•L'appuntamento•

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Sognai di nuovo di fare l'amore con Draco. L'unica differenza rispetto alla volta precedente era che prima di fare l'amore avevamo fatto anche i giochetti erotici della ronda, stuzzicandoci a vicenda.
Mi svegliai molto stanca e controvoglia, quando Ginny, alzandosi dal suo letto come un elefante per correre in bagno, mi riscosse da quei sogni poco casti.
«Buongiorno Ginevra! Fare piano la mattina?!»
Uscì dal bagno e mi squadrò dalla testa ai piedi, mentre mi alzavo dal letto e la spingevo fuori dal bagno.
«'giorno, Herm. Fatto tardi anche ieri?»
«Si certo.»
Mi chiusi la porta alle spalle e mi spogliai, per poi entrare in doccia. Spostai la manopola dalla parte dell'acqua calda e mi lasciai cullare da quella sensazione di pace che solo l'acqua calda contro la mia pelle  poteva darmi. Mi insaponai il corpo, mentre continuavo a pensare al sogno erotico che avevo fatto. Per fortuna non avevo parlato nel sonno, perché altrimenti sarebbe stato molto più imbarazzante della prima volta.
Presi lo shampoo alla mela verde e frizionai i capelli, poi con il balsamo al cocco li ammorbidii. Quando fui risciacquata e pulita, uscii dalla doccia e mi cambiai, indossando un completino mutande e reggiseno blu con pizzo, e sistemando la divisa. Poi presi un asciugamano e asciugai i capelli, e infine li legai in una treccia, per tenere a posto la mia folta criniera di ricci.
Uscii dal bagno e trovai Ginny seduta sul letto, mezza addormentata e con le braccia appoggiate sulle gambe piegate.
«Andiamo, Ginevra?»
Lei si riscosse dai suoi pensieri e scattò in piedi, facendomi scoppiare a ridere.
«Sono pronta! Prontissima! Andiamo.»
Ebbi giusto il tempo di prendere la borsa, che mi trascinò fuori dal dormitorio e giù per le scale.
«Ginny, mollami! Così cadiamo!»
«Siamo super in ritardo! Abbiamo poco tempo per fare colazione!»
Arrivammo davanti alla Sala Grande e la Rossa mi spinse dentro come una furia. Ero senza fiato, e quando mi sedetti al tavolo Grifondoro feci un sospiro enorme, facendo girare metà sala.
«Mangia, veloce. Non abbiamo tempo!»
Effettivamente la sala era mezza vuota, e tutti i presenti mangiavano velocissimi. Trangugiai la mia colazione, letteralmente. Bevvi in un solo sorso il latte e poi scattai in piedi, rischiando una indigestione.
«Io vado, Ginny! A dopo!»
Corsi fuori dalla sala e su fino al secondo piano, nell'aula di Storia della Magia, che vedeva come insegnante un fantasma, il professore Rüf. Mi fermai davanti alla porta solo un istante, il tempo di riprendere fiato e di bloccare la colazione che premeva per tornare su, poi spalancai la porta di colpo, attirando su di me gli sguardi dei miei compagni di classe e del fantasma.
«Buongiorno, signorina Granger. Non ha sentito la sveglia oggi?»
Sentii le guance andare a fuoco, e andai a sedermi vicino a Ron, senza dire una parola. Dietro di me Malfoy chiacchierava a bassa voce con Zabini e ridacchiava, poi mi chiamò.
Mi girai di scatto, cercando di non mostrare l'irritazione, mentre cercavo di predere appunti.
«Che vuoi?»
Lui non disse nulla, e infilò un foglietto nella mia borsa.
«Leggilo a pranzo.»
Mi fece l'occhiolino e io mi girai velocemente, sentendo un sorriso da ebete formarsi sul mio viso. Quando la lezione finì, mi resi conto di non aver seguito per niente, troppo occupata a fantasticare su quello che Draco poteva aver scritto su quel foglietto. Passai il resto delle lezioni con la tentazione di leggerlo subito, senza aspettare fino all'ora di pranzo. Mi tormentai per ore, mentre le mie mani continuavano a infilarsi nella borsa per sentire che il foglietto ci fosse ancora. Risultato: avevo buttato una mattinata di scuola nel cesso, perché se qualcuno mi avesse chiesto cosa avevamo fatto, non avrei saputo rispondere. Appena l'ultima lezione terminò, uscii come un tornado dall'aula e corsi in bagno, poiché non riuscivo più ad aspettare e dovevo assolutamente leggere quel biglietto. Entrai nel primo bagno libero e lo presi, per poi buttare la borsa a terra. Con le mani tremanti e il sudore freddo aprii il foglietto, sorridendo appena notai la sua calligrafia ordinata. Presi un respiro per calmare i nervi tesi e iniziai a leggere.
Cara Hermione,
Sei sorpresa del fatto che ti abbia scritto di nuovo? Ebbene, questa volta non lo faccio per nessun regalo, anche perché ho visto quanto ne sei rimasta turbata. No, ti scrivo perché voglio invitarti ad un appuntamento. Dopo la ronda vorrei che tu ti vestissi in maniera elegante e mi aspettassi in atrio. Voglio farti una sorpresa, quindi non ti dirò dove ho intenzione di portarti. Fidati di me. Non ci scoprirà nessuno. Sperando che tu accetti questo invito, Draco Malfoy.
Urlai per la gioia e uscii dal bagno di corsa. Pranzai senza neanche fare attenzione a quello che mangiavo, e il pomeriggio lo passai a cercare qualcosa di bello e carino da mettere. Alla fine trovai un vestito rosso un po' datato, ma grazie ad un incantesimo lo resi molto più moderno, lungo fino al ginocchio, con una cintura nera a dividerlo a metà, e tanti brillantini rossi e neri sulla gonna e sulle maniche corte. Trovai anche delle scarpe col tacco nere nel baule di Ginny, e decisi di prenderle in prestito. Per il trucco mi sarei dovuta arrangiare in cinque minuti.
A cena non parlai con nessuno, frettolosa di finire velocemente la ronda. Quando la Sala si fu svuotata, mi avvicinai a Malfoy, che mi prese per mano e sorrise.
«Hai letto il foglietto?»
Annuii e ci incamminammo su per le scale, diretti al quarto piano.
«Si. Non so cosa tu abbia in mente, ma non vedo l'ora di scoprirlo.»
«Vedrai, ti piacerà.»
Passammo a rassegna molto velocemente i quattro piani, e quando finimmo lui mi diede appuntamento per le 22.30. Entrai in sala comune e corsi su per le scale. Aprii la porta lentamente, per non svegliare Ginny, ed entrai. Sfortunatamente lei era ancora sveglia, e con il vestito in mano.
«E questo cosa significa?»
Mi buttai sul letto e sospirai. Perché non lo avevo nascosto? Decisi di dirle la verità.
«Malfoy mi ha invitata ad un appuntamento. Non so dove, ma voglio andarci.»
Lei sorrise maliziosa e cominciò a tirare fuori dalla sua trousse rossetti, ombretti...
«Ginny, cosa fai?»
«Svelta, cambiati, che poi ti trucco!»
Risi tra me e me e indossai il vestito rosso, per poi calzare le sue scarpe e coprirmi con un giubbetto elegante. Presi i gioielli regalati da Malfoy e li sistemai sul collo, sull'anulare e sul polso. Dopo di che la Rossa mi fece sedere sul suo baule e cominciò a truccarmi. Non ero per nulla tranquilla, anche perché lei tendeva all'esagerazione. Lavorò con precisione e quando mi guardai allo specchio rimasi sorpresa. Ero...davvero io?
«Sei bellissima.»
Ero felicissima. Abbracciai la mia amica e urlammo come pazze.
«Grazie, Ginny.»
«Di niente. Ora vai. Su, dai!»
Uscii dal dormitorio facendo attenzione a non essere beccata, e scesi le scale lentamente, non abituata a camminare sui tacchi. Quando arrivai in atrio, lui era già li, in tutta la sua bellezza. Indossava un completo nero, ed era girato di spalle. Mi schiarii la voce e lui si girò, incontrando il mio sguardo. Mi squadrò attentamente, dalla testa ai piedi, e poi sorrise malizioso.
«Sei bellissima, Granger. Veramente, hai superato te stessa.»
Mi prese a braccetto e aprì il portone, invitandomi ad uscire. Stavamo trasgredendo una miriade di regole, ma non mi importava. Uscimmo e lui mi accompagnò giù per la collinetta. Pessima scelta quella dei tacchi. Assolutamente una pessima scelta. Camminammo fino in prossimità del lago, e ci fermammo.
«Ti fidi di me?»
«Si, altrimenti non sarei venuta.»
«Allora girati.»
Mi girai verso il lago e lui mi mise una benda sugli occhi. Poi mi prese per mano e mi accompagnò sulla riva.
«Dove mi porti?»
«Te l'ho detto. È una sorpresa.»
Non vedevo niente, ma sentivo la sabbia sotto le scarpe, e le sue mani intorno ai miei fianchi mi davano sicurezza.
«Siamo arrivati.»
Mi sfilò la benda, e davanti a me comparve il panorama più bello di tutta Hogwarts. Eravamo su un piccolo promontorio in riva al lago, dove il riflesso della luna dava al tutto un tocco più romantico. Da li si vedevano il castello, le montagne, la foresta. Era...magico. Ma quello che mi lasciò veramente senza parole era una coperta stesa sull'erba, con sopra un cesto da picnic e candele che illuminavano l'ambiente. Guardai Draco negli occhi, ancora incredula, e lui sorrise dolcemente.
«Ti piace?»
Annuii e lo abbracciai. Eccome se mi piaceva. Era...stupendo.
«Perché? Perché tutto questo?»
Resiprai il suo profumo al muschio, e mi venne la grande voglia di baciarlo. Più tempo passavo con lui, e più mi rendevo conto di amarlo tanto e intensamente.
«Perché volevo passare un po' di tempo da soli, io e te.»
Ci distendemmo sulla coperta a osservare il cielo stellato di una notte di novembre. Il rumore delle cicale, dei grilli e dei gufi rendevano il momento ancora più surreale e fantastico. Appoggiai il mio viso contro il suo petto, che si alzava e si abbassava regolarmente ad ogni suo respiro.
«Starei qui per sempre.»
Mi accarezzò la schiena, provocandomi un brivido lungo la colonna vertebrale.
«Anche io, Granger. Hai fame?»
Annuii, anche se in realtà non ero tanto affamata. Ci sedemmo e lui tirò fuori dal cesto tramezzini, uva e due bottiglie di burrobirra. Ne stappò una e me la porse.
«Vuoi farmi ubriacare, Malfoy?»
Lui sorrise malizioso.
«Per quanto la cosa mi tenti molto, no, non voglio farti ubriacare.»
Sorseggiammo in silenzio la bibita, gustandone il sapore. Quando appoggiai la bottiglia mezza vuota a terra, lui si avvicinò a me. Mi prese il viso tra le mani e mi leccò tra naso e bocca, portandosi via i rimasugli di burrobirra. Poi mi leccò le labbra, e io ne approfittai per baciarlo. Mi fece distendere sotto di lui e intensificò il bacio, immettendo la sua lingua nella mia bocca, e muovendo la sua a tempo con la mia, in un bacio dolce e pieno d'amore, almeno da parte mia. Mi abbassò la cerniera del vestito e lo scostò quel tanto che bastava per baciarmi il collo e la clavicola. Si puntò su un lembo di pelle e cominciò a leccarlo, per poi succhiare e mordere. Sapevo cosa aveva fatto. Mi aveva lasciato un succhiotto, ma invece di lamentarmi, dalle mie labbra uscì un gemito di piacere.
«Ti ho marchiata, Granger. Ora sei mia.»
Ora sei mia. Ma cosa vuol dire essere di qualcuno? Di solito un ragazzo dice a una ragazza 'sei mia' quando sono fidanzati. E allora perché quelle semplici parole pronunciate da lui erano così belle e reali? Perché avevo tutta quella speranza di essere sua?
«Voglio fare l'amore con te, Draco.»
Quelle parole uscirono dalla mia bocca incontrollate, e sorpresero sia lui che me. Non potevo averlo detto veramente. E invece il guaio era fatto. Adesso mi avrebbe presa per pazza e sarebbe andato via, lasciandomi sola ai miei rimorsi.
Lui invece mi sorprese ancora di più avvicinando il suo viso al mio e lasciandomi un casto bacio sulle labbra.
«Solo quando sarai veramente pronta, Granger, perché dopo non voglio rimpianti.»
Come faceva a sapere che ero ancora vergine? Ogni giorno scoprivo che lui sapeva molte cose su di me.
Non mi aveva dato della pazza, e non se ne era andato. Per di più non aveva neanche detto di no. Che si stesse innamorando anche lui di me?
«Nessun rimpianto, Malfoy.»
Gli accarezzai i capelli, perdendomi nei suoi occhi color tempesta, mentre lui era perso a osservare il cielo sopra di me.
«Vuoi ballare?»
«E su quale musica?»
Si alzò con me tra le braccia e mi appoggiò a terra. Poi prese la bacchetta e fece comparire dal nulla degli strumenti musicali, che cominciarono a suonare da soli. Quella era un'Evocazione vera e propria, una delle più difficili Trasfigurazioni da fare.
«Come hai fatto? Cioè...»
Lui sorrise e mi prese la mano.
«Mi sono allenato molto, e per molto tempo. Ho fatto un buon lavoro?»
Annuii senza parole e sorrisi. Certe volte mi stupiva veramente tanto.
«Posso offrirle questo ballo, signorina?»

Spazio autrice: Ecco a voi un nuovo capitolo! Fatemi sapere con voti o commenti se vi è piaciutoo!! Che dire....l'appuntamento tra i due sembra essere iniziato bene, ma come continuerà? Non vi resta che continuare a leggere la storia per scoprirlo!!! Vi piacciono Draco ed Hermione insieme? Secondo voi cosa accadrà tra loro due?
Al prossimo capitolooooo!! Ciaoooo!!

Giada

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