16: Bugie e minacce

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L'alba aveva teso i suoi fili scarlatti nel cielo da pochi minuti, ma Faolan era già in piedi da un pezzo. Quella notte aveva dormito nell'alloggio più piccolo dei due che possedeva, situato tra una nicchia e l'altra dei monti di Nispen.

Grazie alla posizione e all'ampia vetrata, aveva una visione completa dell'Accampamento, di certo utile in una situazione di emergenza come quella. Sarebbero partiti il giorno dopo, e doveva assicurarsi che i confini di quel luogo fossero ben protetti, che nessun altra spia provasse a infiltrarsi nel suo territorio e trovasse Ivy ed Erik.

Darfel e Nev avevano lasciato l'Accampamento la sera precedente, e per quanto ne stesse ancora soffrendo, sapeva che era meglio così, almeno per Darfel. Aveva rinunciato con fermezza alla tentazione di spiegargli qualcosa di più: non poteva e basta.

Non si era ancora arreso all'idea di non averci più niente a che fare in vita sua, specialmente dopo che Darfel aveva compreso le sue buone intenzioni. E dopo ciò era successo poche ore prima, quando Darfel lo aveva baciato con un misto di sollievo e tristezza, con la malinconia di chi doveva andarsene lontano contro la sua volontà.

Camminando avanti e indietro di fronte alla vetrata, Faolan scrutò attentamente il paesaggio sottostante, gli occhi socchiusi in un'espressione concentrata. Non c'era in giro anima viva per quelle strade. Le prime luci avevano iniziato a rischiarare le mura degli alloggi, riaccendendo i colori dei prati e del cielo. Sembrava che un sottile manto dorato si stesse stendendo sull'intera zona.

Era uno spettacolo che non mancava mai di stupirlo.

"Bene, ancora un paio d'ore e andrò a svegliare i ragazzi." pensò Faolan, fermandosi per un istante, mettendo a punto il piano che voleva attuare. "Meglio non partire troppo presto: quando c'è poca gente in giro non ci si può confondere tra la folla. E poi andremo al castello senza perdere tempo. Le guardie di Grevor non sono difficili da fermare, se Tecla e Lushen possono aiutarci ad entrare. Io posso combattere, mentre Ivy e Erik recuperano gli zaffiri, e.."

Improvvisamente, Faolan smise di concentrarsi sul piano e scorse una figura umana ad interrompere la continuità del paesaggio. Con passo rapido e deciso, si avviava dritta verso le mura dell'accampamento. Il cavaliere sussultò. Chi poteva mai essere?

Non aveva un minuto da perdere. Se fosse stato Grevor, Zeliha, Shalenya, o un collaboratore qualunque dei loro, non poteva certo farsi trovare impreparato. Doveva continuare la sua farsa, mostrarsi loro collaboratore. E se avessero scoperto che teneva nascosta Ivy, o che non aveva alcuna intenzione di consegnare Erik?

Occorreva che trovasse una copertura plausibile prima che quell'individuo bussasse alla sua porta.

Aprì la finestra, scendendo lungo la scaletta di legno che attraversava tutta la parete esterna dell'abitazione. La distanza che separava la casa dal terreno Faolan la percorse con un salto, stringendo le ginocchia al petto e inarcando la schiena, riuscendo così a fare una capriola in aria e ad atterrare perfettamente in piedi.
Non era il metodo più comodo che ci fosse per raggiungere o lasciare quel piccolo appartamento: nelle serate d'inverno troppo fredde per le passeggiate, lui e Darfel avevano utilizzati i sentieri retrostanti, che si diramavano per le asperità della montagna. Ma al momento, di certo non aveva tutto quel tempo da perdere.

Correndo sempre più rapidamente, con estrema cautela, scegliendo le scorciatoie e i vicoli più stretti, nascosti alla vista del passante, Faolan raggiunse l'appartamento di Tecla e Lushen, bussandovi.

-Ragazzi, mi servirebbe un favore.-

Lushen non si fece attendere molto: andò ad aprire uno spiraglio della porta, e, quando riconobbe Faolan, si mise da parte per farlo entrare. La sua espressione era comprensibilmente assonnata, ma non si lamentò.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant