Capitolo 31

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Oggi si chiude il capitolo di un anno veramente pieno di eventi che mi hanno segnata nel profondo: 31 Dicembre, l'ultimo giorno dell'anno, dove alla sera si brinda all'anno che verrà, sperando che sia meglio del precedente e così via.

Anche io, come tutti, spero che il prossimo anno sia migliore del primo, anche perché ora sono con la mia vera famiglia. Dove voglio essere.

Scendo le scale e mi dirigo verso la cucina, per prepararmi qualcosa, ma Voight mi precede e vedo la colazione in un vassoio.

"Sei già sveglia? Ti stavo portando la colazione in camera. Justin è partito un'ora fa. Ti saluta" dice Hank, sedendosi accanto a me sul bancone difronte al forno.

"Grazie mille Sergente. Scusa se non ti riesco a chiamare ancora papà, ma per me è tutto così strano ora" dico, a testa bassa, mentre addento il croissant.

Mi squilla il telefono e vedo un messaggio di Antonio.

Sono a due passi dalla casa di Voight. Andiamo a fare colazione insieme?
Antonio

Certo tesoro. Devo parlarti.
Val

Sono stanca di stare sempre nell'ombra, del fatto che Antonio non vuole che nessuno ci veda insieme e per questo sono anche abbastanza arrabbiata. Non vuole che si sappia perché sono di dieci anni più giovane? Perché si vergogna di me?
Lo voglio sapere.

"Anne mi aspetta fuori. Ci vediamo al lavoro Hank" dico, dando un bacio sulla guancia a mio padre ed esco di casa.

A qualche metro da casa, vedo la macchina di Antonio e lui che mi aspetta fuori, appoggiato sul lato del passeggero.

"Ciao amore" mi dice, stampandomi un bacio sulle labbra.

"Ehi" mi limito di dire al mio ragazzo, visto che ho questo pensiero fisso che mi frulla per la testa. Il fatto che sia così distante da casa mia, mi fa pensare che non voglia che Voight ci veda insieme. Che problema c'è? Solo perché è il suo capo e sta con la figlia? Non penso sia così stupido mio padre da fare una scena madre davanti ad Antonio solo per il semplice fatto che stiamo insieme. Quelle reazioni le hanno i bambini di cinque anni e mio padre è una persona intelligente, quindi reagirebbe diversamente.

"Tutto ok?" mi domanda, salendo in macchina.

"Sì, sto bene. È solo che mi da fastidio" dico e nel frattempo lui mette in moto la macchina e partiamo.

"Cosa ti da fastidio?" domanda, preoccupato Antonio.

"Mi da fastidio il fatto che tu cerchi di nascondere il fatto che stiamo insieme. C'è qualche problema forse? Ti vergogni di farti vedere con me? Oppure hai paura della reazione di mio padre? Non non fosse Voight non faresti così" dico, nello stesso momento in cui arriviamo davanti al bar.

"Ma stai scherzando spero. Hai sentito il mucchio di cavolate che hai detto? Io ti amo e non mi vergogno di te, è solo che non sono pronto a farlo sapere a tutti quanti" dice, scendendo dalla macchina.

Esco insieme a lui e arriviamo dentro il bar del suo amico Jim.

"Beh, a me non sembra affatto che tu non sia pronto" dico io andando verso un tavolo.

"Oddio Val! Ma ti stai sentendo? È che ho paura che i nostri colleghi ci giufichino. Poi tu eri la ragazza di Roman qualche giorno fa, perciò non mi sembra il caso" dice Antonio, sedendosi davanti a me, con sguardo abbastanza seccato da ciò che ho detto.

"È come pensavo. Hai paura del giudizio degli altri; ma non pensi a noi? Ci amiamo e questo non permetterà ai nostri colleghi di mettere in dubbio il nostro rapporto" dico infastidita.

"Certo che ci amiamo, ma come ti ho detto non voglio che tu venga etichettata male per il fatto che prima stavo con Roman e che, dopo qualche giorno avevi già ragazzo" ribatte, ma io non voglio sentire le sue cazzate.

"Ancora con questa storia di Roman?! Alla gente non deve importare di ciò che faccio io della mia vita e Roman è un caso chiuso per me. Ora ci sei solo tu e vorrei urlarlo al mondo, ma evidentemente tu non la pensi come meglio che vada in Caserma ora. Cj vediamo lì" dico, alzandomi dalla sedia e uscendo dal bar.

Forse sono stata un po' dura con lui, lo ammetto, ma è come se non volesse che la gente sappia di noi non per proteggere me, ma perché ancora, alla sua età, gli importa quello che le persone possano pensare di me e di lui. Se la gente vuole credermi una sgualdrina perché qualche giorno fa ero ancora la ragazza di Roman, che lo pensi pure. A me non interessa ciò che pensano, perché io so di non esserlo.

Prendo un taxi e in venti minuti, a causa del traffico caotico di quest'ora a Chicago, sono davanti alla caserma e chi mi vedo arrivare? Sean.

"Agente Hopkins" dice Roman, facendomi cenno con il capo.

"Ciao Sean" rispondo io, ma lui si gira e mi fulmina con lo sguardo.

"Per te sono Agente Roman" dice, con tono freddo e distaccato.

Entro nel distretto e davanti mi trovo una Platt sorridente e contenta.

"Domani ritornerai in pattuglia" dice il Sergente, uscendo da dietro il bancone.

"A proposito di questo, vorrei parlarle" dico io, frugando nel borsone in cerca del foglio del trasferimento.

"Vieni di qua" dice Platt, turbata, indicandomi una stanza che penso sia il suo ufficio.

Perché trasferirmi visto che le cose vanno bene ora? Perché non voglio che mio padre faccia favoritismi perché sono sua figlia, poi anche per il fatto delle cose che sono successe e, da quando ho messo piede i questa caserma, non ho fatto altro che fare casini, perciò meglio che me ne vada

Entriamo nella stanzetta e Platt mi intima a sedermi, ma preferisco stare in piedi.

"Ho fatto domanda per il trasferimento. Non ho scritto le vere e proprie cause, ma penso che siamo abbastanza ovvie" dico, porgendole il foglio.

Mi sembra molto dispiaciuta per questo, e non se lo aspettava minimente.

"Se questo è quello che vuoi, va bene" dice, prendendo il foglio e mettendolo in un cassetto.

Usciamo dalla stanza e mi metto dietro il bancone, spero Pe l'ultima volta. L'ultimo turno dell'anno, che passa molto in fretta.

"Ci vediamo stasera" dice Anne, uscendo dalla caserma insieme a Kim.

"A dopo" dico io, andando verso lo spogliatoio.

"Ti passo a prendere io?" domanda Erin, con un sorriso stampato in volto.

"Certo alle 21 va bene?" domando alla Detective, mentre entriamo nello spogliatoio.

"Certo. Vestiti bene che prima andiamo in un locale e poi andiamo al Molly's" dice Erin, uscendo dallo spogliatoio.

Io esco dalla caserma e incrocio lo sguardo di Antonio, poi quello di Roman.

Vado veloce verso la macchina di Hank, che mi aspetta, e partiamo.

CHICAGO || #Wattys2016Where stories live. Discover now