10

316 23 8
                                    

Era sera, stava aspettando che il campanello suonasse mentre le sue amiche preparavano la loro cena.

Era nervosa, si, ma in quel momento non pensava ad altro a dove Marco l'avrebbe portata.

Forse un ristorante elegante o a vedere qualche panorama speciale.

"E se ti porta a Verona?"

La voce di Elena riportò i suoi piedi per terra.

"Verona? È lontana.."

"Si, ma ti ricordo che stiamo a Milano. Due ore e sei già all'Arena."

Due ore di viaggio per portarla a Verona, una delle sue città preferite.

"Come mai pensi a Verona?"

"Perché la sua manager viene da lì. Pensaci, potrebbe avergli consigliato qualche posto."

"Non lo so.."

Il suono del campanello fece scattare in piedi Sofia mentre Ginevra correva delle amiche.

"Allora, ricordati tutto quello che ti abbiamo detto. Sii te stessa, non inciampare, pensa a quello che dici, devi essere.."

Elena spinse Ginevra scoccando la lingua, e guardò la sua amica.

"Non fare brutte figure e goditi la serata."

Poi la spinse fuori dalla porta.

Scese le scale piano, una per una, e quando arrivò davanti al portone fece un bel respiro e poi uscì.

Marco era appoggiato a una macchina nera decappottabile.

Aveva una camicia bianca, dei pantaloni neri elegantissimi e una giacca nera.

Si stava mangiando le unghia nervosamente, e quando lui alzò lo sguardo verso Sofia rimase completamente incantato.

I capelli rossicci di lei ricadevano sul suo petto leggeri mentre si sistemava il cappello sorridendo.

Lui si avvicinò a lei mordendosi il labbro, passo dopo passo sentiva l'emozione salire.

"Buonasera.."

Lei lo guardò e sorrise. Era felice di rivedere i suoi occhi e di poter intrecciare le sue dita con quelle di lui, proprio come in quel momento stava accadendo.

Lui la portò alla macchina e si misero dietro insieme.

"Lui è Peter, il mio chitarrista, ha offerto la sua macchina e la sua bravura nel guidare per accompagnarci."

"Dove?"

"È una sorpresa."

"Mh.. Non mi piacciono le sorprese.."

Lui la guardò e sorrise.

"Non ti sono mai piaciute le sorprese.."

Era malinconico, ma felice nel scoprire che quel dettaglio si era mantenuto nonostante ciò che era successo.

Lei sorrise e, più lo guardava, più sentiva di conoscere ogni minimo dettaglio di lui.

"Tu invece odi essere chiamato Picchio.."

Lui la guardò, era felice, aveva gli occhi spalancati e la bocca quasi aperta.

"Dimmi altro.."

Ci pensò un attimo, si sforzava, poi lo guardò negli occhi.

"Non sei mai soddisfatto.."

"Si, è vero! Verissimo! Altro! Dimmi altro su di me!"

"Sei geloso, premuroso, umile, divertente, estremamente romano.."

"Si, si, si, si, tutto si! Sofia, é tutto vero! Hai ricordato!"

Lui si buttò su di lei e l'abbracciò stretta stretta, aveva tantissima paura di perderla, di poter perdere un'altra volta la sua Sofia.

Durante il resto del viaggio rimasero in silenzio abbracciati guardandosi e tenendosi per mano.

"Arrivati.."

Marco l'aiutò a scendere dall'auto e subito le mise una banda sugli occhi.

"Marco?.."

"Sono qui, tranquilla.."

Le prese la mano e l'accompagnò piano piano, sentiva ancora il vento sulla pelle, quindi significava che erano ancora fuori. Poi si fermò e una canzone iniziò a diffondersi nell'aria.

Sei dei Negramaro.

Poi tutta Milano si mostrò davanti ai suoi occhi.

Le luci, la voce di Sangiorgi, la mano di Marco stretta alla sua, le lacrime.

Era tutto bellissimo, sembrava un sogno.

"Marco..."

Anche se aveva sussurrato il suo nome come a chiamarlo non aveva tolto gli occhi da quello spettacolo.

"Sono qui."

Bastava, sapere che era lì con lei bastava. Come bastava quel contatto, quella canzone perfetta, lei, lui, l'amore, la fiducia.

In quel casino la fiducia era la gioia che illuminava quei momenti, che rendeva tutto ciò che vedeva luminoso e felice.

Poi si girò verso di lui e sorrise, si avvicinò a lei, si mise in punta di piedi e lo baciò.

Un bacio perfetto, pieno di emozioni, di felicità, di vita.

In quel momento stava creando un ricordo. Stava creando il futuro.

Appena si staccarono sorrisero e si guardarono intensamente negli occhi.

Occhi vitrei su occhi profondi, gli occhi di lei in cui si rispecchiava la felicità e gli occhi di lui in cui si poteva vedere la profondità dell'amore.

"Grazie.."

Lui sorride e l'accompagnò dentro un gazebo dove era stato allestito un tavolino.

"Spero che nulla ti sembra di troppo.."

"È tutto perfetto, Marco.."

Un'altro sorriso, un'altra felicità.

Per tutta la serata parlarono, parlarono e parlarono. Non ci fu un momento in cui i loro occhi si staccarono, parlavano e si guardavano circondati dalla musica leggera. Si tenevano per mano, si accarezzavano, si guardavano, parlavano, si amavano.

E poi si misero a ballare, proprio come quel pomeriggio, stretti, sorridenti, lei sulle punte, lui che sorrideva.

E si baciarono felici, fuori dal mondo.

E poi uno sparo.

- SUSSEPANSE! (So che si scrive suspence, tranquilli.) Sono cattiva, lo so, anche a portarci in capitolo piccolino, ma come vi ho sempre detto a ogni capitolo una lunghezza diversa.
Commentate e votate e.. boh..spero ci sia piaciuto questo capitolo e...
Vi voglio bene.❤

Michelena

Un cuore in due || Marco MengoniWhere stories live. Discover now