20. PRObleMs

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Scesi dalla macchina e quando attraversai la strada raggiungendo la piccola collinetta, mi trovai di fronte ad un enorme gazebo, illuminato da piccole lanterne. Sbirciando dall'esterno si poteva non solo notare le luci stroboscopiche colorate, ma soprattutto percepire la musica ad alto volume proveniente dagli interni.

«Andiamo?» domandò Liam alle mie spalle superandomi e mostrandomi uno dei suoi sorrisi più belli. Annuii, afferrando la mano che mi aveva appena porto, per poi affiancarlo lungo la stradina a ciottoli che ci avrebbe portati a destinazione.

Liam quella sera era impeccabile, pareva splendere nel buio della sera. Indossava un classico smoking nero, abbinato ad un papillon del medesimo colore. Con quel completo dimostrava almeno cinque anni in più di quelli che in realtà possedeva. Aveva accorciato il taglio di capelli, evidenziando così il suo viso squadrato e pulito. Dal momento in cui avevo aperto la porta di casa, non avevo smesso di tenergli lo sguardo addosso.

Una volta superata la fila dell'entrata, finalmente riuscimmo a fare il nostro ingresso in sala.
Tante persone erano venute in anticipo e sembrava che l'atmosfera si fosse già scaldata. Divanetti, cabine telefoniche allestite con macchine fotografiche istantanee e banconi per le bibite erano già occupati da coetanei entusiasti. Mi guardai attorno ammirando l'intero allestimento.

«Ti stanno fissando tutti» sussurrò Liam chinandosi al mio orecchio.

«Ci stanno fissando tutti», lo corressi sorridendogli lievemente imbarazzata, non facendo caso ad alcune coppie rivolte verso la nostra direzione.

Avevamo deciso di andare insieme al ballo: entrambi eravamo svincolati da qualsiasi obbligo di coppia ed essendo amici, potevamo assicurarci una serata all'insegna del puro e semplice divertimento.

Afferrai un'altra volta la mano di Liam, soltanto per poterlo condurre verso la cabina telefonica.

«Ti va?»

«Qualsiasi cosa per rimediare alle foto orrende dell'annuario», esordì disperato seguendomi. Aspettammo il nostro turno e quando una coppia di amiche uscì, mi affrettai ad entrare. Liam strinse le spalle e mi si affiancò proprio quando feci partire il timer per la foto.
Cercò di sistemarsi davanti all'obbiettivo ma quando si accorse dell'effettivo countdown era già troppo tardi. Flash.
Mi scappò una risata puerile, visualizzando la sua espressione. Colto alla sprovvista, era rimasto a fissare l'obbiettivo a bocca aperta.

«Non è giusto, non ero pronto!» si lamentò stringendosi ancora in quello spazio limitato. Liofilizzati, sentivo perfettamente la sua pungente acqua di colonia.

«Mi spiace ma bisogna accettare che non si può essere belli, eleganti e pure fotogenici», scherzai afferrando una bandierina inglese tra i gadget.

«Ti faccio vedere io adesso»

Fece partire il timer di cinque secondi e mentre sorridevo circondando amichevolmente le sue spalle, Liam si era voltato di colpo, tirando la lingua di fuori e appoggiandola sulla mia guancia. Flash.

«Liam!» gridai dimenandomi. La macchina aveva immortalato il momento e poi sputato entrambe le foto.

«Queste le tengo io», disse soddisfatto allungando la mano nello scomparto e estraendo un piccolo rullino con due tessere. Nell'ultima immagine i miei occhi erano strizzati, gli zigomi alzati ed era sufficiente la mia faccia disgustata per rovinare la foto. Me le sventolò davanti al naso in segno di vittoria, prima di superarmi con non poca difficoltà ed uscire dalla cabina. Provai ad afferrarlo dalla camicia, ma con un colpo di reni mi evitò.

Trust. [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora