Capitolo 17

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Continuo a camminare e il ragazzo mi sta seguendo, aumento il passo quando il mio borsone si sfila dalla mia spalla e sento afferrarmi il polso.
"Mi fai male!" grido girandomi ma me lo stringe più forte e mi tira verso di lui. Cerco di liberarmi dalla sua presa ma è impossibile: ormai mi ha praticamente presa in braccio immobilizzandomi.
Porca troia ma possibile che non ci sia nessuno alle otto di sera in piena città? Io e le mie bellissime idee di venire in autobus e non in motorino, a quest'ora sarei già stata a casa.
"Lasciami stare!" grido e scalcio.
Riesco a liberarmi solo quando lui lascia la presa. Perché l'ha fatto così, da un momento all'altro? Non ci penso un secondo e inizio a correre per cercare di seminarlo e per recuperare il mio borsone. Mi rendo conto che non mi sta rincorrendo ma è rimasto fermo sul marciapiede.
Non vedo bene, la luce del lampione è bassa e cupa ma mi sembra che non sia solo. Lo vedo allontanarsi e un'altra sagoma viene nella mia direzione: allora qualcuno c'è! Lo guardo bene e mi rendo conto che è Alvaro. Il mio idolo mi ha appena salvata da un tentato stupro comparendo dal nulla? Sono completamente impazzita.
"Hey" mi dice fermandosi davanti a me
"Ciao Alvaro" lo guardo con il cuore che batte all'impazzata e non è la conseguenza della corsa, bensì l'effetto che mi fa vedere Alvaro.
"Cosa ci fai qui?"
"Sono venuto a vedere la vostra amichevole e stavo tornando a casa quando ti ho sentita gridare..."
Era sugli spalti? Come è possibile che non l'abbia visto?
"Io...menomale che sei passato da qui..." dico imbarazzata
"Non preoccuparti, ora va tutto bene" mi sorride e apre le braccia: senza esitare un secondo, mi ci fiondo dentro. Mi sento veramente protetta, basta qualche secondo per tranquillizzarmi. Sono appoggiata sul suo petto, il battito del suo cuore è così rilassante che potrei addormentarmi, é come una ninna nanna.
Siamo costretti a sciogliere l'abbraccio per trovare un riparo, dopo un forte tuono è scoppiato un violento temporale.
"Da quanto ho capito, sei a piedi vero?" mi chiede e io annuisco
"Ho la macchina a pochi metri da qui, ti porto a casa" dice con una voce davvero rassicurante
"Oh...grazie mille" sorrido
E chi l'avrebbe mai detto.
Dopo poco arriviamo davanti a casa mia, non ha smesso un secondo di piovere e credo che non abbia intenzione di farlo.
"Se vuoi... puoi venire su... magari aspetti che si calmi un po'..." chiedo, non so con quale coraggio, sperando che accetti
"In qualche modo devo sdebitarmi" aggiungo
"Va bene, gracias!" dice scendendo dalla macchina.
Entriamo in casa e preparo due cioccolate calde
"Fai come se fossi a casa tua, tranquillo!" dico mentre gli passo la tazza e ci sediamo sul divano.

Aspettavo solo te||Alvaro e PauloWhere stories live. Discover now