8. Igor - Lisa

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Igor

Questa è la notte perfetta. Al di là della radura c'è un varco che sovrasta il lago. Prendo il binocolo per osservare la scena: la spiaggia si sta affollando, i ragazzi cominciano a bere e a divertirsi, la musica piano piano avvolge l'intera baia. Non è ancora il momento di agire, aspetterò la notte fonda, quando saranno troppo ubriachi per accorgersi di me. Mi auguro solo di trovarla ancora lì. Stando alla sua amica non dovrebbero esserci problemi, non sembra abbia intenzioni di abbandonare la festa tanto presto. Scenderò piano piano, mi unirò alla folla spacciandomi per uno di loro e la coglierò di sorpresa trascinandola via con me. Non le conviene opporsi, lo sa bene. Nessuno se ne accorgerà, sembrerà che ci stia semplicemente provando.

Mi godrò ogni suo lamento, ogni sua lacrima, ogni sua supplica fino all'alba, fino al suo ultimo respiro.

"Eccola lì. È cresciuta davvero bene, ha il fisico di sua madre". La fisso senza contenere la voglia che assale il mio corpo in tutta la sua prepotenza. La desidero fino a farle male e solo Dio sa quanto gliene farò.

Indossa dei pantaloncini corti che evidenziano le sue esili e toniche gambe. È la prima volta che la vedo vestita in modo così provocante; a casa non ha mai osato mostrare tanto, sempre con quegli stupidi jeans e maglie larghe di due taglie o più che nascondevano tutte le sue forme ancora acerbe. Come se mi avesse potuto fermare.

Sembra però aver abbassato la guardia, mai farlo quando credi di essere osservata, invece lei pare aver trascurato la gravità della cosa. È sempre stata una stupida. E dire che sua madre ne era un forte esempio in fatto di stupidità, e che fine ha fatto poi? Povera donna. Lo ha imparato a sue spese, cosa che farà anche lei a quanto pare. Come può non guardarsi le spalle? Le ho acceso un campanellino d'allarme e lei che fa? Se ne sta ad una insulsa festa di sera, a lanciare sassi in acqua con un estraneo, e per di più ragazzo.

Bollo di rabbia mentre affilo il mio coltello, cosa non le farei se l'avessi tra le mani in questo momento.

Vacci piano Igor, non è ancora il tuo tempo. Più tardi assaporerai la tua rivalsa.

Un fremito mi ripercorre tutto il corpo e sento infiammarsi i pantaloni al solo pensiero; ma la vendetta è un piatto che va servito freddo e non posso commettere errori anche se, l'attesa, non fa che aumentare il mio supplizio.

"Non ti preoccupare bimba mia, divertiti fin che puoi", dico senza distogliere lo sguardo. "Perché fra un po' ti rinfrescherò la memoria, e questa volta per sempre", sogghigno percorrendo con il pollice la lama tagliente.

La figlia ha superato la madre a quanto pare, sa il fatto suo la fanciulla: gioca con la sua innocenza per sedurre e ci riesce molto bene. Peccato strapparle quelle sue splendide alucce.

***

Lisa

Una volta che Alex si allontana, tiro un sospiro di sollievo e torno a guardare il lago, come se fossi riuscita a sfuggirgli. Mi ci vuole quasi un minuto di respiri regolari per recuperare il mio autocontrollo. Alex ci è rimasto male ma penso che in fondo sia meglio così, perché per il bene di entrambi devo tenerlo a distanza di sicurezza. Eppure, benché sia confusa e persino spaventata dall'effetto che lui ha su di me, so che le mie paure nei suoi confronti sono infondate: sembra un ragazzo sincero e vorrei potermi fidare di lui.

Se non avessi deciso di non fidarmi mai più di un uomo in vita mia.

A dirla tutta, non credevo di potermi divertire in quel modo: li, al chiaro di luna, con un ragazzo bellissimo che non pretendeva niente da me, lanciando sassi nell'acqua. Mi sentivo quasi in pace con me stessa.

Non lasciarmi cadereWhere stories live. Discover now