Capitolo 9

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Sono ancora qui, in questa camera deserta. Mi giro e rigiro, sperando che questo possa aiutarmi a dimenticare che un ubriacone è proprio dietro la porta a far non so che cosa. È sveglio? Dorme? E se dorme, dove? Per terra? Una parte di me, chissà quale, si sente in colpa per averlo lasciato lì così, ma l'altra, quella preponderante, mi dice che una persona come lui va trattata esattamente in questo modo. Eppure mi alzo dal letto dopo un'ora di riflessione. Non so nè in che modo nè cosa abbia giocato così tanto a suo favore. Forse l'esser imbevuto nell'alcool!
Quando apro la porta lui è ancora lì, per terra, con le spalle contro il muro e i gomiti sulle ginocchia. Si aggroviglia i capelli concitamente. Alza quasi subito lo sguardo.  È uno sguardo accusatorio, uno sguardo di rimprovero. Mi attraversa come una lama, affettando ogni mia sicurezza.
"Ma vaffanculo" sbotta lui mettendosi in piedi  e superandomi con una spallata. Con tutta la sua arroganza si trascina in camera ed io lo perdo in quella penombra.
Sono agitata senza un apparente motivo. Un ragazzo, nella mia stanza. Si muove tra le mie cose, le guarda, le studia senza dire una parola. Io, stupida e tremendamente sciocca, rimango impietrita con la porta ancora dietro le spalle. Sono totalmente ed incondizionatamente in balia degli eventi, in balia di lui. Poi torna da me, io indietreggio andando a sbattere contro la porta su cui un secondo dopo poggia rumorosamente le sue mani, posizionandole accanto alla mia testa.
"Se fossi stato meno stanco avrei buttato la porta giù a calci, quindi levati quel sorrisetto compiaciuto dalle labbra " dice con rabbia prima di staccarsi da me.
Si muove verso il mio letto.
Fissa le lenzuola arruffate. Lo vedo togliersi gli anfibi e buttarsi sul materasso. Ma che cosa sta facendo? Come se non fosse abbastanza soddisfatto della sua invadenza si sdraia a pancia in sù, portando le braccia dietro la testa. Esattamente l'attimo dopo aver incrociato le gambe, tira un sospiro di sollievo.
"Tu dormi per terra"ordino muovendomi verso di lui indicandogli il pavimento con un cenno del capo.
"No, tu dormi per terra" sussurra lui senza mostrare il minimo turbamento.
"Stai scherzando, vero?"
"Senti, sono venuto a darti quella merda di bracciale quando sarebbe stato molto meglio farsi una bella scopata e tu mi lasci anche fuori come un coglione" ringhia mettendosi seduto e poggiando le mani leggermente dietro di lui, i cui palmi sorreggono quel suo corpo marmoreo.
"Vai sull'altro letto se non ti sta bene " proferisce.
"No alt. Dimmi che non sei serio, io non ci credo" dico allibita alzando le mani in aria.
"Buonanotte Ellison" conclude lui sdraiandosi.
Non so per quanto tempo rimango li a fissarlo, incredula.
Sono ormai rassegnata quando decido di coricarmi sul letto di Tiffany, mi ci siedo sopra e mi molleggio come quasi per testarne la resistenza.
Non appena sto per mettermi comoda una voce affetta quel silenzio.
"Se vuoi ti faccio un pò di spazio"
Non rispondo. È come se avessi la sensazione di indebolirmi progressivamente  quando sono vicino a lui.  È come se qualcosa dentro di me si spegnesse, forse la sicurezza di me stessa, mentre una nuova fiamma si accende: la voglia di conoscerlo.
"Senti o ti muovi o dormo" ringhia per poi farsi un pò da parte lasciando libera quasi la metà del letto. La metà pronta per me.
Non so quale sia la forza disumana che mi spinge ad accettare la sua proposta, eppure due secondi dopo sono stesa accanto a lui. Nessuna parte del suo corpo tocca il mio nè lo sfiora, quasi come se provasse imbarazzo... o magari schifo.
Poi parla, ed è chiaro che la sua intenzione non è quella di disilludermi.
"Non so quale sia il tuo problema Cooper". L'aria che gli esce calda dalla bocca si poggia sul mio collo che la filtra come per conservarne il tepore.
"Cosa intendi dire?"
"Non sei il mio tipo, quindi rilassati e smettila di comportarti come se volessi ingravidarti"
Mi chiedo quale sia la frase da dire in un momento come questo o la reazione più corretta da avere. La sola cosa che mi preoccupa è quella di dissimulare quanto quelle parole mi infastidiscano. 
"Meglio così" dico con un filo di voce per poi voltarmi dall'altra parte.
"Perchè non hai detto nulla a Ginny?"chiede dopo poco poggiando la sua grossa mano sul mio fianco. Un brivido si irradia lungo tutta la schiena.
"Non sapevo come dirglielo, aspetto di vederla per farlo " confesso sincera.
Sento le sue dita muoversi in piccoli cerchi, chiudo gli occhi, felice che lui non possa vedermi. Avverto il suo respiro passarmi tra i capelli fino a lambirmi il collo.
"Lo sa già. La gente è troppo stupida per pensare di potermi cambiarmi. Sapeva come sono e si è illusa ugualmente. Ora lo sa meglio di prima,ma è così scema da voler continuare"
"Come? Lo sa? Sa che ti ho visto e non le ho ancora detto nulla?"scatto mettendomi seduta sul letto.
Lui mi imita facendo lo stesso.
"No ragazzina". Poi il suo sguardo cade sulle mie gambe nude. È come se avesse consistenza, perchè lo sento su di me, da prima sulle caviglie, poi su sino alle cosce. La sua mano si posa sul mio ginocchio, mentre con l'altra si sorregge.
"Cazzo Cooper" sussurra senza distogliere lo sguardo dal mio.
Subito dopo mi trovo sdraiata ancora accanto a lui, senza ricordare il momento esatto in cui ci sono arrivata. La sua vicinanza è ipnotica.
Le nostre labbra distano poco più di un soffio. Lo vedo avvicinarsi quando una suoneria sgretola quel momento. Afferra il telefono dalla tasca e se lo porta all'orecchio.
Sono abbastanza vicina da sentire una voce femminile dall'altra parte, ma credo stia piangendo, perchè non riesco a sentire le parole, se non "mi dispisce".
"Non deve sapere dove sono, cazzo hai capito? Dovete stare tutti zitti" urla rimettendo gli anfibi. Nonostante la luce fioca riesco a vedere le vene ingrossarsi sul collo mentre il volto avvampa di rabbia.
"Non me ne frega un cazzo di quanto tempo rimanga qui. Non mi deve creare problemi" dice a denti stretti.
Chiude la chiamata. Cammina avanti e indietro per la camera mettendosi le mani tra i capelli. Ignora la mia voce che gli chiede spiegazioni. Ignora i miei tentativi di calmarlo. Sto per parlare ancora quando sferza un pugno contro il muro. Sul suo volto non compare alcuna smorfia di dolore, come se le sue mani fossero di pietra.
Data la situazione mi viene istintivo ritirarmi appollaiandomi all'angolo del letto. Non ho paura di lui, ho solo paura che in uno stato come questo possa fare qualcosa di sciocco, anche se non conosco la causa di tanta preoccupazione.
Quando apre la porta della camera per poi sbatterla alle spalle non mi rivolge nemmeno uno sguardo, nè una parola. Sento solo il suono dei suoi passi allontanarsi dal corridoio del dormitorio.
È notte e lui sale in sella alla sua moto.

ATTENTI. Riguardo l'atteggiamento di Tayler verso Elly vi dico solo che c'è qualcosa sotto!

Se il capitolo vi è piaciuto votate o commentate e per qualsiasi cosa contattatemi❤ buona giornata a tutti voi😘
Ps:mi fa piacere che leggiate il mio racconto e a tal proposito vorrei ringraziare aly15car che sin da subito si è interessata alla storia ❤

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