Faccia da pesce.

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Jason lo aveva aiutato a vestirsi in silenzio. Ogni tanto le lacrime di Nico colavano per il suo mento, e finivano per bagnare la testa del biondo che gli stava mettendo le scarpe.
Ma il più piccolo non se ne accorgeva. Continuava a guardare un punto fisso di fronte a sé, e le lacrime uscivano senza che lui le comandasse.
I sentimenti che gli perforavano il corpo non rientravano nella tristezza.
Era stato triste quando i suoi compagni lo prendevano in giro per il suo fisico di fronte agli altri compagni, facendolo sentire deriso. Era stato triste quando aveva litigato con Jason perchè gli aveva detto che sarebbe venuto a casa sua un pomeriggio e alla fine si era addormentato lasciandolo solo. Era stato triste quando aveva preso un'insufficienza al tema di lettere, anche essendo la sua materia preferita.
Quella che stava provando in quel momento non era tristezza. Era vuoto. Vuoto mischiato al fuoco che gli bruciava gli organi e l'anima.
Ed ora, seduto nella macchina di Jason, quel fuoco non ci pensa nemmeno ad affievolirsi.
Ed ogni volta che chiude gli occhi i visi sorridenti della sua famiglia vengono sostituiti da cadaveri sanguinolenti, e lui reprime le urla. Perchè Bianca ora ha i bei capelli neri macchiati di sangue. Perchè il bel volto di sua madre ora è deturpato dalle ferite. Perchè il volto quasi sempre accigliato di suo padre ora è distorto in un'espressione di terrore, macchiato di rosso.
Nico ha gli occhi spalancati. Non vuole chiuderli, non vuole vederli di nuovo.
E le lacrime scendono, e i singhiozzi gli risalgono su per la gola senza che lui possa controllarli, e il suo corpo trema forte.
Nico” lo chiama l'amico, poggiando una mano sulla sua gamba. Il moro sussulta a quel contatto, ma non smette di guardare fuori dal finestrino.
Nico, te lo giuro, passerà tutto. Io sono qui, vicino a te, per sempre.”
E lui vorrebbe urlare che il per sempre non esiste, perchè se non è rimasta la sua famiglia per sempre, come potrebbe rimanere lui?
Vorrebbe urlare, vorrebbe graffiarsi il petto e tirare fuori quel fuoco che lo sta bruciando dentro. Ma rimane fermo. Rimane fermo e singhiozza. Ed è costretto a chiudere gli occhi, e le immagini gli balenano di nuovo davanti.
Ma non urla. Sa che non lo farà. Non lo farà mai.
Si terrà tutto dentro, e mostrerà il suo lato impassibile al mondo, mentre tutto dentro di lui crolla.
Chi è stato.” Nico tira fuori le tre parole più difficili che abbia mai pronunciato.
Jason gli rivolge uno sguardo carico di tristezza, per poi scuotere la testa.
Non si sa...” ammette alla fine, riportando il suo sguardo sulla strada “Hanno trovato un uomo sospetto vicino casa tua poco dopo aver sentito gli spari, per ora è sotto interrogatorio.”
Nico non risponde. Si limita ad arricciare le labbra. Sente il corpo scosso da spasmi, e la testa gli gira così forte.
Da quando il tratto dall'ospedale a casa sua è così lungo?
Te lo giuro Nico, ucciderò quel bastardo con le mie stesse mani, te lo giuro.”
E se Jason si aspettava una reazione dall'amico, ne rimane deluso. Nico continua a fissare il paesaggio con gli occhi spalancati e pieni di lacrime. Il suo corpo trema, e Jason vorrebbe fermare quella dannata macchina e abbracciarlo, farlo sfogare.
Ma Nico vuole andare a casa, e lui vuole accontentarlo.
Quando la macchina si ferma, il più piccolo compie movimenti lenti e goffi. Scende dalla macchina quasi inciampando, cammina fino alla porta di casa sua strascicando i piedi e con la testa rivolta verso il basso, entra dentro casa senza alzare lo sguardo, prende qualcosa che Jason non nota da sopra un comodino e si chiude in bagno.
Il rumore della doccia che viene accesa si espande per la stanza, ma il biondo sa che qualcosa non va.
NICO!” urla Jason, quando sente la chiave girare tre volte nella serratura della porta “Nico, aprimi! Non puoi stare solo in questo momento!”
Nessuna risposta.
NICO!” urla ancora, picchiando il pugno sulla spessa porta in legno “GIURO CHE SFONDO LA PORTA SE NON MI APRI!”
Silenzio. Acqua che scroscia.
NICO, TI PREGO, NON SEI SOLO! CI SONO IO!”
Stanco, il biondo da una forte spallata alla porta. I primi cardini iniziano a cedere.
E poi, inaspettatamente, sente un rumore decisamente troppo metallico di qualcosa che cade per terra, proveniente da dentro il bagno.

Save Me, Percy Jackson. (Pernico)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora