•Rivelazioni ad Hogsmeade•

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Mi sistemai meglio il cappello e la sciarpa, e poi aprii il portone, venendo investita dall'aria fredda del tipico inverno inglese. Ero pronta per l'appuntamento con Draco, anche se lui l'aveva definito un'uscita tra amici. Chiuso il portone mi guardai in giro, in cerca di una chioma biondo platino, e subito lo trovai, davanti a un'orda di primini. Ma non dovevano occuparsene i prefetti?
Lo affiancai e lui mi salutò, intrappolandomi nel suoi occhi che rispecchiavano perfettamente il colore dell'ambiente che ci circondava, grigio e freddo, ma con qualche raggio di sole che rendeva il tutto accogliente.
«Hey, aspettiamo un attimo i prefetti e poi andiamo. Si occuperanno loro di questi marmocchi.»
«Mi sembra giusto.»
In quel momento il portone si spalancò e uscirono tutti i prefetti delle varie case, comprese Ginny e Luna.
«Voi potete andare. A loro ci pensiamo noi.»
Annui e ringraziai la mia amica, poi presi Draco per mano e lo trascinai lungo la strada che porta a Hogsmeade. Aveva ripreso a nevicare, e la temperatura era piuttosto bassa.
«Ti va una burrobirra ai Tre manici di scopa?»
«Si, certo.»
Tremai per il freddo e mi strinsi nel giubbetto caldo. Lui si accorse che avevo freddo e mi circondò con le sue braccia, facendomi avvampare all'istante, riportandomi alla mente il ricordo della notte passata insieme, come quelle stesse braccia mi avessero stretta mentre i nostri corpi venivano scossi da un'ondata di piacere impagabile.
«Meglio?»
«Si, grazie.»
Mi sorrise dolcemente e poi fissò il suo sguardo davanti a sé, irrigidendosi all'istante.
Si fermò e io mi fermai con lui.
«Draco cosa c'è?»
Era chiaramente preoccupato. Guardai nella direzione del suo sguardo e intravidi Blaise Zabini e altri Serpeverde. Ecco qual era il problema. Aveva paura che i suoi amici si accorgessero che lui era con me. Aveva paura che lo deridessero.
«Draco, se è un problema io...»
Lui scosse la testa e mi strinse ancora di più a se.
«No, ti ho invitata ad uscire, e quindi andiamo. Se chiederanno qualcosa, stiamo parlando di cose da Capo Scuola.»
«Ok, ma allora è meglio se non ci teniamo stretti.»
«Ehm...giusto.»
Si allontanò un poco da me, cosa che mi dispiacque, visto che stavo bene vicino a lui, e riprendemmo a camminare. Passammo davanti ai suoi amici senza che loro dicessero niente, ed entrammo ad Hogsmeade.
«Scampato pericolo.»
Risi divertita dalla sua faccia e aprii la porta del locale. Entrai seguita dal Furetto e mi fiondai letteramente sul tavolo ad angolo.
«Prendo due burrobirre e arrivo.»
«Va bene.»
Mi liberai del cappello e della sciarpa, e poi sfilai il giubbetto. All'interno l'ambiente era più caldo e confortevole. Volevo scoprire che cosa Draco provasse nei miei confronti e avevo tutto il pomeriggio a disposizione.
«Ecco a te, mademoiselle
«Ma grazie, monsieur
Si sistemò vicino a me e appoggiò una mano sulla mia coscia. Poi prese il boccale di burrobirra e ne bevve un sorso. Io feci altrettanto e mi gustai quella bibita dolce e rinfrescante. Ne bevvi quasi metà senza respirare, e quando appoggiai il boccale sul tavolo, Draco scoppiò a ridere.
«Cosa c'è?»
«Niente, hai...»
Si avvicinò a me veramente troppo, e mi sorprese leccandomi i residui di burrobirra sopra la bocca, con un atteggiamento molto sexy e intimo. Quando si allontanò di qualche centimetro dalla mia bocca sorrise malizioso.
«Non bastava dire che avevo dei baffetti di burrobirra sopra la bocca?»
Lui scosse la testa e mi accarezzò una guancia.
«No, volevo vedere la tua reazione.»
Finì la sua bibita e poi si alzò.
«Vado un attimo in bagno, poi torno e decidiamo dove andare.»
Scomparve al di là di una porta e io bevvi gli ultimi sorsi di burrobirra, stando attenta a non sporcarmi di nuovo. Perché mentre mi leccava sopra le labbra non avevo paura che qualcuno ci vedesse? Perché mi era piaciuto? Perché avrei voluto che continuasse?
«Rieccomi.»
Sussultai per l'improvviso ritorno di Draco, e mi riscossi velocemente dai miei confusi pensieri.
«Bene, dove andiamo?»
«Potremmo fare una camminata, intanto. Poi decidiamo.»
«Bene.»
Mi alzai dalla panca e indossai il giubbetto, la sciarpa e il cappello. Poi accettai la mano che mi tendeva ed uscimmo insieme dal locale. Mi prese a braccetto, nonostante gli studenti che ci fissavano.
«Allora, ehm...Draco. Cosa pensi di...noi due?»
La domanda naturalmente lo sorprese ma non più del necessario.
«Vuoi davvero saperlo?»
Annuii decisa. Volevo sapere cosa provava per me. Volevo sapere se erano le stesse cose che io provavo per lui.
«Beh, ecco....come ti ho detto anche prima, non ho ancora decifrato ciò che provo per te, ma qualunque cosa sia mi piace. Mi piace vederti sorridere. Mi piace quando incontro involontariamente il tuo sguardo. Mi piace quando ti arrabbi, o quando tenti di essere sexy per farmi felice.»
Guardò davanti a se osservando la Stamberga Strillante in lontananza.
«Se devo essere sincero, quando ti ho proposto di farmi lezioni di Trasfigurazione, pensavo che sarebbero state semplici e noiosissime lezioni. Invece mi sono reso conto che più tempo passavo con te, più la tua compagnia mi diventava sempre più gradita e piacevole.»
Quello che stava dicendo mi sorprese forse più di quando prima mi aveva leccata in pubblico senza farsi tanti scrupoli.
«Piacevole in che senso?»
La neve si era placata, e il freddo invernale era diminuito.
«Nel senso che...mi piace stare con te. Se me lo avessi chiesto qualche mese prima, ti avrei detto che sei un'odiosa e...passami il termine...lurida babbana Mezzsangue...»
Sorrise davanti a se e poi mi guardò, mentre io morivo dalla voglia che andasse avanti a parlare.
«...Ma ora come ora direi che sono stato uno stupido idiota a trattarti male e a offenderti, perché se avessi messo da parte l'orgoglio, e avessi provato a parlare con te senza prenderti in giro, avrei scoperto molto prima la persona fantastica che sei.»
Cercai di trattenere le lacrime che si stavano formando nei miei occhi e che minacciavano di scorrere copiose lungo il mio viso. Mi stava parlando con il cuore in mano. Era sincero, glielo leggevo negli occhi.
«E quindi tornando alla domanda di partenza...»
«Oh...ehm...qual era?»
«Cosa pensi di noi due.»
Lui si concentrò sulla domanda e si sedette su una panchina libera, sistemandomi sulle sue gambe.
«Cosa penso di noi due...bella domanda. Vediamo... Penso che siamo dei pazzi sprezzanti del pericolo e della paura di essere scoperti. Penso che tra noi si sia formato qualcosa che va oltre il semplice rapporto di amicizia, ma non chiedermi cosa, perché non l'ho capito ancora del tutto. Penso che insieme stiamo maturando molto, sia dal punto di vista emotivo che sentimentale. Penso che questa esperienza ci stia aiutando a crescere, e penso che il nostro rapporto sia qualcosa di speciale.»
Mentre parlava non mi guardava, come se si stesse confidando con un amico e avesse paura della sua reazione.
«È per caso un interrogatorio?»
Scossi la testa, anche se il mio dava tutta l'aria di esserlo.
«È solo...curiosità. Sii sincero. Ti sei pentito di ieri sera? Di aver fatto... sesso con me?»
Per quanto desiderassi dire di aver fatto l'amore con lui, non ci riuscivo.
Lui spalancò la bocca, colpito dalla mia domanda e poi sbattè ripetutamente le palpebre, come a realizzare che gli avevo veramente posto quella domanda.
«No, non mi sono pentito di averlo fatto. Non mi sono pentito di aver fatto l'amore con te, e anzi...se potessi lo farei altre mille volte, senza mai stancarmi.»
Cercai di non mostrarmi tanto felice del fatto che avesse detto che avevamo fatto l'amore, perché non sapevo se gli fosse scappato o se lui lo considerava veramente amore e non sesso.
«E tu? Ti sei già pentita?»
Mi ero pentita? Provavo rimorso per aver ceduto al suo fascino e al desiderio di essere finalmente sua? Ero infelice di aver donato a lui la parte più intima di me? Di avergli donato la mia verginità? No.
«No, non mi sono pentita. Mi è piaciuto e lo rifarei ancora, e ancora, e ancora. Fino a qualche giorno fa non sapevo cosa si provasse ad essere intimi con qualcuno, ma con te tutto sembra così spontaneo e sincero.»
Dovevo chiudere la bocca prima di dire qualcosa di troppo, che gli facesse capire tutto.
Avevo già ottenuto qualche informazione in più. Per ora dovevo accontentarmi, ma sarei tornata alla carica.
«Ti va qualche dolce?»
Lui rise del mio repentino cambio di discorso.
«Fine dell'interrogatorio?»
Sorrisi imbarazzata e annuii.
«Ehm...si. Allora, andiamo?»
Non gli diedi il tempo di controbattere e lo trascinai all'interno di Mielandia, il regno dei dolci. In realtà non avevo voglia di dolci, ma mi servivano come diversivo prima di tornare alla carica. Comprammo un po' di tutto, o meglio, lui comprò un po' di tutto: cioccorane, gelatine Tuttigusti+1, Fildimenta Interdentali, Api Frizzole, Lumache Gelatinose, Scarafaggi a grappolo, piume di zucchero filato e Rospi alla Menta. Poi ci andammo a sedere su un tavolino vicino alla finestra.
«Facciamo un gioco. Tu chiudi gli occhi e cerchi di indovinare che dolce ti faccio mangiare.»
Lui ci pensò qualche secondo prima di accettare.
«Va bene, ma non fare la bastarda.»
Chiuse gli occhi e spalancò la bocca. Io afferrai una gelatina Tuttigusti+1 e gliela infilai in bocca. Lui la masticò e poi la sputò sul tavolo, facendomi scoppiare a ridere.
«Che schifo! Sa di carne putrefatta!»
«Scusa...ne scelgo una più buona.»
Scelsi una Lumaca gelatinosa e lui la mangiò, masticandola attentamente.
«Mmm...lumaca gelatinosa. Molto buona.»
Mi vennero i conati di vomito. Io odiavo quei dolci. Preferivo di gran lunga i dolci babbani, come la Milka o la Nutella.
«Giusto, ora...»
Gli feci mangiare un'Ape Frizzola.
«Ape Frizzola. Spero solo non contenga veramente un'ape con pungiglione.»
Scossi la testa anche se lui non poteva vedermi e mi venne un'idea carina. Presi di nuovo una gelatina Tuttigusti+1 e me la infilai per metà in bocca. Poi mi avvicinai a lui, gli alzai il mento per centrare le sue labbra, e quando lui prese la caramella, toccò anche la mia bocca, cominciando un dolce bacio.
Quando ci staccammo e lui riaprì gli occhi, un magnifico sorriso era comparso sulle sue labbra.
«Mi piace il tuo coraggio Granger, ma prima o poi mi farai impazzire.»
Perché dovevo farlo impazzire?
«Impazzire? Perché?»
Lui scosse la testa e si incupì, guardando fuori dalla finestra del locale. Guardai anche io e vidi i suoi amici Serpeverde, che lo indicavano e gli facevano cenno di raggiungerli.
«Se vuoi andare, io non ti costringo a restare con me.»
Lui tornò a guardarmi, cercando di mantenere la calma.
«No, ti ho invitato io e resto con te. Dammi solo un attimo che li sistemo.»
Si alzò di scatto e uscì dal negozio come una furia. Osservai la scena e rimasi molto colpita. Tra Draco, Zabini e Nott era scoppiata una vera e propria lite. Il Biondo li spintonava e mentre parlavano era molto alterato. Mi indicava, per spiegare chissà cosa a quei due. Poi i nostri sguardi si incontrarono e il suo viso si addolcì. Smise di inveire contro i due Serpeverde, che una volta ascoltato il discorso di Malfoy mi fissarono un secondo e poi se ne andarono, dopo aver sorriso e tirato una pacca sulla spalla dell'amico. Draco rientrò decisamente più tranquillo rispetto a quando era uscito. Si risedette di fronte a me e ingoiò un paio di cioccorane.
«Tutto bene?»
Annuì distratto, probabilmente ripensando a quello che aveva detto agli amici.
«Cosa gli hai detto?»
La mia curiosità ebbe il sopravvento, e non riuscii ad evitare la domanda. Lui mi squadrò irritato e i suoi occhi gelidi mi spaventarono.
«Non riesci mai a farti i cazzi tuoi Granger. È più forte di te, eh?»
Quella voce fredda e arrogante mi schiantò completamente. Peggio di essere cruciata.
«Scusa io...»
Mi alzai velocemente, sentendo le lacrime minacciare di tradire il dolore che quelle parole mi avevano provocato. Presi tutte le mie cose e corsi fuori dal locale. Sentii i suoi passi dietro di me, ma non rallentai.
«Hermione, mi dispiace.»
Abbassai lo sguardo sulla strada per tornare ad Hogwarts, mentre il castello si innalzava imponente davanti a noi.
«Hermione, ti prego.»
Scossi la testa e scoppiai a piangere, maledicendo la mia curiosità. Mi bloccò il braccio e mi alzò la testa, costringendomi controvoglia a guardarlo negli occhi.
«Hermione...»
Mi accarezzò le guance, interrompendo il flusso delle lacrime. Non era più arrabbiato, anzi... sembrava triste e preoccupato.
«...io...Quello che ho detto loro è che...»
Perché era così titubante? Cosa voleva dirmi?
«Granger, io ti amo!»

Spazio autrice: Siamo arrivati al ventesimo capitolo, e con esso anche al tanto atteso ti amo di Draco. Fatemi sapere con voti o commenti cosa pensare del capitolo, perché adoro quando mi dite che amate questa storia e vorrei che mi aiutaste a renderla al meglio, anche avvisandomi se ci sono errori vari. Finalmente Draco ha detto ad Hermione cosa prova per lei...quali sono state le vostre reazioni? Secondo voi cosa accadrà ora? Al prossimo capitolo!! Ciaoooo!!

Giada

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