Ci misi tutta me stessa

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Era vero.
Nonostante non ci fosse venuta bene per due volte, non mi aveva mai lasciata cadere, e questo mi riempì di coraggio.
Ci misi tutta me stessa per fare quella presa e per la prima volta venne perfetta. Mi tirò in su come mai aveva fatto, poi secondo il consiglio di Claudia, mi adagiò a Pietà di Canova.
Il pubblico in delirio si alzò addirittura in piedi per acclamarci, e quando le luci si spensero, fuggimmo dietro le quinte.
Ero talmente agitata che mi scordai di Bolle accanto al mio camerino, e lasciai tutti i miei problemi nella stanza con la mia borsa, il tutù e le punte.
Mi infilai di nuovo i vestiti del classico e rientrammo in scena a fine spettacolo. Sembrava fosse durato un quarto d'ora, ma si fece mezzanotte piena.
Roberto Bolle ci aprì un piccolo ingresso tra i ballerini che si erano esibiti ma di cui non me ne ero accorta per l'agitazione.
Per i loro balletti mi ero chiusa in camerino a guardarmi allo specchio, oppure seduta in terra con la schiena appoggiata al muro, pensando a come la mia vita fosse cambiata.
Daniel mi prese la mano e arrivammo insieme in proscenio, facendo la reverance.
Saluto al pubblico, -davanti, destra e sinistra-, saluto all'insegnante, e saluto al pianista.
Quando mi inchinai per Claudia mi sentii pizzicare il naso e tremare le labbra.
Lacrime di commozione., pensai.
Mi ero appena esibita alle Terme di Caracalla. Con Roberto Bolle. A Roma. In tv.
Cercai di cacciare dentro le lacrime, ma quando mi girai di nuovo verso Daniel per l'ultimo arabesque prima della posa finale, vidi le sue guance rigate di lacrime.
Gli sorrisi mostrando anche le mie e il pubblico si lasciò scappare un "Ooh" preciso e uguale a quello nei telefilm.
Ci unimmo alla riga di ballerini e salutammo tutti, per poi dirigerci verso i rispettivi camerini, consapevoli che "sarei risalita su quel palco tra un anno", avrei detto a Cortona. Ma qui no; "Non ci sarei mai più salita".
«Oddio ragazzi, da Scala! Da Teatro della Scala!» esclamò Claudia quando tutto terminò.
Io e Daniel ci lasciammo scappare delle risate, mentre ancora le lacrime erano ben visibili.
«Complimenti» disse una voce roca dietro di noi.
Mi girai e mi si presentò davanti Roberto Bolle, senza maglietta e in tutto il suo complesso da dio greco.
«Grazie» riuscimmo soltanto a dire balbettando.
Bolle ci sorride calorosamente se ne andò.
«Ma l'hai visto? Oddio!» strillai saltellando.
Mi ricordai di Lavinia, che nella sua dell'ultimo saggio, si mise a saltellare nel camerino senza un motivo logico, mentre Linda spruzzava il deodorante.
«Andate più in là, penso vogliano voi» ci disse Claudia.
Io e Daniel obbedimmo e girando l'angolo vedemmo l'uomo col microfono che scrutai durante la posa finale del classico, farci segno di avvicinarci.
Io, ancora sudata fradicia, con i ciuffi della crocchia persi in una capigliatura folle e le lacrime secche sulle guance, rivolsi un sorriso alla tv accogliendo la prima domanda.
***
Il giorno dopo, sul giornale che Claudia ci portò nella nostra Sala, avevano riportato la mia intervista è quella di Daniel.
Signorina, lei si chiama?
Sofia.
Bene, cara Sofia, com'è stato per lei esibirsi davanti ad un pubblico così vasto?
Beh, diverso. Ero abituata al pubblico del teatro di Cortona, quindi non mi sarei mai aspettata un pubblico tale. Avevo paura... Tuttavia questa preoccupazione è stata spazzata via dalla presenza del mio compagno Daniel.
~
"Mi sono emozionata nel vedere un pubblico così vasto" racconta la giovane ballerina cortonese "Mi sono sempre esibita per quelle cinquemila persone a Cortona, e non mi sarei mai aspettata di finire in qualche modo alle Terme di Caracalla. È stata un'emozione indescrivibile, e al vedere tutta quella gente che ci acclamava è stato impossibile resistere. Ho cercato di trattenere le lacrime almeno fino a quando sarei arrivata del camerino, ma nel vedere anche Daniel nelle mie stesse condizioni mi ha lasciato andare. Grazie di tutto, davvero.

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