gli occhi, che subito chiudo ma che un istante dopo riapro.
Ma perché? Nemmeno lo conosco, non posso piangere per lui, uno sconosciuto!
"Shawn... l'ho persa." sussurra il demone piangendo disperato:"L'ho persa."
"No, Damien. Non l'hai persa. Noi, torneremo a riprenderla. Noi, insieme, faremo di tutto per salvarla. Anch'io le voglio bene e non la lascerò in balia di quei folli. La riporteremo qui, da noi." cerca ancora di farlo ragionare il rosso che ho identificato come 'Shawn'.
"Io non le voglio bene. Io la amo, cazzo! E non le ho mai detto quanto! Lei, prima che tu mi colpissi a tradimento, me lo ha detto. Me lo ha detto! Mi ha sillabato con le labbra quelle due semplici parole. Ha detto di amarmi. E io l'ho abbandonata. Cazzo!" urla ancora Damien.
"Non l'hai abbandonata. Scappare e lasciarla lì, era l'unica soluzione possibile per avere meno perdite possibili." cerca di rassicurarlo Shawn.
"Quella troia di Samantha... Giuro che quando me la ritroverò davanti, le farò pentire di aver fatto il doppio gioco con noi! È tutta colpa sua se ora lei è chissà dove, in pericolo! Quella stupida doppiogiochista la ha messa nei guai!" sbotta Damien asciugandosi le lacrime con il dorso della mano destra.
Si alza.
La mascella serrata e gli occhi rossi come il sangue colmi d'odio.
"Bravo, basta fare il debole e frignare. Organizziamoci per come salvarla, non perdiamo altro tempo." dice Shawn, ma Damien pare non averlo sentito. Prende la scrivania e la ribalta, preda di un altro scatto d'ira.
"Cazzo, Damien! Calmati! Devi smetterla!" urla Shawn cercando di fermarlo, ma viene colpito da un pugno di Damien.
I due, in un secondo, si ritrovano a colpirsi a vicenda con violenza, come se fossero due nemici che cercano di uccidersi a vicenda.
Io resto immobile con il cuore in gola.
Chi sono questi due? Perché hanno risvegliato in me queste emozioni che da tano erano chiuse in una cassaforte dentro di me?

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