Caffè.

631 31 2
                                    

Nico si era addormentato esausto sulla sua spalla. Jason aveva sentito i singhiozzi rallentare sempre di più, finchè non erano cessati definitivamente ed avevano lasciato spazio ad un leggero respirare.
Il più grande lo aveva avvolto in un asciugamano, gli aveva asciugato piano il corpo ed i capelli in modo da non svegliarlo, e poi lo aveva messo sotto le coperte del suo letto. Ma non si era avvicinato a lui, no.
E ora è qui, con una spalla poggiata al muro e le braccia conserte, che lo osserva. Osserva quel suo volto prima distorto dal dolore e della tristezza ora avere un attimo pace, e riposare tranquillo.
E un'altra volta quel moto di protezione e rabbia gli esplode dentro.
Jason è sempre stato un ragazzo razionale, tranquillo, ha sempre analizzato le situazioni per poi agire nel modo migliore, ma tutte queste qualità si azzerano quando viene toccata una persona a lui cara.
Ed ora vorrebbe prendere l'uomo che ha causato tutto questo dolore a Nico, e provocargli tanto dolore quanto lui ne ha provocato al quel povero ragazzo. Non gli interessa se è sbagliato, se è immorale, ma quell'uomo la pagherà.
E Jason non ha avuto il coraggio di dire a Nico che l'unico uomo che è stato trovato vicino a casa sua subito dopo la sparatoria non può essere arrestato, perchè non è stata trovata l'arma del delitto.
Non ne ha avuto il coraggio ma lui troverà quell'arma. A costo di cercarla giorno e notte, troverà quell'arma e la farà pagare a quell'uomo.
Poggia di nuovo il suo sguardo su Nico e si morde forte il labbro. Quel ragazzo ha perso tutta la sua famiglia insieme, e in fondo l'ha persa anche lui. Conosceva la famiglia Di Angelo dalla nascita. Per quanto i loro padri fossero sempre in competizione tra di loro, le loro madri erano grandi amiche da tempo, così Jason e Nico si erano ritrovati a crescere insieme.
E Jason era felice quando la domenica mangiavano tutti insieme, o quando Maria gli intimava di smetterla di chiamarla per nome e di iniziare a chiamarla 'zia'. Era felice quando suo padre e quello di Nico battibeccavano sempre a tavola, per ogni motivazione valida. Era felice quando lui, Bianca e Nico giocavano tutti insieme a quello strano gioco di carte di cui Nico era appassionato, e che poi aveva appassionato anche loro.
Jason amava quella famiglia, ed ora gli è stata portata via.
E se il dolore e la rabbia che prova lui in questo momento sono incontrollabili, può solo immaginare i sentimenti devastanti che stanno prendendo possesso del corpo di Nico.
L'unico sopravvissuto della famiglia Di Angelo, il superstite. Il prescelto per vivere una vita di traumi e tristezza.
Perchè, lui lo sa, in tutta la famiglia Di Angelo quello che ha fatto la fine peggiore è proprio Nico.
Jason si passa una mano in mezzo ai capelli biondi, per poi sospirare.
Nico inizia ad agitarsi sotto le coperte, e la sua espressione rilassata si trasforma in una maschera di tensione e paura. Stringe forte gli occhi, e una piccola goccia di sudore scende giù per la sua fronte.
Mugola qualcosa, per poi scuotere forte la testa: sta sognando. Un incubo, per la precisione.
Jason gli si avvicina velocemente, inginocchiandosi vicino al letto dove sta dormendo l'altro.
"N-No" si lamenta Nico nel sonno, stringendo forte gli occhi. E il biondo non sa se svegliarlo da quell'incubo o se lasciarlo dormire lo stesso, perchè la realtà gli metterebbe decisamente più paura.
Lo osserva ancora per qualche secondo, maledicendosi per il fatto di non riuscire a prendere una decisione.
"L-Lasciali stare!" esclama Nico nel sonno "N-No!"
E Jason ormai è sicuro, deve svegliarlo. Allunga una mano e la sta per poggiare sulla testa di Nico per svegliarlo, quando l'altro apre di scatto gli occhi puntando quelle iridi scure e spaventate nelle sue.
"Jason..." sussurra, e i suoi occhi si scuriscono ancora di più.
"Stavi sognando" risponde il biondo "stavo per svegliarti."
Nico annuisce, abbassando lo sguardo. "Non era un bel sogno."
E il più grande vorrebbe poter scacciare tutto il dolore che lo affligge, perchè sa che se il moro non avesse finito tutte le lacrime, ora starebbe ancora piangendo.
Jason afferra un lembo della coperta e la sposta da sopra il corpo di Nico.
"Cosa stai facendo?" chiede il più piccolo, rabbrividendo per il freddo che subito lo assale.
"Dai, fammi spazio." Jason rivolge un'occhiata calda a Nico, prima di stendersi nel letto vicino a lui e coprirli entrambi con le coperte.
"Jason, ma ch--"
"Sh" lo zittisce il biondo, mettendo una mano dietro alla testa del moro, l'altra alla base della sua schiena e attirandolo in un caldo abbraccio.
Nico ritrova il viso affondato nel petto del più grande, le gambe intrecciate alle sue e il suo corpo tra le sue braccia. Sente di nuovo le lacrime risalirgli su fino agli occhi. Una strana sensazione di protezione gli pervade il corpo e, prima che possa anche solo ringraziare il più grande, il sonno ha il sopravvento facendolo cadere addormentato in quell'abbraccio caldo.
Jason lo osserva, mentre riposa tranquillo sul suo petto e, lo sa, proteggerà quel ragazzo da tutto il male del mondo, anche a costo di doverselo prendere tutto lui.

Save Me, Percy Jackson. (Pernico)Where stories live. Discover now