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Pov Eren.
Mi sveglio non sentendo il freddo delle catene adosso, il sole cocente mi arriva dritto negli occhi.
Mi allontano leggermente. E apro gli occhi. Sono in una stanza bianca, tutto quel bianco accecante mi fa richiudere gli occhi...mi rannicchio di lato sentendo il rumore delle catene.

Scosto le lenzuola che avevo addosso(?).
Mani e piedi erano legate con delle cinghie collegate con delle catene.
No non di nuovo.
Non diventerò una cavia una quarta volta.
Mi alzo, stascinando i piedi.
Sembravo un prigioniero, avevo una palla al piede, mentre le cinghie erano collegate a quelle delle mani.

Con una spallata rompo la porta ed esco. Non sembra una prigione...è un edificio...(?)
Percorro un lungo corridoio, con la palla in cemento strisciante al pavimento rigandolo.

Su una porta in legno c'è un nome...
Hanje Zoe...sfondo la porta con una spallata, e all'interno un uomo e una donna si girano verso di me, la donna ha una coda alta, mentre alcune ciocche castene ribelli ne escono fuori. Sul naso delle lenti spesse, le coprono gli occhi castani. Poi un uomo più basso di me, dai capelli corvini, e gli occhi color ghiaccio mischiato a quelli color tempesta, mi guarda gelido.

La donna perplessa, mi guarda.

-Come sei arrivato qui...?-urla con euforia(?).

-Ho sfondato la porta. Dove mi avevate rinchiuso.-Sibilo tra i denti.

-Non eri rinchiuso.-

-Bhè la porta chiusa a chiave,le cinghie a mani e piedi, con una palla in cemento la fà pensare diversamente.- sbotto sarcastico.

-Dovevo prendere precauzioni, Eren.-dice ora seria.

-Bene, ora me ne vado.- dico girandomi e andando verso la porta.

-Conciato cosi...? Non andresti lontano e solo io ho le chiavi per quelle.-sbotta ammicando alle manette e alla palla in cemento.

-Ne sei davvero sicura...?-sbotto sarcastico girato di spalle.

-Naturalmente.- sbotta vittoriosa.

-Guarda...-dico ammicando alla palla in cemento con un ghigno.

Mi giro verso di lei, e con un pò di forza, spezzo le manette, sotto gli occhi dei due.

-E ora passiamo a questa palla al piede.- dico chinandomi.

-Sapevo che avresti rotto le manette, ma non puoi con quella.- ride befferda.

-Tu dici.- con un pugno, colpisco la palla in cemento fino a sgretolarla.

Mi guarda perplessa, mentre il corvino mi fulmina con lo sguardo.

-Addio.- dico uscendo da dove sono entrato.

Sento dei passi seguirmi, poi la voce della donna.

-Vorrei che ti unissi a noi.-urla eccitata.

-Scordatelo, non ho bisogno di voi,vi avevo già detto che dovevate lasciarmi in pace.-sibilo, stringendo i pugni.

-Oi, moccioso.- una voce roca e calda, mi arriva all'orecchio.

-Che cosa vuoi...?-chiedo calmo girandomi verso l'uomo.

-Ti faccio un paio di domande. E se mi rispondi bene ti lascio andare.- sbotta portando le braccia al petto, e beccandosi gli sguardi furiosi della donna.

-Perchè dovrei...? Tanto me ne andrei lo stesso.-

-Non credo ci riusciresti.-

-E per quale motivo. Chi dovrebbe fermarmi...? Tu...?-sbotto con un ghigno avvicinandomi al corvino.

Sono Un Mostro. [Ereri/Riren.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora