Capitolo 34

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Quattro mesi dopo

Il mio telefono inizia a squillare, apro lentamente gli occhi e li strofino per riuscire a leggere il nome sullo schermo: è Alvaro.
"Hey amore tutto bene?"
"Ti devo parlare... scusami se ti ho svegliata ma è davvero importante..." dal suo tono di voce deduco che non deve essere una bella notizia.
"Vieni qui, ti aspetto" dico alzandomi velocemente dal letto per vestirmi.
Dopo pochi minuti ci ritroviamo seduti sul divano in sala, uno affianco all'altra. Vedo la tristezza nei suoi occhi e d'istinto lo abbraccio.
"Non è facile per me dirtelo... Ma devo tornare al Real... a giorni uscirà la notizia ma è giusto che tu lo sappia da me... Marotta non è riuscito a convincere Perez e io non posso fare nulla..." dice con un filo di voce
"Ma si che puoi...devi esprimere la tua volontà..." rispondo spaventata dalla sua probabile risposta
"No, non conta nulla... hanno già fatto tutto..."
Abbasso semplicemente lo sguardo senza dire nulla. Alvaro mi mette una mano sotto il mento alzandomi la testa e vede il mio viso rigato di lacrime.
"Hey no..." dice facendomi sedere sulle sue gambe e appoggiare la testa sul suo petto.
"Ti prego, non puoi... Non ce la faccio senza di te..." dico fra i singhiozzi
"Quando parti?" continuo
"Fra tre giorni..." sto un attimo in silenzio e lo stringo più forte
"Vengo con te, a Madrid."
"No Ila. Come fai con la scuola,gli allenamenti, i tuoi genitori..." in sottofondo a queste parole continuano i miei singhiozzi
"Non ti dimenticherai di me, vero?" dico guardandolo seria
"Io? Dimenticarmi di te? Mai. Come potrei? Ti chiamerò tutti i giorni e verrò a Torino ogni volta che potrò, promesso." dice stringendomi la mano.

Il giorno che volevo non arrivasse mai è purtroppo arrivato. Ho passato la notte insonne, troppi pensieri, troppe lacrime. Quando sono le sette mi alzo e inizio a prepararmi. Ho deciso di affidare ad Alvaro le lettere che gli avevo scritto quando ancora non mi conosceva. Le chiudo in una busta che infilo delicatamente nello zaino ed esco di casa. Insieme a Paulo e Martina ci dirigiamo all' aeroporto, è ancora molto presto ma non voglio rischiare di non salutare Alvaro. Vedo passarmi davanti tantissime persone dopo aver effettuato il check-in e finalmente ecco arrivare anche lui: sguardo basso, viso stropicciato dal sonno e capelli sempre perfettamente ordinati. Avanza verso di me e appena mi vede lascia cadere la valigia per abbracciarmi. Non servono parole, questo abbraccio racchiude ogni singola emozione che sto provando. Un abbraccio che sa d'addio.
"Tieni... in questo modo ti ricorderai di me..." dico porgendogli la busta con le lettere.
"Te quiero..." riesco a dire
"Yo también mi niña..."
Il tempo sembra volare, la voce che risuona nella stanza annuncia che è arrivato il momento di salire sull'aereo. Non voglio più lasciarlo, lo sto stringendo fortissimo, come se così facendo un pezzo di lui potesse restare incollato a me. Saluta Paulo con una stretta di mano seguita da un forte abbraccio e fa lo stesso con Martina. Mi accarezza una guancia dopo avermi lasciato un dolce bacio sulle labbra e sale sull'aereo con gli occhi lucidi. Lo guardo dal finestrino e lui fa lo stesso. L'aereo parte e sento una fitta al cuore. L'unica cosa che riesco a fare è iniziare a piangere fra le braccia dei miei migliori amici.

Aspettavo solo te||Alvaro e PauloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora