36. Wait

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Lo scroscio dell'acqua faceva da sottofondo al rumore provocato dalle suole delle mie scarpe, che inzaccherate sembravano fondersi con l'asfalto della strada.
Sì, aveva iniziato a piovere, ma questo non riusciva a scalfirmi. I capelli appiccicati al viso, come la felpa che indossavo. Tutto ciò che pareva assomigliarmi era un'ombra vagante, quella dei lampioni che di tanto in tanto incontravo per le vie.
Patetica, sola.

Correvo, poi un attimo dopo camminavo a passo veloce o mi fermavo di botto, infreddolita e stanca, chiedendomi che cosa stessi facendo, che cosa mi stessi facendo.
Qualche passo ancora e ci sarei arrivata.
In quella penombra si stagliava la casa che ormai conoscevo bene, un po' vissuta. Una volta calato il sole sembrava molto più cupa di quanto non lo fosse alla luce. Forse erano le tende che si potevano vedere dal cancelletto, o forse quel portone d'ingresso blu pavone che trasmetteva un'aria austera. La casa al suo interno sembrava deserta, lui non c'era.

E ora? Era da tutto il tragitto che l'aspettativa di Harry apparire dietro alla porta di casa, magari sorpreso, mi attanagliava. Ora che la certezza di vederlo era crollata non sapevo più come comportarmi.
Rimasi a guardare l'edificio difronte a me, mentre i pensieri mi divoravano dall'interno. Un tuono sembrò suggerirmi di tornare a casa, come a dirmi che io lì non ci dovevo stare. Avevo percorso tutto quel tragitto per niente, per evitare che quel maledetto ma succulento impulso potesse prendere il sopravvento? Avrei dovuto ignorare ancora quell'istinto?
No, mai più.

Superai le due colonnine che segnavano l'ingresso della proprietà. Attraversai il giardino, e con una corsetta mi sedetti sotto i gradini del portico.
L'avrei aspettato, non importava per quanto tempo, ma l'avrei fatto.

***

Avevo chiuso gli occhi, ma non per addormentarmi. Le ore passavano e io ero in balia dei miei pensieri, ed in questo modo riuscivo a stancare soltanto me stessa. Poi cercando di distrarmi li avevo riaperti, appoggiandoli sulla pioggia che passato del tempo, era diventata più sottile: prima sulle foglie delle piante, le quali oscillando venivano colpite da qualche goccia creando un rumore quasi piacevole, e poi sul tubo della grondaia che poco più distante da me rigettava dei calmi rivoli di acqua piovana.

Riuscivo a vedermi dall'esterno, lo sguardo sbiadito e gli occhi vacui privi di ogni sentimento: facevo ribrezzo.
Non mi mossi neppure quando vidi con la coda dell'occhio una figura più lontana da me, proprio oltre al giardino di casa, perché ero certa che chiunque fosse stato non avrebbe fatto caso a colei che oramai aveva preso le sembianze degli gradini su cui sedeva.
Eppure mi sbagliavo. Quella figura nera si avvicinava sempre più, così decisi di voltarmi.

Il cappuccio calcato sulla testa, le mani nelle tasche e il passo veloce. Seppure non vedessi chiaramente il viso per il capo chino, conoscevo perfettamente ogni dettaglio del suo corpo: dalla forma delle sue gambe alle sue spalle. Fu infatti facile capire chi mi stesse venendo incontro.

Harry, distratto, stava camminando di fretta, quando tutto d'un tratto si fermò. Compresi che soltanto a pochi passi dalla porta di casa si era accorto della mia sagoma quasi nascosta nel buio della sera. Alzai il mento in fretta, provando a vedere uno scorcio della sua espressione in quel grigio piovoso. Le labbra semichiuse e gli occhi fissi nei miei erano riusciti ad incoraggiarmi nel ricambiare quello sguardo, forse in modo più duro, mostrando ciò che ancora nemmeno la sottoscritta conosceva.

Guarda come mi hai ridotta

Un attimo dopo i suoi occhi erano cambiati e quasi accigliato, sembravano accusarmi. Non mi scomposi, nonostante mi facesse male.

«Cosa ci fai qui?» mi chiese con tono distante, guardando prima me e poi un punto indefinito accanto a lui. Ero quasi sicura di aver sentito un sospiro provenire dalle sue labbra dopo quella frase.
Mi presi del tempo per rispondere: come gli era venuta in mente? Davvero me lo stava chiedendo? Cercai di reprimere la rabbia.

Trust. [h.s]Where stories live. Discover now