Capitolo 32

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Sento bussare alla porta della mia camera, che prima apparteneva ad Erin, e mi alzo dal letto come uno zombie appena tornato dal mondo dei morti.

Guardo l'orologio. Sono in ritardo!

Corro verso la porta e la apro. È Erin.

"Non sei ancora pronta? Vediamo che cosa troviamo nel tuo armadio. Al limite, ho portato un vestito che ti starebbe un incanto" dice la Detective, entrando in camera e aprendo il mio guardaroba.

Lei è magnifica. Indossa un abito corto nero aderente che mette in risalto il suo fisico perfetto, un paio di tacchi alti neri e un giubbetto di pelle rosso. È truccata divinamente, con un filo di matita nera sugli occhi e un rossetto rosso fuoco che farà girare la testa a Jay.

Noto il suo sguardo e capisco molto bene il perché: non c'è un abito decente che mi possa mettere per la serata ed è già tardissimo.

"Mettiti questo e poi raggiungimi in bagno che ti sistemo" dice, porgendomi il vestito che lei aveva portato per me nel caso non ne avessi uno e poi esce e va in bagno.

È un vestito corto rosso scuro con le maniche lunghe, tutto in pizzo e aderente.
Non appena lo indosso provo un disagio enorme e vado verso lo specchio che c'è nell'anta aperta del guardaroba.
Devo dire che, in fin dei conti, mi sta bene e mi piace come mi sta. Spero che piaccia anche ad Antonio.

Esco dalla camera e incrocio Justin.

"Ma puoi coprirti un po'?" mi dice, guardando la lunghezza dell'abito, che è corto, forse troppo.

"Fatti gli affari tuoi! Sono in ritardo" dico, entrando in bagno.

Dopo una sessione di trucco e parrucco sono pronta. Mi sento una dea con questo trucco, semplice ma allo stesso tempo molto bello. I capelli poi. Mi fanno impazzire; sono raccolti in una treccia che si posa sulla spalla destra.

Prendo i tacchi e la mia borsetta neri e andiamo verso l'entrata.

"Tu non vieni?" domando ad Hank, che è seduto davanti alla TV a vedere gli highlights di quest'anno dei Black Hawks.

"Arrivo fra un po'. Voi divertitevi. Siete bellissime" risponde, facendoci un sorriso enorme.

Usciamo di casa e salgo sul lato passeggero della macchina di Erin.

"Dove andiamo ora?" domando io, curiosa e molto felice.

"Andiamo prima in un locale molto carino che hanno aperto pochi giorni fa vicino al parco e poi andiamo al Molly's. Va bene?" dice Erin, facendomi un sorriso a trentadue denti.

"Va benissimo. Diamo inizio alla serata" dico emozionatissima, più emozionata anche di quando mi hanno dato il diploma al liceo e dopo dovevo pure fare il discorso davanti a centinaia di persone tra studenti e familiari.

Dopo circa venti minuti arriviamo davanti a questo locale, il Jakie's Night, e il buttafuori ci fa entrare subito, facendoci saltare la coda interminabile di persone che aspettava di entrare.

Entriamo nel locale e, come prima cosa, ci dirigiamo verso il bancone dove un barman molto familiare  ci sorride in modo malizioso.

"Ehi Val! Sei bellissima" mi urla (a causa della musica troppo alta per parlare in modo civile) il ragazzo e io sono molto stranita da ciò, ma dopo qualche secondo lo riconosco: Manny, il ragazzo più carino della scuola.

"Ehi Manny! Lavori qui?" domando curiosa al mio amico, mentre ci prepara i drink.

"Sì, sono il titolare in realtà. Mio papà mi ha aiutato ad aprire il locale dei miei sogni insieme a Jack, che è nel suo ufficio" mi dice e, dopo qualche minuto ci serve i nostri drink: io ho preso un Long Island ed Erin un Mojito.

Dopo circa mezz'ora a parlare con Manny, Erin mi fa cenno di andare.

"Ci si vede Manny" dico io, allontanandomi,  e lui mi viene in contro e mi porge un foglietto.

"Ho cambiato il numero da quello che avevo il liceo. Fatti sentire ogni tanto che così andiamo a prendere qualcosa insieme" dice sorridendomi.

Ricambio il sorriso e vado verso l'uscita.

Saliamo in macchina e partiamo alla volta del Molly's.

"Devo dirti una cosa" dico io, con un tono molto drammatico, che fa presagire qualcosa di terribile.

"È successo qualcosa di grave?" domanda accostando Erin.

"No, nulla di grave. Diciamo che non va avanti da molto" incomincio a dire, balbettando qualche parola, forse per l'agitazione.

"Mi nascondi qualcosa Val? Sai che siamo quasi sorelle" dice Erin, con un sorriso molto malizioso.

"Beh diciamo che ho il ragazzo" dico, diventando tutta rossa e molto in imbarazzo. Non parlo facilmente di queste cose con le persone, mi fa imbarazzo.

"Davvero? Lo conosco?" dice Erin, abbracciandomi forte per l'emozione.

Il momento è arrivato. Le dirò tutto di me e Antonio. Non mi interessa ciò che lui pensa, perché alla fine ci sono anche io nella coppia e posso dire liberamente a chi pare che stiamo insieme.

"Beh, lui è..." incomincio a dire, ma non mi ho il coraggio di dirlo, così mi blocco.

"È della Caserma?" domanda lei, e io incomincio ad agitarmi.

"Antonio Dawson" dico tutta d'un fiato, così mi tolgo questo peso.

La sua faccia è tra lo stupito e il 'lo sapevo'.

"Tu e il Detective Dawson? Lo sapevo, anzi lo ho dedotto. Quando lo hanno chiamato al telefono sapevo che non poteva essere Laura, non ha mai detto questo sulla sua ex moglie. Poi ho notato come tu, a Natale, eri infastidita dal fatto che non fosse venuto. Infine, come vi guardate. Non capisco come gli altri facciano a non averlo capito" dice, guardandomi negli occhi e poi mette in moto la macchina.

"Comunque sono felice per te. Lui è una brava persona e ci tiene molto ad avere dei rapporti duraturi con una persona. Sarete una bellissima coppia. Voight lo sa?" domanda Erin, quando ci fermiamo ad un semaforo, a pochi chilometri dalla nostra destinazione.

"Ma che sei matta? Se sapesse che sto con uno della sua squadra scannerebbe prima me, poi lui. Come ha preso di te e Jay?" domando io, cercando di farle capire la mia riluttanza nel dirlo a mio padre.

"Diciamo che non è entusiasta, ma deve stare bene a me, non a lui. È la mia vita dopo tutto" dice, arrivando al parcheggio del Molly's.

Scendiamo ed entriamo nel pub.

Ho tutti gli occhi puntati addosso, mi sento a disagio.
Poi cerco lo sguardo di Antonio e lui mi fissa da quando sono entrata.

"Sei bellissima" mima con la bocca e divento rossa.

"Che la serata possa finalmente decollare!" urla Herrmann, seguito dalle esultanze da stadio dei partecipanti.

CHICAGO || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora