Capitolo 1

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<<Dottor Black oggi deve andare in pronto soccorso. Manca del personale e lei è l'unico che non ha pazienti o visite urgenti.>> guardo Brandon, il direttore dell' ospedale e sospiro. Questa giornata in ospedale è appena iniziata e già ho voglia di strapparmi i capelli. 

 <<Senta non può mandare qualcun'altro al posto mio? Ci sono anche altri dottori nelle mie stesse condizioni.>> lo supplico per la mia sanità mentale. 

Parliamoci chiaro il pronto soccorso per noi dottori è l'inferno. Ogni volta che inizio il mio turno lì prego affinché il tempo passi il più velocemente possibile.

In quel posto ho visto di tutto dal vomito al sangue -tanto sangue- e perfino oggetti infilati dove non dovrebbero essere infilati. Come può venire in mente ad alcune persone di fare determinate azione e non aspettarsi ripercussioni non riesco a capirlo. 

<<Mi dispiace dottor Black ma mi rimane solo lei. Ho chiesto già a tutti e hanno rifiutato.>> dice.

 <<Mi rifiuto anche io di andarci. Perché devo andarci sempre io?>> chiedo alzando le braccia al cielo e lui inizia a ridere.

<<Damon devi andare.>> ripete.

Che dire, alcune volte gli amici fanno proprio schifo. Brandon ed io ci siamo conosciuti durante il mio tirocinio, lui era il dottore a cui ero stato affidato. Sono stato molto fortunato ad avere la possibilità di lavorare con lui. Lui era sempre lì per rispondere a qualsiasi mia domanda o anche solo per spiegare meglio concetti sui quali io nutrivo dubbi.

Lui è l'unico con cui riesco a confidarmi al momento, l'unico che riesce a mettere un po' in ordine tutta la merda che ho nella testa.

<<Brandon non puoi mandarmi lì, in questo periodo sembra che uno dei gironi dell' inferno si sia trasferito da noi. Farò tutto quello che vuoi ma ti prego niente pronto soccorso. Guarda mi metto anche in ginocchio>>  supplico inginocchiandomi davanti a quella faccia da schiaffi che continua a ridere.

 <<Damon alzati oggi ti tocca.>> mi dice dandomi una pacca sulla spalla. 

<<Me ne ricorderò mio caro Brandon. Tieni a mente questo momento. Ricorderò per sempre il tuo affronto nei miei confronti.>> gli dico alzandomi e puntandogli un dito contro.

Cammino verso la porta e appena metto la mano sulla maniglia sento Brandon chiamarmi.

 <<Damon.>> 

<<Che vuoi ancora Brandon? Vuoi anche che pulisca i bagni?>> chiedo sbuffando e lui inizia a ridere un'altra volta. 

<<No. Volevo chiederti solamente com'è andata ieri sera.>>  dice tornando serio. 

Scrollo le spalle <<Come al solito>>

Brandon mi ha medicato molto volte, quasi troppe, dopo i miei incontri, molto volte ho visto i suoi occhi diventare tristi davanti al mio volto, ai miei errori, al mio voler rimanere quello che sono. 

Mi ha sempre detto di lasciare tutto, che mi avrebbe aiutato lui, ma io ho sempre fatto finta di non sentirlo. Come potevo seguire il suo consiglio se lottare è l'unica cosa che riesce a mantenere la mia mente rilassata e non occupata dal passato. Se lottare è l'unica cosa che poteva farmi redimere dallo stesso passato che cerco di non ricordare più.

<<Damon dovresti abbandonarla quella merda. Ieri è andato tutto bene perciò non mi hai chiamato, ma ti ricordo che la volta prima sono dovuto correre da te perché avevi una spalla dislocata.>> quasi urla e fissandomi duramente.

Il Segreto Nei Tuoi Occhi Where stories live. Discover now