Levi's Kid

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La scienziata buttò fuori con non molta gentilezza i compagni di squadra della sua paziente, spingendoli uno ad uno.
"Avanti, scocciatori, andate che Petra deve riposare.", sbraitò, spintonando Auruo fuori dalla porta. "Aria!".

Levi aggrottò un sopracciglio, insospettito dalla frettolosità dell'amica, ma obbedì senza fare domande. La salute della sua Petra era più importante.

Appena tutti furono usciti, Hanji si assicurò che nessuno sbirciasse od origliasse, chiudendo a chiava la porta per precauzione.
Ormai sole, la castana si fiondò sulla ragazza che la fissava stranita, scuotendola energicamente per le spalle.
"Mi stai dicendo che nel tuo ventre sta crescendo il figlio di Levi?", esclamò, facendo sobbalzare dalla paura Petra, che la intimò ad abbassare la voce, sussurrando supplicante. "Promettimi che non ne farai una parola a nessuno, nemmeno a lui".

Hanji sorrise con fare tranquillizzante, rassicurandola. "Non preoccuparti, sarà il nostro segreto, ma ti suggerisco di agire presto dal momento che non passerà molto tempo prima che la pancia diventi visibile", l'avvertì, "Ma soprattutto... hai intenzione di avvertire quel nanerottolo?"

Sovrappensiero, Petra passò distrattamente una mano tra i capelli ramati, mentre con l'altra si sfiorava il ventre. "Ovvio che glielo dirò... è suo figlio, dopotutto", sospirò, "In più devo affrettarmi a chiarire con Auruo, non posso indugiare oltre. Devo prendermi le mie responsabilità".
Hanji annuì con accondiscendenza, circondandole le spalle con un braccio. "Se vuoi, posso darti una mano", si offrì la donna, ma la rossa scosse la testa in segno di diniego. "No, ti ringrazio, è una faccenda che devo risolvere da sola, non voglio metterti in mezzo".

Hanji si spostò un ciuffo di capelli color mogano dagli occhi, sorridendole. "Come vuoi, cara, del resto tu mi hai regalato la cosa più interessante che mi sia mai capitata!", esclamò infine, con gli occhi scuri che le brillavano.
Una risatina sfuggì dalle labbra di Petra, che strinse la donna in un forte abbraccio. Era bello avere una amica pronta a sostenerla, sapeva di potersi fidare di lei.

Appena la ragazza ritornò nella sua camera, si lasciò cadere stancamente nel suo letto, soffocando la faccia nel cuscino. Non poteva negare di avere una fottuta paura.
Non si sentiva pronta, ancora non era in grado di essere una buona madre.
Non sapeva nemmeno se Levi avrebbe riconosciuto il loro bambino, se avrebbe abbandonato lei e il nascituro, e ciò la terrorizzava.
Prese un profondo respiro, strofinandosi gli occhi, accarezzandosi distrattamente il grembo. Il solo pensiero di dover confessare la gravidanza al suo amato le faceva torcere le budella: chissà quale sarebbe stata la sua reazione.

Mentre rifletteva sul da farsi, sentì dei decisi colpetti battere sull'asse della porta. La soldatessa balzò in piedi, gridando. "Chi è?".
"Petra, sono io", rispose una voce fredda, ma tremendamente familiare. Quando riconobbe la voce roca del Caporale, il cuore della donna perse un battito.
Non si aspettava certo che si presentasse davanti alla sua porta.

Non sentendo più segni di vita, Levi si agitò. "Petra, posso entrare?"
Come appena risvegliata da un sogno, la soldatessa si precipitò alla porta, gridando. "Si, le apro subito!".
Sbloccata la serratura, la donna si ritrovò davanti gli occhi color ghiaccio dell'affascinante Capitano, facendolo entrare con la sua solita cortesia.
Dopo essersi accertata che nessuno fosse nei paraggi, la ragazza richiuse la porta, per poi voltarsi verso il moro.

Levi era sinistramente silenzioso, con un volto più cupo del solito. Sembrava davvero inquieto come mai in vita sua.
Petra, preoccupata, si avvicinò a lui. "Tutto bene, Levi?", gli chiese, senza però non ottenere risposta.

Senza dire parola, Levi le afferrò il volto, schiacciandola contro la porta. La baciò con una tale passione e trasporto che lasciarono Petra senza fiato.
In quel contatto la donna sentì il nodo di tensione dell'uomo sciogliersi lentamente, il desiderio che provava per lei, i suoi sentimenti, e non esitò a ricambiare il bacio con gioia.
Gli accarezzò i capelli con dolcezza, afferrandoli con forza quando Levi separò le loro labbra per leccarle e mordicchiarle febbrilmente il collo.
"Mi hai fatto preoccupare, piccola impertinente", ringhiò l'uomo, spingendola sul letto, "Non farmi più una cosa del genere". La sua affascinante amante provò a mugugnare qualcosa in sua difesa, ma il suo lato animalesco aveva ormai preso il sopravvento.

Levi le sbottonò con urgenza la camicia, scendendo con le labbra per marchiare la pelle della scapola. La ragazza si lasciò sfuggire un gemito, mentre tirava la scura chioma dell'amante per incitarlo a continuare, e l'uomo non se lo face ripetere. Le abbassò le spalline del reggiseno, dedicandosi ai suoi seni.
Entrambi si lasciarono trasportare dalla passione, ma prima che l'atmosfera si scaldasse troppo Levi si scostò bruscamente da lei, abbassando lo sguardo.

"Perdonami", mormorò mortificato, "Non dovevo".
Petra, rossa in viso, lo fissò confusa. "Ma cosa...", borbottò, venendo interrotta dal suo amante. "Abbiamo corso troppo", le spiegò, "Non voglio che tu pensi che io ti voglia solo per il tuo corpo, non te lo meriti... io non ti merito..."; la voce di Levi di spezzò, come se non fosse in grado di continuare, o si vergognasse di ciò che voleva dire.

Petra sorrise, consapevole che per quello scorbutico soldato non era facile parlare dei suoi sentimenti. Era un uomo difficile, e sentiva onorata da quelle parole. Nessuno le aveva parlato con tale dolcezza e sincerità, e apprezzava particolarmente tutti gli sforzi che faceva per lei.
Ridacchiando, gli avvolse le braccia intorno al collo, facendo connettere le loro labbra ancora una volta. Restarono così abbracciati per un tempo che sembrò loro infinito, prima di separarsi. Non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altra.
"Ti amo", sussurrò Petra, guardandolo dritto negli occhi, con un sorriso che le illuminava il volto.

Un ombra di un fugace sorriso comparve sul volto del Capitano, che si riappropriò con voracità delle labbra della giovane, stendendola sul letto.
Ridendo divertita, la donna avvolse le gambe intorno al bacino di Levi, che troneggiava su di lei, ma quell'allegra atmosfera fu interrotta. Dei veloci colpetti contro la porta risuonarono nella stanza.

"Ehi piccola, ci sei?", risuonò la voce gioviale di Auruo che, preoccupato per la sua fidanzata, aveva deciso di andarla a trovare.
Doveva proprio parlarle.
Peccato che fosse il momento più sbagliato per farle una visita.

Imprecando sotto voce, Petra si agganciò la camicia, gridando. "Si, arrivo!". Con la coda degli occhi vide Levi sgattaiolare fuori dalla stanza attraverso la finestra, quindi, con un sospiro di sollievo, aprì la porta cercando di sembrare il più naturale possibile mentre lasciava entrare il suo compagno nella camera.

La coppia conversò a lungo, ridendo e scherzando, ma il ragazzo notò che la fidanzata era assente. Era con la testa tra le nuvole.
Chissà cosa le passava per la mente.

Ormai fattosi tardi, Auruo si alzò, lasciandole un bacio sulla fronte.
"Vorrei chiederti un favore", si fece avanti il soldato, "Mi raggiungeresti alla mensa per l'ora di cena? Vorrei parlarti di una cosa...".
La giovane aggrottò la fronte, visibilmente confusa. "Di che cosa si tratta?", domandò timidamente, ricevendo in risposta un occhiolino furbetto.

"Vedrai, è una sorpresa".



Spazio della traduttrice

Buonasera! Aggiornamento notturno, yeah! 
Ammetto di essermi veramente divertita a tradurre questo capitolo, ancora ci sono tante belle cose che devono accadere.
Nel frattempo mando a voi a tutti un grandissimo bacio e un abbraccio! <3
Alla prossima!!

Our dirty little secret (traduction) - Rivetra (Levi x Petra)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora